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Tra Europa & Valdichiana: Europa e Cultura

Tra Europa & Valdichiana: Europa e Cultura

Valdichiana ormai è sinonimo di cultura, con la candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2026 l’Unione dei comuni della Valdichiana senese ha fatto un nuovo passo nella direzione che si è posto: quella di essere una culla per arte, cultura e soprattutto per la riscoperta di un turismo oltre la superficie. Un obiettivo che si riflette però prima di tutto sui cittadini, per i quali i tanti festival e le molte occasioni di fruizione di spettacoli, concerti, etc. sono all’ordine del giorno e rappresentano tanti momenti di arricchimento culturale. Questo vale ovviamente anche nella Valdichiana aretina e umbra, con tutto il territorio che sembra avere una visione -seppur con molte identità al suo interno- condivisa.

Abbiamo intervistato Angelo Romagnoli, che conosce bene il territorio e che è stato Chief Artistic Coordinator della candidatura di Siena a Capitale Europea della Cultura 2019. Infatti per “Tra Europa & Valdichiana” abbiamo voluto fare un piccolo passo indietro e chiedere a qualcuno che avesse al contempo un occhio esperto ed esterno.

F – Angelo, sei attore di prosa, ricercatore, professore universitario. Dicci qualcosa del tuo rapporto con le nostre zone dal tuo punto di vista:

“Come sai ho abitato a Chiusi per un paio d’anni e ho vissuto l’isolamento del covid da solo in un palazzo storico del centro. “Come ripartire da qui” è stata la domanda che mi sono posto, come tanti.”

F – e che risposta ti sei dato?

“La Valdichiana mi sembra un territorio che ancora non riesce a mettere a sistema le sue differenze. Spero davvero che il lavoro di Valdichiana 2026 vada avanti pensando che un concorso di capitale italiana o europea serve molto di più a progettare e a farsi domande che a vincere.”

F – Il sistema di cui parli in effetti manca, per quanto le collaborazioni siano all’ordine del giorno manca un approccio che programmi le cose insieme. Se è vero che le distanze non rendono la vita facile, bisogna ricordare che In Valdichiana abbiamo tante eccellenze, dalla Fondazione Cantiere all’apertura europea che si respira a Castiglione del Lago, passando per il sistema museale e bibliotecario sempre più connesso.

“Sicuramente è così e il fatto che si sia messa insieme una partnership così ampia e articolata è la prova che si è nella direzione giusta. Serve però insistere su una riflessione di lungo periodo. Normalmente ci si lascia fuorviare dalla ricerca di ritorni d’immagine immediati a scapito di una progettazione paziente e alle volte frustrante. Dieci anni fa ormai, Siena prese molto male la sconfitta e non soltanto lasciò andare via un gruppo di ventenni preparatissimi, ma abbandonò idee e persone che hanno poi generato progetti forti e vincenti come Bourges 2028 e L’Aquila 2026. D’altra parte, in Valdichiana ha trovato spazio e sviluppo autonomo uno dei progetti partner di Siena 2019, The Complete Freedom of Truth, che si è poi evoluto in direzioni e risposte diverse, legate a questioni di questi luoghi.”

F – Le criticità sono proprie di ogni percorso, non c’è una cura unica, ma secondo te come si potrebbe prevenire questa dispersione di energie e visioni comuni:

“insistendo sulla formazione delle risorse umane e sulla continua espansione delle reti relazionali, gli strumenti come i progetti Erasmus Plus o, con più lavoro e competizione, i Creative Europe possono cofinanziare e dare più forma alla vostra visione del territorio e della comunità. Che è destinata a cambiare con il tempo.

F – ed è per questo che è fondamentale che i cittadini siano i primi ad avere “fame” di cultura e ricerchino continuamente opportunità che ci sono ma che magari non sono facilmente accessibili. Tu, come dicevi hai vissuto qua, hai qualche buon esempio particolarmente a cuore di come il territorio possa essere fertile e aperto a questo genere di iniziative?

“Ho esperienza diretta della voglia di internazionalizzazione della Fondazione Orizzonti di Chiusi che ha ospitato l’International Platform for Performer Training. La progettazione di Sarteano in questi anni è l’esempio che meglio conosco che riveli il reale valore dei progetti culturali su scala locale. Con la loro attività si è arrivati alla creazione di rapporti con istituzioni europee che sarebbero altrimenti inconoscibili e irraggiungibili. Queste sono opportunità di sviluppo locale e di occupazione che vanno perseguite in ogni modo: il modello turistico della Tuscan Experience non soltanto ha costi nascosti enormi legati al degrado del territorio ma ha un impatto fortemente negativo sul tessuto sociale se l’unica risposta occupazionale è nella ricettività.”

F – Una riflessione che mi sento di condividere, il mordi e fuggi, il turismo che sfrutta, sono lontani da quello che può davvero far crescere il territorio. Un conto è lo sfruttamento dell’immagine, un conto è uno sviluppo che sia anche in grado di tenere conto dei cittadini. Può quindi un modello alternativo rappresentare uno strumento per contrastare i fenomeni che mettono a rischio di sfruttamento la Valdichiana per come è oggi, ma anzi, proporre qualcosa di costruttivo?

“L’azione culturale in rete europea diventa uno strumento fondamentale per combattere lo spopolamento e la perdita di giovani, che vanno diminuendo. Vale la pena pensare alla cultura come una delle prime attività produttive del territorio che, come dicevo, crea sostrato e relazione con realtà geograficamente lontane. È un lavoro sul lungo periodo che richiede una riflessione concreta e visionaria della collettività.

Queste le parole di Angelo Romagnoli, che ringraziamo. Con Tra Valdichiana & Europa cerchiamo di stimolare il dialogo e la riflessione, dare spunti che possano portare all’approfondimento ed infine, ad un voto più consapevole alle prossime elezioni europee (e in alcuni dei nostri comuni) dell’8-9 giugno.

Alla prossima settimana!

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