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“Sempre Nomadi”. Intervista a Beppe Carletti dei Nomadi

“Sempre Nomadi”. Intervista a Beppe Carletti dei Nomadi

Chi l’avrebbe mai detto: i Nomadi in concerto a Bettolle! Dal momento in cui è trapelata la notizia nessuno avrebbe scommesso sulla riuscita dell’impresa. I più scettici storcevano il naso, gli invidiosi speravano nella cattiva sorte, gli addetti ai lavori, fiduciosi, non credevano di potercela fare, i fan in fibrillazione non vedevano l’ora che arrivasse la data del concerto, Tante opinioni ed emozioni diverse, senza tenere conto del gran lavoro dietro le quinte. Alla fine l’impresa è riuscita, e Bettolle ha ospitato il concerto-evento dei Nomadi, prima Tappa Toscana del tour 2014.

E che concerto! Unico e impareggiabile per alcuni, da brivido per altri, memore dei bei tempi andati per i più. I Nomadi a Bettolle hanno messo d’accordo grandi e piccini, fan più o meno sfegatati, curiosi e indifferenti, passato e presente della musica. Sono tutti accorsi al concerto, nonostante il freddo atipico di una notte di inizio estate e i problemi burocratici usciti fuori “all’ultimo momento”, per vivere un pezzo della storia della musica italiana.

Il “popolo nomade”, così chiamati i tifosi di Beppe Carletti & Co., è arrivato allo Stadio Comunale Arrigo Tempora di Bettolle, per ascoltare il gruppo musicale più longevo del panorama artistico italiano, che con i suoi cinquanta anni di storia rappresenta non solo un riferimento musicale, ma anche un esempio di compattezza per più generazioni.

Noi de La Valdichiana, ovviamente, non potevamo mancare all’evento! Armati di tutti gli strumenti del mestiere, siamo riusciti a incontrare dopo le prove il leader storico dei Nomadi, Beppe Carletti, che in maniera del tutto amichevole ha risposto ad alcune nostre domande.

“Che cosa si prova ad essere il leader storico di un gruppo come i Nomadi?”

 “Io non mi sento un leader, e per di più un leader che dura da 50 anni. Diciamo che quella dei Nomadi è una storia nata con Augusto nel 63’, poi Augusto mi ha abbandonato e non è stato semplice, ma mi ha lasciato in buona compagnia, perché sto continuando un viaggio bellissimo, con degli amici bellissimi e ci stiamo divertendo tantissimo. Mi sento bene!”

10438813_10203787709438178_1901084440_n “Il vostro ultimo album si chiama 50+1, perché?”

“Perché quest’anno sono 51 anni e allora ci siamo fatti un tributo con questo nuovo lavoro. Questo doppio album ripercorre e rivisita brani immortali come “Io vagabondo”, “Noi non ci saremo”, “Un pugno di sabbia”, “Io voglio vivere”… 32 canzoni del passato a cui si aggiungono i due inediti “Nulla di nuovo” e “Come va la vita”. Abbiamo fatto 50+1 in attesa di nuove produzione”.

“A questo punto viene da chiedere subito, 50+1 e poi, progetti per il futuro?”

 “Faremo 50+2, funziona così No? – ride Beppe Carletti – Beh, ne riparliamo l’anno prossimo, per adesso portiamo in giro il nostro tour. Nei giorni passati eravamo in Sardegna, oggi qua a Bettolle, il 7 a Padova, il viaggio continua in giro per tutta Italia. Intanto ci godiamo il presente perché avere la possibilità di stare su un palco con della gente davanti è una casa bellissima. C’è sempre tempo per pensare al futuro!”

“C’è qualcosa nella tua vita da artista che non hai fatto e che avresti voluto fare?”

“Penso che più o meno abbiamo ed ho fatto tutto di quello che c’era da fare. Poi c’è sempre qualcuno che arriva e ti dice “guarda tu questo non l’hai fatto”, Eh va beh! Ad un certo punto bisogna anche accontentarsi. Anche io vorrei andare a suonare dove hanno girato il video gli U2, quello ambientato sopra un grattacielo, hai presente No? Beh, sarebbe bello, ma so che ciò non sarebbe possibile e quindi vado sul palco qua a Bettolle, faccio musica e sto benissimo!”.

10438716_10203787704158046_1515338322_n“Se dovesse dare un consiglio ai giovani che vogliono fare musica adesso, quale sarebbe?”

“Il consiglio è quello di suonare per amore della musica e non per avere successo, perché quando suoni e cerchi il successo a tutti i costi, difficilmente avrai il successo che ti aspetti. Il successo quando arriva non ti avverte, arriva e basta, certo bisogna sempre andare avanti e cercare suoni nuovi e diversi per distinguerti dagli altri, però se tu suoni per avere successo non andrai mai da nessuna parte”.

“Che effetto fa vedere migliaia di fan sotto il palco tutte le volte che suoni?”

“E’ troppo bello, è una cosa che ti riempie, che da la carica ogni volta che sali là sopra, ti stimola a dare sempre il meglio. L’affetto che ricevi è grande, e tutte le volte ti viene sempre voglia di dare di più”.

Ed è questo l’insegnamento giusto da seguire: più fai bene, più il pubblico ne è contento e più dai il meglio. E io aggiungo: le cose belle riescono solo con la collaborazione di tutti e con la condivisione degli obiettivi, senza dover continuamente guardare l’orticello altrui che puntualmente ci sembra sempre più verde. Come ci ha raccontato Beppe, se ci si impegna in qualcosa, si deve fare per il piacere di farla, altrimenti risulterà essere un totale insuccesso.

Ringraziamo Beppe Carletti per questa bella intervista e ci uniamo al saluto che Beppe ha riservato a tutti i nostri lettori, sperando davvero che i Nomadi tornino a trovare la Valdichiana.

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