Giovedì scorso, è stata presentata al mondo la nuova opera di Renzo Piano, il celebre architetto italiano: la restrutturazione e l’ampliamento degli Harvard Art Museums a Cambridge, Massachusetts. Piano ha dichiarato di essersi ispirato alla città di Montepulciano per dare nuova vita al cortile interno del museo, con l’intenzione di renderlo simile a una piazza italiana.
“È come imbattersi in una piazza rinascimentale di Montepulciano, nel cuore di Harvard. Una prospettiva singolare. È la prova di quanto sia ammirata qui in America la visione italiana della città, della civitas. Non voglio solleticare il nostro ego nazionale, però va pur ricordato che i nostri talenti non sono affatto disprezzabili“.
Queste le parole dell’architetto in un’intervista rilasciata ieri 7 novembre a Repubblica:
Il “contenitore” del nuovo museo, in parte viene da Montepulciano. Ci racconti questa strana storia…
“Comincia alla fine dell’Ottocento con un architetto americano che s’innamora di un palazzo rinascimentale di Montepulciano. E si mette in testa di rifarne la facciata qui, identica. Poteva essere un’operazione kitsch, come se ne fecero tante nell’America di allora, piena di complessi d’inferiorità culturale, impegnata a scopiazzare stili euro- Invece la riproduzione della facciata di Montepulciano è stata rigorosa, anche nei materiali usati: travertino della cava di Tivoli. La facciata è stata replicata quattro volte, fino a formare il quadrilatero di una piazza all’italiana. Proprio quello che mi serviva. L’ho pulita, alleggerita, rialzata, bagnata di luce naturale. Ora, se ti corichi a terra al centro del museo vedi… Montepulciano, e là sopra il cielo!”.
In una seconda intervista, rilasciata per il magazine Metropolis, Piano dichiara:
Sono stato sorpreso di trovarvi dentro un pezzo di Montepulciano [Piano si riferisce al cortile del Fogg Museum, modellato sulla base della facciata di una canonica di Montepulciano del quindicesimo secolo]. Di solito, quando viene realizzata una replica di un edificio storico, il risultato può essere kitsch, ma in questo caso invece era molto ben fatta, con le giuste proporzioni. Ho pensato immediatamente che il cortile sarebbe dovuto diventare il cuore del nuovo progetto, un centro di gravità. Volevamo rendere il museo, nel quale sono racchiusi anche un centro di studi e delle gallerie d’arte, un vero edificio pubblico. Volevamo che il piano terra restasse completamente aperto al pubblico, in modo che gli abitanti della zona e i ragazzi del campus potessero entrarvi liberamente. È un gesto di aprtura, accessibilità e condivisione”.
Lo scopo dell’imponente progetto di rinnovamento, iniziato nel 2008, era quello di riunire in un’unica struttura altri due importanti musei d’arte: il Fogg Museum, il Bush Reisinger Museum.
Renzo Piano è celebre in tutto il mondo per le sue opere, tra le quali figurano il grattacielo The Shard di Londra, lo stadio San Nicola di Bari e l’edificio del New York Times a Manhattan.
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