“Aspirante poeta in gioventù, Ivan è diventato famoso per aver scritto una serie tv sugli zombi. Conosce Valentina, se ne innamora, e presto hanno un figlio. Ma una sera d’inverno lei viene travolta e uccisa da un’ automobile… Quello che scoprirà Ivan, con un inatteso colpo di scena, gli aprirà una nuova consapevolezza di sé, del mondo che lo circonda e un nuovo rapporto con suo figlio…”
Quello che avete appena letto non è il vaneggiamento della nostra redazione, ma è un estratto della trama del nuovo libro di Francesco Bianconi, frontman dei Baustelle. A darne notizia è Bauaffair.it, tramite la loro pagina Facebook, in un post attraverso il quale i responsabili della community hanno diffuso i dettagli della trama e il nuovo libro in uscita.
In attesa del libro di Francesco, La Valdichiana, in qualità di Valentina e Tommaso, ha incontrato i Baustelle, durante le prove del loro concerto che si è svolto a Montepulciano nel luglio scorso. Con loro, La Valdichiana ha parlato di “Fantasma Tour”, il tour dei Baustelle giunto ormai ai titoli di coda, ma ha avuto anche l’occasione di parlare di argomenti più ampi, come la crisi e il consegunete cambiamento della scena musicale locale e nazionale.
Francesco: “Il bilancio è positivo, perché tutti i concerti che abbiamo fatto durante questa tournée sono stati sempre dei successi. C’è stata sempre tanta gente, abbiamo ricevuto tanto dal pubblico e di questo ne siamo contenti. Il disco non era facile trasportarlo dal vivo perché Fantasma è un disco orchestrale e complesso, sono canzoni, ma sono canzoni un po’ strane e quindi devo ringraziare tutto lo staff che ha lavorato con noi, perché è grazie ad una squadra stupenda, che ha lavorato bene, se abbiamo raggiunto un ottimo risultato”.
Cantare a Montepulciano, la vostra patria, quali sono le sensazioni che vi suscita questa cosa?
Francesco: “Suonare a Montepulciano ha una doppia sensazione! Suonare a Montepulciano è come giocare in casa, però quando suoni o giochi in casa, vengono a vederti parenti e amici, e quindi c’è un po’ più di agitazione del solito”.
Rachele: “Io sono molto più emozionata del solito. Questa cosa l’aspettavo da mesi e adesso che è arrivata non nego la mia e la nostra agitazione”.
Qual è il consiglio che dareste ai ragazzi della Valdichiana che scelgono di svolgere l’esercizio creativo e il lavoro culturale.
Francesco: “Bisogna crederci, lavorare tanto, sbattersi parecchio, anche quando le istituzioni sembrano giocare contro di te, nessuno ti aiuta e quindi ti devi dare molto da fare. Nessuno ti aiutava neanche quando abbiamo iniziato noi e adesso forse è anche peggio”.
Francesco: “Certamente è più facile farlo ora qui adesso di quando abbiamo iniziato noi”.
Claudio: “Adesso ci sono molti più mezzi di comunicazione, quando abbiamo iniziato noi tutto quello che c’è oggi non c’era e quindi per noi è stato più difficile”.
Francesco: “Anche a Milano c’è crisi delle case discografiche, per cui forse conviene fare la propria musica stando lontano anche dal centro di lavoro. La crisi è allo stesso tempo crisi ma anche un opportunità perché con la crisi c’è molta più libertà. Quando abbiamo iniziato noi dovevi fare per forza un videoclip con dei requisiti ben precisi che costava più di sei milioni di lire perché dovevi andare su MTV o Video Music.Claudio: “Si, c’erano dei percorsi prestabili!”.
Francesco: “Per fortuna adesso non ci sono più e c’è più libertà, ognuno può fare il proprio videoclip, senza tanti requisiti”.
Rachele: “Ogni impedimento è giovamento, dicevano. Ed è così”.
La scena è cambiata, la crisi ha appiattito i livelli clitici della scena musicale, ci sono più opportunità. Voi che siete il simbolo della musica indipendente che emerge e che arriva a canali di comunicazione più ampi, oggi come vi collocate in scena completamente trasformata?
Francesco: “In realtà io non mi colloco, non l’ho mai fatto! Quando penso ai Baustelle non mi sono mai sentito all’interno di una scena indipendente, piuttosto che major, io credo che non ci dovrebbero essere distinzioni. Le distinzione servono ai giornali, ovvio, però io siccome non faccio giornalismo ma faccio musica non mi colloco e ti posso dire che la scena è cambiata e insieme la musica.
Mi piacere rispondere a questa domanda in maniera ottimistica, ovvero, che oggi più di quando abbiamo iniziato noi è possibile fare musica anche da Montepulciano, piuttosto che da Voghera, non è più necessario andare a Milano e inchinarsi a questo o quell’altro tipo di standard. Paradossalmente, posso dire che nella crisi la libertà aumenta!”.
La crisi è libertà! Ed anche secondo è così. La crisi porta a sperimentare, fare cose nuove e a scommettere in se stessi, mettere a frutto le proprie capacità per cercare di sopravvivere in una realtà sempre più complessa, se questo è il giusto modo per definirla, dove, spesso, non è il merito che paga ma i favoristismi o il clientelismo.
Valentina e Tommaso ringraziano i Baustelle per la loro disponibilità nel concederci questa bella intervista.
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