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Cassetta di cottura, la riscoperta di una tradizione

Cassetta di cottura, la riscoperta di una tradizione

Dalla mente di Filo & Fibra, la cooperativa di San Casciano dei Bagni, è nata l’idea di riportare alla luce la cassetta di cottura.

Filo & Fibra è una cooperativa di comunità che ha sviluppato progetti di economia circolare per recuperare il materiale di scarto della lana; con il tempo le persone della cooperativa hanno deciso di incentrare la propria attività non solo sulla produzione di vestiario, ma anche sulla riscoperta di metodi e antiche tradizioni. Proprio da questi progetti è avvenuta la riscoperta e la vendita della famosa cassetta di cottura, usata dagli italiani già in tempo di guerra.

La cassetta di cottura è una riscoperta più utile che mai: con il rincaro bollette e con il prezzo del gas che sta crescendo, trovare un modo di cuocere che possa garantire, oltre al risultato perfetto, anche il risparmio, è proprio ciò che in molti cercavano. La cassetta di cottura permette infatti cotture lente a basse temperature, perfette per legumi, carne, tuberi e zuppe.

Conosciuta dai soldati in trincea durante la prima guerra mondiale, è costituita da un contenitore di metallo, ma anche di legno, con all’interno un’imbottitura di paglia, fieno, crine vegetale, attorno a uno o due spazi cilindrici rivestiti di feltro dove è possibile inserire una o due pentole. Le pentole piene, precedentemente scaldate, vengono riposte all’interno della cassetta, la quale non viene poggiata direttamente sul fuoco, ma semplicemente mantenendo il calore riesce a continuare a cuocere il cibo. Questa cottura lenta e il mantenimento di temperature stabili permetteva ai soldati di consumare pasti caldi e appena cotti anche dopo un giorno di cammino.

Nello stesso periodo la cassetta di cottura ha cominciato a comparire nelle case del popolo, permettendo alle donne di mettere a bollore la pentola prima di uscire di casa per lavorare, così da trovare la cena pronta al loro ritorno. La cassetta di cottura fece poi il suo ritorno durante la crisi economica del 1929, garantendo alle persone pasti caldi mantenendo bassi i consumi.

Questa modalità di cottura è adatta anche ai nostri tempi: permette di cucinare a basse temperature per lungo tempo senza necessità di cure o sorveglianza, una situazione perfetta per chi esce di casa la mattina per andare a lavoro e torna la sera troppo stanco per cucinare. In più la cassetta, essendo sigillata, non permette agli odori di uscire, mantenendo intatti i principi nutritivi e gli aromi.

In più con la cassetta di cottura è possibile anche fermentare gli alimenti, realizzando ad esempio lo yogurt, oppure lievitare gli impasti. Se non viene accostata al calore, ha anche la proprietà di mantenere freschi i cibi o le bevande durante le giornate estive. 

Il risparmio non è solo sul gas, ma anche sull’elettricità, infatti la cassetta permette ai cibi di conservarsi caldi fino a 24 ore, così da evitare di doverli riporre in frigorifero: un modo per risparmiare l’energia e rispettare l’ambiente.

Partendo da queste possibilità, Filo & Fibra ha deciso di dare nuova luce alla cassetta di cottura, sostituendo la paglia con il vello derivante dalla tosatura delle pecore. Ha poi imbottito con cuscini trapuntanti le cassette, costruite con il legno delle zone limitrofe e le ha chiuse con un coperchio a chiusura ermetica. La lana infatti garantisce, grazie alla sua inerzia termica, un mantenimento del calore ancora più duraturo rispetto alla paglia.

Un esperimento di successo che ha fatto guadagnare alla cassetta di cottura il terzo posto al concorso “smart talks” 2021-campioni di sostenibilità. Un modo ingegnoso di riscoprire la tradizione, che grazie ad alcune innovazioni può aiutare anche la nostra generazione. 

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