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Luther – uno Sherlock Holmes violento?

Luther – uno Sherlock Holmes violento?

Il 2 luglio è andato in onda il primo episodio della terza stagione di Luther, serie televisiva inglese, trasmessa su BBC One. La serie, scritta ed ideata da Neil Cross, è un poliziesco che, per i suoi toni molto scuri e per lo stile, può essere facilmente paragonata a film thriller come Il silenzio degli innocenti.

Protagonista. La serie prende il nome dal suo protagonista John Luther, impersonato da Idris Elba, attore diventato famoso oltreoceano grazie alla serie televisiva The Wire e recentemente per aver impersonato Stacker Pentecost nel film Pacific Rim. John Luther è capo detective nella divisione della polizia di Londra che si occupa di omicidi seriali. Non è il classico “poliziotto buono”, spesso ha degli scatti d’ira, usa metodi violenti con i sospettati e sembra sempre lottare contro il mondo. Lasciato dalla moglie e ritornato in servizio dopo una sospensione disciplinare dovuta proprio al suo atteggiamento, Luther diventa uno stacanovista e si butta a capo fitto nei casi di omicidio con una passione quasi viscerale. Pur rimanendo molto razionale, Luther sembra abbandonare un atteggiamento freddo e clinico nei confronti dei sospettati, tipico dei detective protagonisti dei romanzi più famosi, a cominciare da Sherlock Holmes. John Luther è inseguito dagli errori commessi in passato soprattutto per il suo comportamento impulsivo, la commissione disciplinare gli starà alle calcagna per tutte e tre le serie. Idris Elba, riflettendo sul suo personaggio ha commentato:

“Sapete quando guardate il notiziario e vedete che qualcuno ha ucciso i suoi figli? E il tuo istinto è “se ce l’avessi sotto le mani!”, ecco questo è quanto succede a Luther ma lui è un poliziotto, un uomo di legge e, quando ha tra le mani questi uomini, non sempre segue la procedura. Lui diventa vendicativo quanto un criminale”.

Londra. L’intera serie è girata nella capitale del Regno Unito. Quasi sempre le scene si svolgono in notturna o in giornate piovose con una scarsa luminosità. Tutto questo contribuisce a dare alla serie un tocco “dark”, riportandoci alle ambientazioni vittoriane  descritte nei romanzi di Arthur Conan Doyle o di Edgar Allan Poe.

Killer. La serie parla quasi sempre di delitti commessi serialmente e con modalità molto spesso grottesche. Le scene macabre e l’efferatezza spingeranno Luther a cercare l’assassino con ogni mezzo, con il quale giocherà una sorta di partita a scacchi. In certi momenti si intravede da parte del detective, una sorta di ammirazione e senso di competizione nei confronti degli assassini.

Personaggi. Si nota da subito che gli altri personaggi nella serie giocano un ruolo decisamente secondario. Vi è però qualche eccezione. Nel primo episodio della prima stagione, John incontra Alice Morgan (interpretata da Ruth Wilson), la figlia di una coppia che è stata uccisa, con cui il detective intreccerà una relazione ambigua e pericolosa. Ad affiancare Luther nelle indagini c’è sempre un giovane detective Justin Ripley (Warren Brown) che molto spesso difenderà John dalle accuse contro l’uso di metodi non molto ortodossi.

Serie. La struttura delle stagioni non è sempre la stessa:  la prima è composta da sei episodi, invece sia la seconda che la terza da quattro. Si apprezza uno stile di narrazione che va contro i canoni tradizionali del giallo, infatti sin dalla prima scena si capisce chi è l’assassino. La narrazione sarà incentrata sull’abilità di Luther nell’interagire con gli indizi raccolti, nell’ipotizzare moventi, ma soprattutto nel relazionarsi con quello che sospetta essere il killer, utilizzando come sempre i suoi soliti metodi.

La consiglieresti? Si dimostra essere diversa da tante altre serie poliziesche che finiscono solamente per annoiare lo spettatore con una trama il più delle volte scontata. La serie è corta, quattordici episodi, non è un capolavoro che è indispensabile guardare, ma si dimostra un buon prodotto, soprattutto ben curato e con la voglia di voler dare un tocco di originalità.

Voto. 7.5/10

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