Al Teatro Poliziano di Montepulciano va in scena “Una Notte in Tunisia”: uno spettacolo magistralmente interpretato da Alessandro Haber
La stagione del Teatro Poliziano si arricchisce di un grande protagonista: venerdì 7 marzo, ore 21.15, arriva a Montepulciano Alessandro Haber con “Una notte in Tunisia”. Lo spettacolo vede Haber cimentarsi in un’interpretazione definita impeccabile e superba dalla critica nazionale. Il testo di Vitaliano Trevisan tratteggia il potere e la sua caduta, attraverso una vicenda ispirata alla realtà italiana: un racconto tanto esistenziale, quanto politico. La regia di Andrée Ruth Shammah mette a fuoco uno dei personaggi politici più controversi del nostro tempo.
Al termine di un breve passaggio iniziale introduttivo, Alessandro Haber entra in scena a rapire l’attenzione del pubblico fino alla fine dello spettacolo: l’attore, che ha lavorato con artisti quali Pupi Avati, Pier Paolo Pasolini e Mario Monicelli, garantisce anche in questo caso spessore e credibilità al personaggio. Il testo alza lo sguardo dalla cronaca e della storia, dalla trama degli ultimi giorni di vita del signor X (così definito nel testo) e diventa metafora di un potere al collasso. Alessandro Haber è immerso in un corpo a corpo con la parola scritta, da verificare ossessivamente con se stesso e con chi si trova intorno. Primo, fra tutti, il fedele e indispensabile Cecchin, portiere d’albergo, che dà ritmo allo spettacolo e muove con leggerezza la scena e le azioni degli altri personaggi: il fratello preda di contraddizioni e la moglie che cerca inutilmente di convincerlo a partire.
Sotto la tenda che ripara dal vento, da una veranda a strapiombo sul mare nella sua casa tunisina, il protagonista riceve il fratello e la moglie per un’ultima cena. Durante il dialogo smonterà un rocambolesco tentativo di rimpatrio architettato per lui dalla famiglia e consegnerà ai suoi pochi commensali, i suoi ultimi uditori, il suo solo pubblico rimasto, i fogli del suo testamento politico. Un testamento che Haber recita come Bettino Craxi soleva declamare alla Camera dei Deputati, un testo fatto di rivendicazioni rancorose ma anche di disilluse istantanee sull’Italia che ha lasciato.
«Ho visto nel signor X un personaggio shakespeariano, tragico per eccellenza: un uomo di grandissimo potere nel momento in cui ogni potere gli viene meno; un uomo in decadenza e in malattia» commenta lo stesso Trevisan. La forza dello spettacolo sta dunque nell’interpretazione del protagonista: la fisicità, la voracità, il talento e l’energia compressa sempre pronta ad esplodere, calzano perfettamente il personaggio del signor X.