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Addio ad Arnoldo Foà, il ricordo di Montepulciano

Addio ad Arnoldo Foà, il ricordo di Montepulciano

Lo scorso 11 gennaio, all’età di 97 anni, è morto Arnoldo Foà. Montepulciano ricorda il poliedrico artista che si è esibito anche al Teatro Poliziano e in Piazza Grande.

Nel 1998, per il 23.o Cantiere Internazionale d’Arte, Arnoldo Foà fu regista ed interprete, con Francesca Benedetti, della prima assoluta in Italia de La signora della musica, di Ernotte e Tiber, con musiche di Wagner (la “signora” è Winifred, nuora del compositore) e Lehar. Lo spettacolo ando’ in scena per tre serate in Piazza Grande, il 24, 25 e 28 luglio ma, forse anche a causa delle condizioni meteo sfavorevoli, non richiamò un grande pubblico. Foà tenne anche alcuni recital al Teatro Poliziano interpretando la Divina Commedia e poesie del Quattrocento e di Leopardi. Era, sì, un “artista burbero”, mentre lavorava incuteva soggezione, ma era anche dotato di una straordinaria carica di tagliente e corrosivo umorismo al quale, nelle pause, dimostrava di lasciarsi volentieri andare.

“Arnoldo Foà doveva essere la vedette di quel Cantiere – ricorda l’allora Sindaco Piero Di Betto – che segnava il suo ritorno sulle scene italiane dopo alcuni anni di auto-esilio alle Seychelles, in polemica con le politiche culturali (ed il fisco) italiano. E infatti alla conferenza stampa di presentazione del cartellone, a Roma, presso la sede della Telecom, era circondato da grande curiosità. Ma il mondo dello spettacolo, probabilmente memore delle critiche che Foà gli aveva riservato al momento della partenza dall’Italia, non gli dedicò troppa attenzione, probabilmente ostentò disinteresse, e forse anche per questo lo spettacolo non ebbe il successo sperato. Fin dal primo incontro si stabilì un clima di forte simpatia reciproca, era brusco ma anche amichevole e cordiale, sicuramente selettivo, un autentico signore ma senza eccessivi formalismi. E nonostante avesse già 82 anni, era piuttosto vanitoso, proprio come si addice ad un artista senza età (portata oltretutto splendidamente).”

“Oltre alle battute sagaci che dispensava al momento giusto – prosegue Di Betto – ricordo due episodi in particolare. Il primo avvenne nell’androne del Palazzo Comunale dove era stato allestito un buffet: Foà era seduto tra le scale e il primo accesso agli uffici della Polizia Municipale e passando gli chiesi a bruciapelo ‘Maestro, come è la cena?’ e lui prontamente rispose, riempendo con la sua voce inconfondibile e possente e con un accento chiaramente forzato (e divertito) l’intero spazio, ‘Bbona!’. Il secondo si verificò dopo la prima del suo spettacolo, andato in scena sul sagrato del Duomo davanti a pochi intimi. Aveva previsto un pensiero per mia moglie ma prima di consegnarle un mazzo di fiori mi chiese compitamente ‘Signor Sindaco, posso fare un omaggio alla sua signora?’. Un’attenzione ispirata da sincero rispetto, degna di un autentico galantuomo”.

(articolo a cura di Diego Mancuso)

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