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Sdirazzare: Il mondo visto dal margine – Un’introduzione

Sdirazzare: Il mondo visto dal margine – Un’introduzione

In ogni contesto ci sono persone marginalizzate: cioè, messe al margine. Persone, gruppi spinti via, come se non dovessero far parte della realtà (di una realtà specifica, o della realtà tutta). Solo per rimanere agli esempi più semplici, in un mondo razzista come il nostro le persone razzializzate sono messe al margine; la nostra società è costruita sull’oppressione e lo sfruttamento delle donne… e così via. Vi verranno in mente molti altri casi, ce ne saranno altrettanti che non conoscete.

Scrivere dal margine

Qui a La Valdichiana vogliamo dare voce a questi margini. Perché chi vive il margine di una realtà può raccontare quella stessa realtà in modi nuovi, in grado di scardinarne le dinamiche. Come scriveva bell hooks, “la marginalità è un luogo di radicale possibilità […] da cui guardare, creare, immaginare alternative e nuovi mondi”1. Vogliamo fare la nostra parte, quanto più possiamo, per la creazione di un mondo più giusto. E crediamo che per farlo sia necessario raccontare anche il margine e il mondo dal margine.

Abbiamo tentato di farlo già nel 2019, con la rubrica Valdichiana Arcobaleno. Ora scriviamo questo articolo per dare il via a un nuovo progetto: “Sdirazzare”. Questa parola è un verbo del dialetto chianino che significa “compiere azioni diverse rispetto a quelle dei genitori o dei parenti” (citiamo dal nostro Vocabolario chianino). Insomma: uscire dal solco tracciato da chi è venuto prima di noi.

Questa azione, “uscire dal tracciato”, si può compiere in molti modi, e tra questi c’è anche la scrittura, il racconto del mondo. La rubrica “Sdirazzare” sarà questo: un luogo di espressione per punti di vista che “sdirazzano”, che vedono ciò che non viene usualmente considerato. Ovvero, punti di vista che vengono dal margine: “essere nel margine significa appartenere, pur essendo esterni, al corpo principale”, scriveva bell hooks; significa vedere in contemporanea margine e centro. Chi sta al centro non può farlo.

Cosa c’è al margine?

Quando si parla dei/dai margini spesso ci si basa sulle identità o su specifiche caratteristiche identitarie: queerness, disabilità, immigrazione, razzializzazione, malattie croniche sono solo alcune delle caratteristiche che configurano dei margini. Le identità, però, non sono fisse, e sono difficili da definire: ogni persona è molte cose tutte insieme. Inoltre, possedere una determinata caratteristica non significa necessariamente guardare il mondo dal margine.

Facciamo un esempio: prendiamo un uomo gay (cisgender, non disabile, benestante, non razzializzato e così via); in determinati contesti il solo fatto di essere gay mette al margine una persona. Cosa succede però se il suo punto di vista rinforza tutto ciò che si racconta “al centro”? Se questo uomo crede che essere gay non sia naturale? Oppure sostiene che il matrimonio gay debba essere la massima aspirazione per il cambiamento della società? Non credo che il suo punto di vista “sdirazzi” rispetto a quello del centro.

Una caratteristica o un’identità non basta a fare un punto di vista, anche se spesso contribuisce al modo di guardare il mondo. Due persone che condividono molte caratteristiche identitarie possono vivere e guardare la realtà in modi molto diversi. Per questo “Sdirazzare” non si baserà sulle identità delle persone che scriveranno, ma sui loro punti di vista.

Il ruolo della redazione

La redazione del nostro magazine, in questa nuova rubrica, farà solo da tramite: cercheremo persone che abbiano prospettive interessanti sulla realtà e daremo loro lo spazio per esprimersi, ma non ci saranno interventi sul testo. Al netto di eventuali correzioni ortografiche/sintattiche, non faremo alcuna pressione per cambiare il contenuto, lasceremo che il punto di vista di chi scrive possa esprimersi in totale libertà.

Questo significa che da un articolo all’altro potranno trovare spazio posizioni che non sono completamente affini o che sono apertamente in contrasto: per rendere il mondo più giusto non c’è una risposta unica; per raccontare la realtà nelle sue molte sfumature c’è bisogno anche del conflitto.

Chissà che, dopo uno di questi articoli, inizierà a “sdirazzare” anche chi finora è rimastǝ nel tracciato. Sdirazzare, dopotutto, non è una cosa che si è, è una cosa che si fa.

Note

1. bell hooks era una scrittrice, professoressa, attivista. I brani citati vengono tutti dal suo “Elogio del margine / Scrivere al buio” (Tamu, 2020).

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