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Quercia delle Checche, le interrogazioni alle istituzioni

Quercia delle Checche, le interrogazioni alle istituzioni

Proseguono le azioni da parte del Comitato “SOS Quercia delle Checche” per la salvaguardia della pianta monumentale, simbolo della Valdorcia. All’impegno dei cittadini e dei volontari, preoccupati per la sorte della Quercia delle Checche, si sono aggiunti negli ultimi giorni alcuni rappresentanti politici e istituzionali, che hanno presentato delle interrogazioni alla giunta regionale e al ministro dei beni culturali.

Ecco l’interrogazione presentata dal deputato PD Michele Anzaldi al ministro Dario Franceschini:

Quercia delle Checche, patriarca verde da tutelare

“Maestosi e affascinanti: sono i grandi ‘Patriarchi verdi’, quegli alberi che si distinguono per età o per particolare valore storico. In ogni parte del Mondo vivono ancora alberi millenari e ultracentenari, testimoni solenni del tempo e della storia ai quali sono sopravvissuti, e per questo considerati veri e propri monumenti. Un esempio per tutti, in Europa, è la quercia di Guernica, piccola cittadina dei paesi baschi, resa celebre dalla maestosa e drammatica tela di Picasso. Oggi, chi si reca a visitare il Museo Guggenheim di Bilbao spesso prosegue il tour con una tappa nella cittadina basca per andare ad ammirare l’antica quercia sotto cui si riunivano i re castigliani ed i consiglieri dell’Assemblea basca.

In Italia, l’idea di iniziare l’attività di ricerca, individuazione e catalogazione degli alberi monumentali nacque negli anni ’80, grazie all’intuizione dell’allora Direttore generale delle foreste, Alfonso Alessandrini che incaricò il Corpo forestale dello Stato di effettuare una ricerca per censire quelle che lui definiva “cattedrali vive, architravi del bosco, puntelli del firmamento”. Il risultato fu sorprendente: l’Italia possedeva un patrimonio di monumenti verdi di circa 22.000 “alberi di notevole interesse”, di oltre 2.000 di “grande interesse” e di 150 di “eccezionale valore storico o monumentale”.

Ma, non è stato sufficiente, la mancanza di una legge nazionale aveva creato un’area di autonomia legiferativa da parte delle regioni, che di fatto rischiavano di indebolire la tutela degli alberi monumentali. Nel gennaio 2013 è stata finalmente approvata dal Parlamento la legge 10/2013 che ha colmato il vuoto legislativo nazionale. L’art. 7 della nuova legge riporta le “disposizioni per la tutela e la salvaguardia degli alberi monumentali, dei filari e delle alberate di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale” definendo i criteri di identificazione e rendendoli univoci ed omogenei su tutto il territorio nazionale
Oggi, almeno sulla carta, questi alberi sono riconosciuti un patrimonio da tutelare. Ma siamo ben lontani dal trasformarli in veicoli di comunicazione storica e culturale. Gestirli come veri e propri monumenti, come accade con la quercia di Guernica, farli diventare un’attrazione per i turisti, li proteggerebbe anche dall’abbandono e dagli atti vandalici. Ultimo, ma non unico è il caso della Quercia delle Checche, un maestoso albero di quasi 300 anni, censito tra i più vecchi d’Italia, posto nel cuore della Val d’Orcia, tra Pienza e Bagno Vignoni. Non una malattia e neanche il maltempo, ma lo stupido gesto dell’uomo ne ha messo a rischio la sopravvivenza. Sembra infatti che nelle notti intorno a ferragosto, un gruppo di persone abbia causato il distacco di un grande ramo che ora giace spezzato e senza vita. Ora, se non si interverrà rapidamente, si metterà a rischio la sopravvivenza di questo antico testimone.

