E così è finita. È finita in una domenica di fine settembre. È finita anche se tutti avrebbero voluto che continuasse per sempre. È finita Breaking Bad: la serie perfetta.
Breaking Bad (in Italia Breaking Bad – Reazioni collaterali) è stata una serie di successo, trasmessa fino a domenica scorsa su Amc, partorita dalla mente di Vince Gilligan, già produttore esecutivo e scrittore di X-Files.
Chi vi parla ha visto tante, tantissime, serie tv, ma nessuna di queste può essere paragonata a Breaking Bad. Questa serie rappresenta la perfezione sotto tutti i punti di vista: la storia, i personaggi, lo stile, la regia, gli attori, la fotografia. Di solito sono uno che trova difetti in tutto, anche nelle cose più belle, ma non riesco a trovarne alcuno in Breaking Bad.
Trama (no spoiler). Per non rivelare niente della serie, mi limiterò a raccontarvi il cuore dei primi minuti del primo episodio, nella speranza che chi ancora non abbia guardato la serie, cerchi di provvedere subito. Walter White (Bryan Cranston) si sente un perdente: professore di chimica in un liceo di Albuquerque, New Mexico, vive una vita misera, dividendosi tra un insoddisfacente lavoro di insegnante, un deprimente lavoro part-time presso un autolavaggio, e una familiare modesta, con la moglie Skyler (Anna Gunn) alle prese con i problemi di una famiglia in bolletta, ed il figlio Walt Junior (RJ Mitte), che sembra avere occhi soltanto per l’eroe della famiglia, lo zio Hank (Dean Norris), agente della DEA (squadra anti-droga). Ad aggravare tutto ciò arriva una brutta notizia: a Walt viene diagnosticato un cancro ai polmoni. Purtroppo (grazie al sistema sanitario americano) non può permettersi i trattamenti che potrebbero curarlo e la sua morte lascerebbe la famiglia sul lastrico, ma dopo aver incontrato un suo ex studente Jesse Pinkman (Aaron Paul), il classico reietto della società, Walt decide di non gettare la spugna, e di trovare un modo di fare soldi.
Crescendo part 1. La serie, trasmessa per la prima volta su AMC il 20 gennaio 2008, è nata come una serie di nicchia, per quei pochi che sin da subito avevano intuito la qualità e la grandiosità di Breaking Bad. Poi, come un epidemia, si è diffusa, attraverso il classico passaparola; personalmente credo di averne consigliato la visione a qualsiasi persona che abbia incontrato. Facendo parlare i dati, la prima stagione negli Stati Uniti, ha avuto un ascolto medio di 1,2 milioni di telespettatori, la seconda stagione 1,7, la terza 1,8, la puntata premiere della quarta stagione 2,58 milioni di telespettatori, la prima puntata della quinta si è assestata sui 2,93. La seconda parte dell’ultima stagione ha infranto ogni record: la prima puntata ha segnato 5,92 milioni di spettatori, Ozymandias episodio preludio al finale è riuscito ad andare a quota 6,37 milioni. L’ultima puntata della serie è entrata nella storia della televisione: domenica 30 settembre 10 milioni e 300 mila telespettatori, dieci volte tanto l’ascolto medio della prima stagione, erano incollati allo schermo per vedere Felina, il gran finale della serie, il canto del cigno.
Crescendo part 2. Breaking Bad è stato un crescendo non solo di spettatori, ma anche di qualità. Ogni stagione è stata meglio della precedente, ed ogni episodio meglio di quello prima. La storia viene definita piano piano, diventa più densa, i personaggi assumono sempre più rilievo, la regia e la fotografia aumentano di qualità, come a segnare un intensità sempre crescente. Anche la critica ha più volte segnato questo crescendo di qualità aumentando il giudizio da stagione a stagione.
Stile e Ritmo. Anche sotto questo punto di vista la serie è perfetta. I cambi di ritmo sono spesso repentini: si alternano lunghe ed estenuanti, fasi di tensione a colpi di scena inaspettati che ti lasciano senza respiro. La serie mescola più stili riuscendo a spaziare dal drama, dove si colloca per sua natura, al crime, al pulp, fino a fantastici spunti di black comedy, senza mai risultare forzata.
I personaggi. Il bello della serie è che non potete mai farvi un giudizio definitivo sul ruolo un personaggio. Ad ogni stagione i ruoli verranno stravolti, non ci sarà mai un personaggio totalmente negativo o totalmente positivo. Quello che giudicherete in una puntata come un totale imbecille, la puntata dopo sarà un genio.
I premi. La critica ha praticamente esaurito ogni premio disponibile per questa serie. Breaking Bad può vantare di aver vinto ben 7 premi Primetime Emmy Awards, tra cui miglior serie, miglior episodio, miglior attore protagonista, miglior attore non protagonista e miglior attrice non protagonista. Ha vinto ben 50 premi su 151 nomination.
Voto 10/10. È la migliore serie che abbia mai visto. Devo ancora superare il “trauma” dell’ultima puntata. Credo sia difficile che altre serie raggiungano tale livello. Se ancora non lo avete già fatto, dovete assolutamente guardarla.
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Forse la perfezione non esiste, ma Breaking Bad raggiunge almeno il 92% di purezza! http://t.co/MWcFs5Ay4i