Raccontare non è mai facile, soprattutto un tema difficile come la guerra civile. Eppure, Ruben e Filippo non si sono scoraggiati. Anche se la guerra civile siriana è in corso da quasi quattro anni, da quando la Primavera Araba ha intaccato il governo di Assad e ha fatto precipitare il paese in un periodo di nevrosi bellica, la necessità di raccontare quello che sta succedendo è evidente a tutti.
Una necessità particolarmente sentita dai giovani reporter siriani, che sono i protagonisti del documentario “Young Sirian Lenses” di Ruben Lagattolla e Filippo Biagianti. Dei giovani attivisti media di Aleppo che si trovano a vivere in mezzo alle bombe e che cercano di far passare all’esterno le informazioni della lotta contro il regime di Assad e la drammatica situazione che sta vivendo la popolazione, tra forze contrapposte e corpi dilaniati tra le macerie.
Aleppo, Tokyo, Montepulciano. Un legame particolare tra città così lontane tra di loro: dalla Siria alla Valdichiana, fino al Giappone. Il documentario ha come intento quello di raccontare la realtà siriana con un approccio umano, senza cadere nella retorica dell’appartenenza religiosa o della spettacolarizzazione della guerra. Un progetto portato avanti e concluso senza budget, in maniera indipendente e volontaria, girato tra il 30 aprile e il 9 maggio 2014 ad Aleppo. Le riprese sono state curate da Ruben Lagattolla, giovane cameraman marchigiano che ha già lavorato sul campo sociologico nel Medio oriente e nei Balcani. Le riprese in Siria hanno avuto come tema centrale l’attività dei ragazzi che lavorano nei network di informazione locali, i loro rapporti con la popolazione, la censura e i media internazionali, per testimoniare i tragici episodi che si verificano ogni giorno ad Aleppo.
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Dopo un lungo periodo di montaggio, i due autori hanno pubblicato “Young Syrian Lenses” e hanno cominciato le prime proiezioni. Hanno viaggiato in tutta Italia con circa 50 date, con il patrocinio di Amnesty International, passando per la selezione ufficiale al RIFF (Rome Independent Film Festival). Nei primi giorni di settembre saranno a Grosseto per il Clorofilla Film Festival, mentre a ottobre li aspetta il Pisa Film Forum.
Il loro più grande obiettivo, tuttavia, resta Tokyo: il 12 ottobre si terrà la nuova edizione del UNHCR Refugee Film Festival, una vetrina internazionale perfetta per far conoscere il loro lavoro e la situazione di Aleppo, per far sì che il loro racconto possa avere un’influenza positiva sulla guerra civile siriana. Un altro poliziano è stato coinvolto nel progetto, quasi per un segno del destino: Michelangelo Severini, originario di Montepulciano, che lavora all’Istituto di cultura italiana a Tokyo, li attende nel paese del Sol Levante per la presentazione ufficiale del documentario.
“L’importanza di partecipare a questo festival è elevata – spiegano i due autori – in quanto ci permetterà di parlare nel contesto delle Nazioni Unite del dramma siriano e di continuare la sensibilizzazione ad agire in maniera seria su questo paese dimenticato! Anche nel caso in cui non sia possibile per voi contribuire al progetto, se ritenete che sia valido condividete la pagina e suggeritelo a degli amici che potrebbero essere interessati.”
La situazione in Siria è drammatica, e anche la possibilità di raccontarla con uno sguardo indipendente è un diritto che non possiamo perdere. Per questo sosterremo il progetto “Young Syrian Lenses“, con la speranza di organizzare una proiezione del documentario nel nostro territorio.
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