Due le novità che vale la pena menzionare per questo mese di aprile 2014. Il 15 aprile è uscito il nuovo album di Paolo Nutini, Caustic Love; il 22 aprile, invece, è arrivato il concept album di recente produzione di Michele Salvemini, in arte Caparezza, dal titolo Museica.
Caustic Love, a distanza di cinque anni da Sunny Side Up, l’ultima opera del musicista e cantante scozzese di origini italiane, si trova ora al primo posto della classifica album in Gran Bretagna. Non solo, è il primo disco a superare le centomila copie vendute nel 2014 in Uk, precisamente 109.000, solo nella prima settimana di vendite.
L’album, rispetto al precedente, ha testi più ricercati. In alcuni brani è data particolare attenzione alle tematiche inerenti all’amore; quello incondizionato, come in Better Man, ma anche intriso di parentesi dolorose, come nella canzone Numpty. Una maturità artistica che permette di apprezzare ulteriormente questo artista, anche grazie a citazioni importanti: mi riferisco a Iron Sky, forse la canzone migliore di tutto l’album, composta da un intermezzo estratto dal Grande Dittatore di Charlie Chaplin. Per quanto riguarda le tendenze sonore, troviamo ritmi funky e la voce blues, piena, commovente e intrisa di soul, di Nutini.
Video di Iron Sky
Di tutt’altro genere è il concept album di Caparezza, Museica: ben 19 brani, a tema arte. Guidando l’ascoltatore dalla prima all’ultima canzone, Caparezza costruisce la sua opera immaginando un museo nel quale si entra attraverso il primo pezzo, Canzone all’entrata, e dal quale si esce con l’ultimo, Canzone all’uscita, appunto. Nel mezzo, una scorsa di quadri, canzone dopo canzone, attraverso cui delinea un percorso di pensieri e riflessioni su temi contemporanei. Con citazioni e riferimenti storici, dal passato per narrare il presente, Museica diventa una critica alla società attuale, rimanendo in linea con gli album precedenti di Caparezza. In Mica Van Gogh (dal viaggio ad Amsterdam viene l’idea dell’album stesso), per esempio, il cantante crea un efficace parallelo tra il pittore olandese e un adolescente moderno; Caparezza stuzzica con frasi dal tono ironico, fin troppo veritiere: «Lui 300 lettere, letteratura fine, tu 160 caratteri, due faccine, fine».
I riferimenti sono molteplici, Goya, Fontana, Giotto, Duchamp e i dadaisti: in Cover, le copertine degli album di grandi come Nirvana, Beatles, Velvet Underground. Ogni brano da ascoltare parola per parola, ogni rima una riflessione profonda. Il mio preferito, Fai da tela, ispirato al dipinto Il piccolo cervo di Frida Kahlo. diventa una riflessione sull’apparenza della società moderna, sulla superficialità costruita delle identità, mediate dalle personalità altrui:
«Ognuno di noi è una tela bianca che viene dipinta dai giudizi altrui; viviamo nell’illusione di essere noi stessi, in realtà siamo come ci dipingono gli altri».
Infine, È tardi, realizzato con la collaborazione di Michael Franti, il brano contro la frenesia contemporanea, dove tutti sono sempre in ritardo per fare qualsiasi cosa. Penultimo dell’album, inizia a condurre verso l’uscita del museo, a seguito di una eterogenea, quanto incredibilmente costruttiva, visita guidata.
Video Cover
A cura di Chiara Magliacane