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La Giostra del Saracino di Sarteano, una sfida d’altri tempi

La Giostra del Saracino di Sarteano, una sfida d’altri tempi

Ai piedi del Castello, tra i sontuosi costumi delle comparse, la Giostra del Saracino anima da tempo immemore le estati di Sarteano. Parente nobile di altri giochi di forza e abilità, tra i quali l’antico “Gioco della Pugna”, annovera alcune edizioni eccellenti, come quella organizzata in occasione della venuta di Papa Pio II a Sarteano, nel 1458, o delle visite in epoche successive da parte dei Granduchi di Toscana. L’antichissima tradizione affonda le proprie radici nel 1300 e nasce dai frequenti e sanguinosi tornei cavallereschi, prima di assumere la forma di giochi popolari attorno ai quali si articolerà via via la vita sociale e culturale di tutta la comunità. Un’eredità nostrana di quelle “Chansons de geste” che fin dall’epoca di Carlo Magno e poi delle Crociate raccontarono di imprese eroiche e mortali duelli. In uno di questi impietosi tornei perse la vita Enrico II, re di Francia, trafitto ad un occhio. Accadeva a Parigi il 10 luglio del 1559 e fu l’ultimo nel suo genere.

Dal 1982 è tornata a svolgersi con continuità il Ferragosto di ogni anno, trasformando la bella piazza Bargagli in un’arena d’altri tempi. Cinque sono le Contrade in cui è diviso il paese, ognuna delle quali schiera sul tufo il proprio giostratore a cavallo, vestito come da tradizione e con i colori del popolo per cui corre. I colori delle Contrade sono: San Andrea: rosso e azzurro; San Bartolomeo: bianco e viola; San Lorenzo: bianco e rosso; San Martino: bianco e celeste; SS Trinità: giallo e viola. I cavalieri, armati di asta, devono infilare durante la corsa un anello del diametro di 6 cm posto sullo scudo del Buratto, la tipica statua di legno a mezzo busto che rappresenta il Saracino, il predone arabo nemico per eccellenza, adattata su un supporto che la rende girevole. La sfida si ripete per cinque carriere e vince la Contrada che ha totalizzato il maggior numero di centri. Il giostratore che per errore colpirà lo scudo riceverà una simbolica punizione dal mazzafrusto applicato sul braccio teso della statua.

Quest’anno le Giostre sono state due, perché oltre a quella tradizionale di Ferragosto, che già sta animando la vita di Sarteano, a luglio si è tenuta quella straordinaria dedicata a Leonardo Da Vinci. Un’edizione speciale da tutti i punti di vista, a partire dalla dedica al genio universale nell’anniversario dei 500 anni della sua morte. Una scelta importante, che ha collocato la storica sfida sarteanese in un calendario di eventi ben più ampio di respiro regionale. Non a caso il sindaco Francesco Landi e il presidente della Giostra Sergio Cappelletti si sono recati a Firenze nei giorni precedenti per la presentazione ufficiale a Palazzo Panciatichi, sede della Regione Toscana.

La vittoria di San Martino nella Giostra del Saracino di Luglio

A luglio il giostratore che vestiva i colori di San Martino ha vinto cinque carriere su cinque, non facendo assaggiare il sapore del tufo a nessuno uno degli anelli posti sullo scudo del Buratto raffigurante il moro levantino. Le ficcanti stoccate di Tony Bartoli hanno incantato la piazza, sprigionando la gioia della Contrada biancoceleste che, ormai certa del verdetto finale, ha fatto tremare di gioia anzitempo le tribune rivolte verso Porta Umbra. Il capitano Francesco Ciaccioni ha consegnato quindi a San Martino una vittoria attesa da sei anni, aggiudicandosi l’edizione straordinaria di luglio 2019 della Giostra del Saracino di Sarteano.

Se a contare è l’abilità del cavaliere, al cavallo non spetta certo un ruolo secondario. Come in tutti i giochi equestri, anche nella Giostra del Saracino di Sarteano più di ogni altra cosa vale il rapporto unico e intimo che si instaura tra l’uomo e l’animale, la ricerca di quella sintonia che può davvero fare la differenza. Il tufo steso in piazza Bargagli non dimenticherà facilmente l’impronta decisa degli zoccoli di Nanut, lanciato al galoppo dal suo cavaliere contro il predone arabo, colpevole di aver terrorizzato per secoli le popolazioni cristiane con le sue devastanti scorrerie. A loro due il merito di aver regalato al popolo di San Martino l’emozione del Palio dipinto dal pittore Efrem Mauro Meloni. Alle altre Contrade è andato l’onore delle armi, con i tre anelli infilati da Santissima Trinità e San Lorenzo e le due stoccate valide del giostratore che vestiva i colori di Sant’Andrea. L’asta di San Bartolomeo è rimasta invece a digiuno, facendo inghiottire un boccone amaro al popolo biancoviola.

In piazza nell’edizione di luglio 2019 si è visto anche un esordiente, il giostratore Pier Giorgio Perugini, che ha fatto sperare la contrada di Santissima Trinità. Tra i sarteanesi sono in tanti a dire che sentiremo parlare di lui in futuro, avendo dato prova di grande maestria con l’asta. Ora non resta che attendere Ferragosto, quando la Giostra del Saracino sarà preceduta anche dal saggio di abilità con la bandiera da parte degli Sbandieratori di ciascuna Contrada. Ad oggi il Signore degli Anelli è Tony Bartoli su Nanut, ma chi tra pochi giorni riuscirà a sconfiggere nuovamente i turchi prenderà il suo posto. Che vinca il migliore!<

La Tratta dei Bossoli della Giostra del Saracino di Ferragosto
(Articolo a cura di Enrico Bertelli)

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