Eppure, la Quercia delle Checche è situata in uno dei luoghi più affascinanti del nostro territorio, quella Val d’Orcia che ogni anno attira migliaia di turisti italiani e stranieri, con i suoi antichi villaggi e con il suo paesaggio incontaminato che tanto influenzò gli artisti del Rinascimento. Ma questa valle è stata anche testimone di importanti vicende storiche, come la nascita di quel Granducato di Toscana che per trecento anni fu uno degli stati più prosperi e moderni d’ Europa. Si potrebbe raccontare ai visitatori che quell’albero ha assistito alla nascita della prima strada ferrata pubblica, quella portentosa opera che collegava Pisa e Livorno con Siena e Firenze, la celebre ferrovia che prese il nome dal Granduca Leopoldo II e che terminava nella oggi famosa ex stazione Leopolda. Furono anni di fermento politico, artistico e civile e si potrebbe narrare, con licenza poetica o meglio storica, che forse, durante le battute di caccia, i notabili del luogo, e magari gli stessi Granduchi di Toscana, si fermassero a dibattere su Pietro Leopoldo d’Asburgo e la sua rivoluzionaria riforma della legislazione criminale, quel celebre Codice Leopoldino che portò la Toscana a diventare il primo stato nel mondo ad abolire la pena capitale, attuando le idee di Cesare Beccaria. Si potrebbe, appunto, ma nel frattempo non si fa nulla anzi si danneggia.

Per questo motivo con il Presidente della Commissione cultura al Senato, Andrea Marcucci, abbiamo scritto al Ministro dei beni culturali, Dario Franceschini, per sapere come sia possibile che la quercia delle Checche, inserita nella lista degli alberi monumentali italiani, sia abbandonata a se stessa, senza alcun controllo, in balia della stupidità umana. Solo riconoscendole il suo ruolo storico e culturale potremo preservarla dall’oblio e proteggere la sua – nostra storia. Scrisse il poeta libanese Khalil Gibran: “Se un albero scrivesse l’autobiografia, non sarebbe diversa dalla storia di un popolo”.

Di seguito pubblichiamo invece l’interrogazione presentata dal consigliere di SEL, Mauro Romanelli, alla giunta della Regione Toscana:

La Regione coordini subito operazioni per tutela e messa in sicurezza di questo bellissimo albero monumentale

“Nella bellissima Val d’Orcia abita un albero molto particolare, la Quercia delle Checche, che, con i suoi 360 anni d’età e i suoi 22 metri d’altezza, oltre che a una chioma di più di 30 metri, riveste un valore storico, ornamentale e paesaggistico di incredibile rilevanza. Quest’albero negli ultimi mesi è passato purtroppo alla cronaca, sia per il cedimento in agosto di uno dei suoi grandi rami, sia per un recente rave party illegale che ha invaso l’area che lo ospita.

quercia 2Da tempo intorno a quest’albero si è riversato l’affetto e l’attenzione di molti cittadini riunitisi in comitato per chiedere che definitivamente la Quercia riceva un monitoraggio e una cura costanti, garantendo sì l’accesso delle persone che vogliono vederla, ma ponendo limiti e segnaletica adeguata. A tal proposito ho quindi presentato un’interrogazione alla Giunta Regionale nella quale chiediamo che la Regione Toscana inserisca finalmente la Quercia nel registro degli alberi monumentali, e che si attivino di concerto con il Comune di Pienza, il Comitato, il Corpo Forestale e il Ministero dell’Ambiente, tutti quegli interventi necessari di natura terapeutica, di cura colturale e gestionale.

Ricordato che la Quercia delle Checche è un albero monumentale situato su un terreno privato in Val d’Orcia, località Spedaletto, nel comune di Pienza, e trattasi di un albero di circa 360 anni d’età, alto 22 metri, con un tronco dal perimetro di circa 4,5 metri e una chioma di oltre 34 metri diametro; ricordato che nel mese di agosto del corrente anno, la monumentale Quercia delle Checche ha subito il cedimento di una delle sue grandi branche e che la vulnerabilità del sito è relativamente elevata, poiché l’albero vegeta al margine di una strada provinciale a discreta intensità di traffico ed è meta di visita da parte di moltissime persone; ricordato che nel mese di settembre nell’area che ospita la Quercia, si è tenuto un rave party non autorizzato e in generale si registrano spesso episodi di “tree climbing” (arrampicata sugli alberi), pericolosi per i rami dell’albero; ricordata la recente relazione a cura di “S.I.A. – Società Italiana di Arboricoltura Onlus”, a seguito del ricordato cedimento, secondo cui l’albero ha bisogno d’interventi urgenti, alcuni di natura terapeutica, altri di cura colturale e gestionale costante;

Considerato che la Quercia delle Checche riveste un valore storico, ornamentale e paesaggistico incommensurabile, tale da costituire una delle perle che caratterizzano il paesaggio della Val d’Orcia; interroga la Giunta Regionale per conoscere:
– Quali azioni intende intraprendere per contribuire alla tutela e alla messa in sicurezza della Quercia delle Checche,
– Se intende inserire l’albero nel Registro delle piante monumentali

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