Castelmuzio è uno dei borghi più piccoli del territorio: una frazione del comune di Trequanda, che conta meno di trecento abitanti ai margini della Valdichiana. Forse sono proprio le sue ristrette dimensioni a rendere questo borgo così affascinante e accogliente, grazie alla sua capacità di ergersi a terrazza naturale sul paesaggio circostante e alla possibilità di coniugare storia e turismo.
Proprio in questo contesto è nata l’associazione “Castelmuzio Borgo-Salotto” che cerca di promuovere eventi e momenti di aggregazione nel piccolo borgo, oltre a portare avanti interessanti opere di ristrutturazione e rigenerazione dal basso, con il coinvolgimento diretto di chi vive nella frazione e dei visitatori che ne rimangono affascinati.
Tra gli eventi promossi dall’associazione, ho avuto il piacere di partecipare alla seconda edizione di “Appicicchia”, una gara di appiciatura che si è svolta tra le strade del centro storico in cui si sono scontrate coppie di cuochi (o semplici amatori) per decretare il miglior picio di Castelmuzio. Alla gara, che si è svolta con toni assolutamente amichevoli e informali, nel pieno rispetto dell’attenzione per l’ospitalità di questo borgo-salotto, hanno partecipato dieci squadre provenienti dai dintorni (Montalcino, San Quirico d’Orcia, Montepulciano, Petroio e così via), le cui produzioni culinarie sono state sottoposte a una giuria di qualità.
Al termine della gara si è svolta anche una scuola di pici (o lunghetti, come sono spesso chiamati a Castelmuzio) in italiano e inglese, rivolta ai curiosi e agli stranieri. Sono stati molti, infatti, i visitatori giunti a Castelmuzio per osservare la gara tra gli appiciatori: grazie al corso multilingua e alla cena in piazza, hanno avuto l’opportunità di essere coinvolti direttamente nella cultura locale. Un’altra dimostrazione dell’accoglienza di Castelmuzio, un piccolo borgo che è anche un salotto ospitale.