Gli agricoltori chiedono l’aiuto dei cacciatori. Bettollini sostiene il mondo agricolo e chiede di cambiare le regole
“Come assessore con delega all’attività venatoria non posso che condividere la preoccupazione degli agricoltori e dei cacciatori per il sovrappopolamento degli ungulati nel nostro territorio e in generale in tutta la Provincia di Siena. Il sudore della fronte ed i grandi sacrifici necessari al lavoro dei campi non possono essere spazzati via da una gestione venatoria inadeguata ed inefficiente. È l’ora di dire basta, è l’ora di cambiare”.
Con queste parole l’assessore del Comune di Chiusi Juri Bettollini sposa le preoccupazioni più volte manifestate da Coldiretti, Confagricoltura e Cia e allo stesso tempo lancia l’allarme ungulati anche nel territorio chiusino. Anche a Chiusi, infatti, intere piantagioni rischiano di essere spazzate via dall’elevato numero di ungulati (cinghiali e caprioli) che nell’ultimo anno è cresciuto a dismisura andando ben oltre a quanto il territorio agricolo può sopportare. Se è pur vero che da sempre in Toscana ed anche in Provincia di Siena a causa dell’enorme patrimonio agricolo/forestale (pari a circa il 96% della superficie totale) il problema ungulati è sempre stato presente, è anche vero che nell’ultimo anno, secondo le organizzazioni agricole il fenomeno si è intensificato a causa di una gestione faunistiche non adeguata alle esigenze del territorio senese. Posizione che trova pieno accordo nel pensiero dell’assessore Bettollini.
“Non dobbiamo inventarci la luna – dichiara l’assessore Bettollini – ma semplicemente prendere ad esempio quello che fanno i nostri vicini di casa come Arezzo, Grosseto e Firenze e addirittura in Umbria territorio a noi confinante, ma con leggi regionali diverse e con molti meno problemi dei nostri. Se gli ungulati sono cresciuti nel numero la responsabilità è semplicemente di una gestione inefficiente e di una politica lontana dalle esigenze del territorio. Come assessore e anche come dirigente del Partito Democratico di Siena esprimo la mia più assoluta vicinanza alle associazioni di categoria degli agricoltori e dei cacciatori e chiedo con forza che si possa tornare ad applicare gli strumenti dell’articolo 37 della legge regionale che consentivano interventi di contenimento riconoscendo un ruolo importante al cacciatore. Il mondo dell’agricoltura, della caccia, dell’ambiente e soprattutto della politica devono tornare oggi a dialogare insieme ristabilendo quell’equilibrio che fino a poco tempo era riconosciuto come un valore aggiunto del territorio senese. E’ impensabile infatti che in un momento di grande difficoltà economica per tutti, si debbano utilizzare soldi pubblici per stanziare indennizzi agli agricoltori danneggiati da veri branchi di cinghiali e caprioli non gestiti a priori. Gli agricoltori devono poter lavorare serenamente e godere del frutto del proprio sudore.
Personalmente chiederò un impegno serio alla Provincia e al Partito Democratico da sempre vicino a questa tematica in primis con il suo segretario provinciale Niccolò Guicciardini. Fino ad un anno fa la Provincia di Siena faceva della politica venatoria un esempio per tutta la nazione mentre adesso siamo messi alla berlina dai più e questo trattamento non ce lo meritiamo, così come gli agricoltori non meritano di essere presi in giro da norme assurde create da persone che non sanno dove mettere le mani su questo argomento e che con le proprie scelte si sono rese complici della distruzione di mesi di duro lavoro. Nella nomina della nuova Governance della Provincia tutto questo dovrà essere preso in seria considerazione al pari di altre importante tematiche e non lasciato a margine come se fosse un argomento lontano dagli interessi di tantissimi cittadini dei nostri territori. Da Chiusi parte quindi la proposta di formare subito un tavolo di lavoro con tutti i soggetti istituzionali e politici interessati così da risolvere la questione il prima possibile; ne va della sopravvivenza del nostro territorio e della credibilità di tutto il sistema.”
Il Comune di Chiusi è dunque pronto a schierarsi in prima fila sostenendo e restando vicino a tutto il mondo agricolo gravato oltre che dalla crisi anche dalla calamità di animali selvatici che fanno razzia nei campi di tutta la Provincia. Oltre all’agricoltura il fenomeno dell’aumento degli ungulati è particolarmente sensibile anche per la potenziale pericolosità legata allo sconfinare di animali lungo le strade asfaltate e trafficate delle nostre zone e che purtroppo con gli incidenti provocati quasi giornalmente riempiono le pagine di cronaca dei giornali.
In Toscana da una recente stima effettuata dalla Regione sarebbero presenti circa 400.000 ungulati. Numeri così elevati che non possono non porre agli organi competenti il problema della gestione che non può e non deve causare danni alla coltivazioni né tantomeno essere causa di incidenti stradali a volte purtroppo mortali.