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Dai Centri per l’Impiego all’Agenzia Regionale del Lavoro

Dai Centri per l’Impiego all’Agenzia Regionale del Lavoro

La Toscana ridisegna i suoi servizi per l’impiego. La Giunta, in una delle sue ultime sedute, ha approvato una proposta di legge per modificare il testo unico della normativa in materia di istruzione, formazione e lavoro ed istituire l’Agenzia regionale del lavoro. Il nuovo soggetto raccoglierà le funzioni di collocamento, servizi per l’impiego, politiche attive del lavoro che fino ad oggi erano esercitate dalle Province attraverso i centri per l’impiego e che oggi sono state attribuite alle Regioni.

I centri per l’impiego diventeranno così strutture periferiche dell’agenzia regionale, con compiti di accoglienza e di erogazione dei servizi, in un’ottica di collaborazione fra pubblico e privato. L’agenzia regionale avrà natura giuridica di ente di diritto pubblico, dipendente dalla Regione, con autonomia organizzativa, amministrativa e contabile, sotto la vigilanza e l’indirizzo della giunta regionale. Non prevede alcun consiglio di amministrazione, ma solo un direttore.

Nell’agenzia regionale confluiranno il personale competente delle Province e della Regione (circa 1.000 sono gli addetti impegnati nella gestione delle politiche del lavoro. Di questi circa la metà sono dipendenti contrattualizzati con contratti a tempo indeterminato). L’Agenzia regionale del lavoro avrà una ramificazione territoriale che dovrebbe ricalcare l’attuale geografie dei Centri per l’impiego.

Chiave di volta del sistema, i centri per l’impiego svolgeranno funzioni di collocamento, servizi per l’impiego, gestione delle politiche attive, promozione di interventi sul territorio, si interfacceranno anche con i servizi privati. Obiettivi: l’ incontro fra domanda e offerta di lavoro, la gestione delle politiche attive (orientamento, consulenza, ricerca mirata, inserimento in apprendistato, ecc), gli interventi di prevenzione della disoccupazione, l’orientamento e l’obbligo formativo.

“Prima che l’abolizione delle Province lo rendesse indispensabile, la Toscana si era mossa per tempo per ridisegnare i servizi e renderli più efficaci e aderenti alle esigenze di lavoratori e imprese. L’ipotesi su cui abbiamo lavorato – spiega l’assessore al lavoro Gianfranco Simoncini – prevede un’agenzia regionale per il lavoro che sia parte integrante e snodo toscano del sistema nazionale, nonché nuovo strumento di governo dei servizi per l’impiego. Si tratta di una soluzione organizzativa oggi resa ancor più indispensabile e urgente dal nuovo assetto che abolisce le Province e che si dovrà inserire e confrontare con il processo, ancora in corso, di revisione a livello nazionale degli strumenti per il lavoro”.

“Si tratta di una riorganizzazione in corso d’opera – prosegue l’assessore – perché i servizi per l’impiego continuano a funzionare a pieno ritmo, messi quotidianamente a dura prova dall’impatto della crisi, cui si è aggiunto, proprio in queste settimane, il nuovo gravoso compito di accogliere e prendere in carico i ragazzi e le ragazze che chiedono di usufruire della Garanzia Giovani. (ad oggi 8587 adesioni, 4700 colloqui, 3600 patti di attivazione e quasi altrettanti profili). Per questo la Regione ha già fatto in modo di garantire le risorse per dare continuità al servizio”.

“Tutto questo – aggiunge Simoncini – sarà possibile non appena saranno operative le indicazioni della riforma istituzionale della legge Del Rio e della sottoscrizione degli accordi Stato-Regioni per la sua attuazione. Soprattutto, dovremo prima sciogliere il nodo contenuto nel progetto del Job Act del Governo, che prevede la nascita di una Agenzia nazionale che assume su di sé tutte le competenze. La Toscana e le altre Regioni sono invece dell’avviso che le competenze delle politiche attive e dei servizi per il lavoro debbano rimanere regionali”.

“Riteniamo inoltre fondamentale – dice ancora l’assessore – per perseguire l’obiettivo di un sistema di intervento uniforme sul territorio nazionale, che le competenze in materia di politiche attive, di cui la formazione è una componente fondamentale, e di gestione del mercato del lavoro rimangano riunificate nelle competenze delle Regioni quali unici soggetti istituzionali capaci di dare risposta alle diverse esigenze territoriali. Per per anni si è sostenuto infatti, che la mancata integrazione tra le politiche attive, di cui la formazione è una parte essenziale, e le funzioni di incrocio tra domanda e offerta di lavoro rappresentasse una delle cause principali dell’inefficacia del collocamento pubblico, la proposta contenuta nella legge delega ripropone nuovamente questo schema di separazione, che non trova condivisione nelle posizioni delle Regioni”.

“La Toscana – sottolinea Gianfranco Simoncini – ha lavorato con impegno e sta continuando a farlo per non farsi trovare impreparata. Ci siamo messi al lavoro forti di un’esperienza che è decisamente migliore rispetto a quella di altre realtà e anche in rapporto alla media nazionale. Nella nostra regione circa il 20% dell’incontro fra domanda e offerta passa dai centri per l’impiego, percentuale che in media in Italia si aggira sul 4%. Dobbiamo però fare di più per migliorare la qualità del servizio e rendere più facile la vita dei cittadini”.

“La centralità del servizio pubblico – conclude l’assessore – è una scelta basata sulla constatazione che i centri per l’impiego si sono rivelati in questi anni uno strumento importante per fronteggiare la crisi economica in atto. Basti pensare che da luglio 2009 ad oggi si sono presentati agli sportelli circa 89 mila lavoratori beneficiari di ammortizzatori in deroga. Per questo si rende necessario potenziare e razionalizzare il servizio, rendendo più coordinato il sistema regionale e più efficaci ed omogenei gli interventi sul territorio”.

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