Nella seconda giornata di festival, Chiusi nella Danza intensifica gli appuntamenti formativi aprendo i lavori del Laboratorio coreografico curato da Marianna Giorgi sul Movimento e la Drammaturgia corporea: tre giorni e nove ore di studio e sperimentazione finalizzati alla produzione di un frammento coreografico che verrà poi mostrato nella giornata di domenica al Chiostro San Francesco, all’interno dell’aperitivo/spettacolo dedicato alle Nuove Drammaturgie. Ultime ore di stage lyrical jazz dance con Kristian Cellini per i livelli intermedio e avanzato. Nel pomeriggio alle ore 18 appuntamento al Museo Nazionale Etrusco di Chiusi che ha previsto l’apertura serale fino alle 22 e che dedica un focus su “La danza e la musica nell’antichità e nel Museo Nazionale Etrusco di Chiusi”.
Il Chiostro San Francesco ospita alle 18.30 La sposa senza volto di Caterina Genta su musiche originali di Marco Schiavoni. La danzatrice considera molto importante l’aspetto visivo delle sue opere e l’interazione con l’ambiente e con il pubblico, per questo motivo nelle sue opere performative, live o in video, parte quasi sempre da un’immagine in continua metamorfosi, trasformata da un costume, una parrucca, una maschera, in relazione ad uno spazio, un oggetto, un elemento della natura. La maschera prende vita insieme allo spazio che abita e la danza viene guidata dalla saggezza innata della maschera stessa, dal suo spirito folle che conosce l’intima connessione tra tutte le cose. Il suo stile performativo è fondato sull’mprovvisazione tra danza Butô e Teatrodanza e i suoi maestri sono stati i danzatori storici di Pina Bausch e alcuni danzatori giapponesi come Tetsuro Fukuhara. Negli ultimi anni, Caterina Genta ha approfondito l’uso della voce e oltre ad utilizzare la danza come linguaggio espressivo è anche attrice e cantante. In particolare, questa sposa senza volto è un’immagine inquietante nata spontaneamente nel 2010 in occasione di una performance sotto la torre del castello di Ferentino. Poi è riapparsa nel 2013 arrampicata su una roccia, con lo sfondo magico della Rocca Albornoz di Spoleto, in occasione della giornata internazionale della donna contro il femminicidio; oggi sarà a Chiusi all’interno della cornice del Chiostro San Francesco.
In Piazza Duomo alle 21.30 torna sul palco il Balletto di Siena, questa volta con uno spettacolo contemporaneo: Lucifero. Lo spettatore verrà condotto attraverso un excursus scenico/narrativo che prende spunto dal mito del titano Prometeo, costretto al supplizio degli dei per aver aiutato gli uomini ad uscire dall’ignoranza sottraendo il fuoco divino. Una contrapposizione con l’arcangelo Lucifero, anch’esso portatore di luce, diretta emanazione di Dio e creatura di fattura divina, e con la visione medioevale, poi miltoniana, dell’ “angelo ribelle” caduto dal Paradiso per essersi ribellato al proprio Creatore, principio stesso del Male. Un sillogismo capovolto del dualismo bene/male, che vuole mettere in evidenza un rapporto morboso tra le due estremità, come a simboleggiare le personalità di ognuno di noi, con conflitti e paure. Le coreografie sono firmate da Marco Batti insieme a Giacomo Quarta e sono state create sulle musiche di Riccardo Moretti, Gaetano Nenna e Luca Pavanati; le scenografie firmate da Risam for Show srl si accompagnano ai costumi di Jasha Atelier.
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