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Arriva la Befana, ma il “Carbone è Dolce”

Arriva la Befana, ma il “Carbone è Dolce”

« La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
con le toppe alla sottana
Viva, Viva La Befana! »

Puntualissima come tutti gli anni, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, arriva la Befana. La donnina molto anziana e altrettanto brutta, che si sposta a cavallo di una vecchia scopa, fa visita ai bambini per riempire le calze lasciate appese sul camino o vicino alla finestra. Generalmente, i bambini che durante l’anno si sono comportati bene riceveranno dolci, caramelle, frutta secca o piccoli giocattoli. Al contrario, coloro che si sono comportati male troveranno nelle calze il carbone.

L’origine della Befana ha un legame antico con la terra, il significato dei doni è di tipo propiziatorio per il raccolto e per il nuovo anno. Lo stesso vale per il carbone, anche se portato ai bimbi meno buoni, svolge la funzione di talismano. Infatti il carbone riporta al fuoco, che si accende la sera del 6 gennaio, come elemento di buon auspicio e le cui ceneri un tempo venivano sparse sul terreno per ingraziarsi il raccolto.

Anticamente la dodicesima notte dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura pagana di Madre natura. I Romani credevano che in queste dodici notti, figure femminili volassero sui campi appena seminati per propiziare i raccolti futuri. La Chiesa condannò con estremo rigore tali credenze, definendole frutto di influenze sataniche. Queste sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni che sfociarono nel Medioevo nella nostra Befana, il cui aspetto, benché benevolo, è chiaramente imparentato con la personificazione della strega. L’aspetto da vecchia sarebbe dunque una raffigurazione dell’anno vecchio: una volta davvero concluso, lo si può bruciare così come accadeva in molti paesi europei, dove esisteva la tradizione di bruciare fantocci, con indosso abiti logori, all’inizio dell’anno.

Secondo invece una versione “cristianizzata”, i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una signora anziana. Malgrado le loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci. Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù.

Le Befane moderne, però, si sono adeguate ai tempi e ai bambini più cattivelli porta sì il carbone, ma quello dolce. Ecco allora di seguito la ricetta del “Carbone Dolce” fatto in casa, così, in tempi di crisi, anche la Befana risparmia un po’.

Carbone Dolce
Carbone Dolce

Ingredienti
400 g di zucchero
100 g di zucchero a velo
1 albume
400 g di acqua
Qualche goccia di succo di limone
Un cucchiaio di alcool alimentare (o di grappa o di vodka)
1 fialetta di colorante alimentare nero o colorato

Preparazione
Versate l’acqua in una pentola a bordi alti. Unite lo zucchero e portate a ebollizione a fuoco non forte e mescolando spesso. Mettete in una ciotola lo zucchero a velo con l’albume e sbattete con la frusta.
Aggiungete dieci gocce di limone, un cucchiaio di alcol (o di grappa o di vodka) e la fialetta di colorante.
Quando la soluzione di acqua e zucchero nella pentola comincia a scurirsi abbassate la fiamma e versate di getto l’albume sbattuto con lo zucchero a velo (e il colorante).
Sbattete con la frusta fino a quando il composto non comincerà a gonfiare come se stesse lievitando. Spegnete il fuoco, aspettate senza toccarlo che la lievitazione del composto termini e versatelo subito in una padella larga antiaderente leggermente unta di olio, cercate di compattarlo. Lasciate raffreddare e indurire. Poi quindi rompetelo a pezzi.

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