Il culto delle acque da parte dell’uomo ha origini antichissime e accomuna ogni popolo e cultura che ha vissuto sulla Terra, proprio perché gli esseri umani hanno sempre ricercato la salute e il benessere in questo oggetto simbolico dal valore culturale enorme. Nella zona di Chianciano Terme l’Acqua Santa minerale in bottiglia di vetro, da un punto di vista culturale e antropologico, rientra molto probabilmente tra i simboli di questa zona.
Già nella Toscana etrusco-romana gli abitanti della valle chianina credevano alla vocazione curativa delle acque che sgorgavano intorno a Chianciano. Ciò è confermato dal ritrovamento nella zona di reperti legati al culto delle acque, come statuette sacre e riproduzioni votive di fegati in pietra e bronzo.
Ancora oggi alle fonti termali sono legati i pellegrinaggi, i culti di santi o divinità legati a miracoli locali e, ovviamente, le più conosciute terapie mediche che si avvalgono delle caratteristiche curative delle acque termali. Proprio il sapere e la conoscenza medica di cui disponiamo oggi hanno origini incredibilmente antiche, tanto che bisogna scomodare il greco Ippocrate (460-377 a.C.) famoso per aver rivoluzionato il concetto di medicina.
Nel Corpus Hippocraticum, che può essere considerato il primo trattato di medicina della storia, Ippocrate dedica ampie parti allo studio delle acque in senso decisamente scientifico e sorprendentemente attuale, andando a indagare non solo i caratteri chimici, organolettici, ma anche i problemi igienici, l’uso dei bagni in varie malattie e gli effetti del bagno caldo e freddo sull’organismo umano.
Nella Roma antica conobbe un enorme sviluppo il fenomeno termale, che coinvolse in modo evidente l’edilizia e accrebbe soprattutto il significato igienico del bagno con connotazioni di ordine sociale e culturale. Infatti, durante l’impero sorsero i grandiosi edifici termali dei quali ammiriamo ancora le vestigia e che rappresentarono, per l’epoca, una istituzione sociale a tutti gli effetti. Ma non solo, perché i medici di Roma riconobbero attività terapeutica a molte acque, tentando le prime classificazioni e interpretazioni del rapporto tra caratteristiche chimico-fisiche e azione curativa. È sorprendente l’affinità delle prescrizioni e posologie degli antichi “dottori” romani con quelle dei nostri giorni e colpisce il rigore scientifico derivante dal concetto di acqua minerale come farmaco che deve essere somministrato dal medico, come afferma la scienza idrologica attuale. Conosciute e sfruttate erano, tra le altre, proprio le acque di Chianciano.
Il declino dell’Impero Romano, i danni arrecati alle opere idrauliche dalle invasioni barbariche e l’affermarsi della cultura cristiana con i suoi elementi di demonizzazione della nudità e della promiscuità segnarono la fine dello splendore di quella che è stata molto probabilmente la più grande cultura termale della storia.
Nel Medio Evo, nonostante l’uso del bagno come pratica igienica andasse scomparendo e il suo antico valore sociale ed edonistico venisse messo al bando, si sviluppò l’idrologia con fisionomia di pratica terapeutica, che indagava i meccanismi d’azione delle varie acque e i loro effetti specifici.
Dai secoli XIV e XV molti autori si dedicarono agli studi idrologici, soprattutto i medici dell’Università di Bologna che nutrivano profondo interesse per le stazioni termali. Il periodo rinascimentale segnò un’ulteriore ascesa della fama delle cure idrologiche, soprattutto grazie alla scoperta della stampa che favorì la divulgazione delle opere sull’argomento. Tuttavia, le conoscenze e i metodi di utilizzo delle acque non progredirono in maniera significativa rispetto al Medio Evo e l’acqua rimase “un mezzo per allontanare dall’organismo umori guasti e alterati e veleni responsabili delle malattie”.
Dal XVIII secolo, con l’affermarsi del metodo sperimentale, lo sviluppo scientifico della medicina fece passi da gigante. La chimica moderna rese possibili le prime indagini sulla composizione delle acque minerali, contribuendo alla svolta scientifica dell’idrologia. Nell’Ottocento, con l’ulteriore progredire delle scienze chimiche, fisiche e biologiche, l’acqua minerale si delineò nella sua fisionomia moderna di farmaco complesso.
Tra il 1915 e il 1929, visto il forte sviluppo della domanda termale, vennero realizzati i primi stabilimenti termali nella zona di Chianciano. Una delle sorgenti più famose rimane tutt’oggi quella dell’Acqua Santa, che affiora da una grotta rocciosa sovrastata da una collina alla temperatura costante di 33°C. L’acqua minerale che sgorga da questo lembo di terra viene raccolto per la mescita. Le acque delle terme di Chianciano sono note da secoli per le loro qualità e l’azione curativa per il fegato, l’apparato respiratorio, l’apparato gastrointestinale e le vie biliari.
Nel 2018 l’Acqua Santa di Chianciano Terme è stata inserita tra i prodotti tipici del territorio della Valdichiana, nell’ambito del progetto di valorizzazione dei prodotti tipici locali della Valdichiana Senese e Aretina promosso dalla Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei sapori della Valdichiana Senese. L’acqua termale trae la sua unicità dalle caratteristiche del sottosuolo e le sue proprietà salutari sono certificate dal Ministero della Salute.