Nel nostro viaggio tra i luoghi d’interesse nel territorio della Valdichiana senese ci fermiamo oggi a Chianciano, che deve gran parte della sua fama alle acque termali, ancora oggi apprezzate per le loro proprietà terapeutiche da centinaia di visitatori.
La storia delle Terme di Chianciano affonda le sue radici nell’epoca etrusca. Già gli antichi abitanti dell’Etruria e il Re Porsenna avevano infatti occupato la zona con dei centri abitati attorno a Chiusi e al monte Cetona. Anche i Romani conoscevano le proprietà benefiche delle acque minerali, che portarono alla costruzione di santuari dedicati alle divinità delle acque, tra cui il Tempio dei Fucoli. Le acque termali erano considerate magiche, dotate di poteri di guarigione, e per questo motivo furono oggetto di protezione da parte di tutte le civiltà che si sono succedute nella zona fino ai giorni nostra. Le Terme di Chianciano, anticamente chiamate “Fontes Clusinae”, erano dotate anche di una propria stazione sulla via Cassia, tra Arezzo e Chiusi, risalente all’Impero Romano.
L’importanza delle Terme di Chianciano non diminuisce neppure in epoca medievale, quando furono occupate dai Goti e dai Longobardi. Il nome di Chianciano appare chiaramente nel 1171 attraverso un atto di donazione, assieme ad “Acqua Santa e Sellena”, mentre un documento del 1287 conferma la presenza di cittadini che si occupano della manutenzione delle Terme di Chianciano. Nel 1349 la cittadina passa sotto la protezione di Siena, dopo molti anni di lotte con Montepulciano e Orvieto, e anche nei secoli successivi sono frequenti i richiami alle proprietà curative delle sue acque termali. La leggenda racconta che anche Sant’Agnese Segni operò diversi miracoli nelle Terme di Chianciano, tanto che il nome pagano del Bagno Grande di Sellene venne cambiato in “Acqua Santa”.
I veri e propri stabilimenti termali furono opera di una società privata che prese in concessione dal Comune di Chianciano l’utilizzo delle terme, guidata da Angelo Banti; le costruzioni avvennero negli anni ’20, attraverso stabilimenti di stile neoclassico, l’apertura di nuove fonti e di uno stabilimento per l’imbottigliamento. Alcune strutture furono abbattute dopo il piano regolatore del 1940, che fece ritornare le terme di proprietà del demanio; i progetti degli stabilimenti nella versione moderna, opera degli architetti Loreti e Marchi, hanno portato alla costruzione di parchi termali e del Salone delle Feste, oltre alla creazione dell’Istituto di Ricerche Biologiche e Chimiche, per effettuare ricerche sulle acque, sulle proprietà terapeutiche e sulla corretta applicazioni delle terapie.
In seguito a tali studi, le acque delle Terme di Chianciano sono state suddivise in cinque tipologie, che hanno diversi effetti benefici sugli organismi:
- Acqua Santa e Acqua Fucoli: da bere appena sgorgate dalle fonti, per il benessere del fegato e dell’apparato gastrointestinale
- Acqua Santissima: utilizzata per inalazioni e insufflazioni contro le patologie delle prime vie respiratorie
- Acqua Sillene: utilizzata per i fanghi, i bagni termali e i prodotti di cosmetica
- Acqua Sant’Elena: acqua oligominerale, per la cura delle malattie dei reni e dell’apparato gastrointestinale
Grazie alle proprietà terapeutiche delle sue acque termali, per tutto il XX secolo Chianciano ha goduto di una notevole attrattiva turistica. L’organizzazione del centro termale e di una direzione sanitaria di livello internazionale hanno portato a una continuità urbanistica e strutturale tra l’antico nucleo abitato e la moderna zona termale, rappresentata dal grande Viale della Libertà, costeggiato da alberghi, pensioni e ville.