I produttori di Montepulciano intervengono in maniera critica sulle indicazioni del Piano Paesaggistico Toscano: “La viticoltura e’ il paesaggio toscano”
«Saint-Emilion è patrimonio Unesco per la bellezza dei vigneti, in Toscana ora, a quanto pare, sono considerati dannosi e deturpanti nei confronti del paesaggio». Con questa riflessione il Consorzio Vino Nobile di Montepulciano interviene sulle linee guida del Piano di indirizzo territoriale che la Regione Toscana ha presentato nei giorni scorsi muovendo non pochi malumori all’interno del mondo agricolo.
«Siamo rimasti molto perplessi e scoraggiati nel leggere il documento del piano paesaggistico che la Regione ha presentato senza per altro coinvolgere le associazioni agricole – dice il Presidente del Consorzio Vino Nobile di Montepulciano, Andrea Natalini – in particolare non riusciamo a capire perché sia stata demonizzata la viticoltura, in una regione, come la Toscana, dove il vino non solo è stato nei secoli sentinella del territorio, ma anche fondamentale traino per la promozione turistica in tutto il mondo».
«Ci sono i disciplinari di produzione e le normative vigenti in materia come naturale limite agli impianti di produzione – continua Natalini – e i produttori sono i primi a non volere che del vino in Toscana si faccia massificazione dal momento che la filosofia assodata in questi anni è rispetto per il territorio, per il paesaggio e per la qualità dei nostri prodotti». Il Consorzio Vino Nobile, d’accordo con altri consorzi vitivinicoli toscani, critica del PIT l’approccio anacronistico che denota una scarsa attenzione all’agricoltura regionale e che, evidentemente, nemmeno prende in considerazione l’importanza di questo settore che da sempre ha saputo integrare l’eccellenza produttiva alla qualità di un paesaggio unico e apprezzato da milioni di visitatori che ogni anno provengono da tutto il mondo.
«Ringraziamo l’Assessore all’agricoltura, Gianni Salvadori, per aver messo in chiaro il suo punto di vista che per altro coincide con il nostro – conclude il Presidente del Consorzio del Vino Nobile – e ribadiamo che come Consorzio siamo stati i primi negli anni a limitare l’ampliamento dei vigneti proprio perché consapevoli che gran parte del valore aggiunto del nostro prodotto, e in generale del Made in Tuscany, derivi dal territorio e dal paesaggio a cui si lega, anche per questo disapproviamo questo Piano di indirizzo territoriale chiedendo alla Regione Toscana, all’Assessore Anna Marson in particolare, di rivedere il testo coinvolgendo le categorie del settore al tavolo di concertazione».
Il patrimonio “Nobile”. Cinquecento milioni di euro. E’ questa la cifra che quantifica il Vino Nobile di Montepulciano tra valori patrimoniali, fatturato e produzione. Nello specifico in oltre 200 milioni di euro è stimato il valore patrimoniale delle aziende agricole che producono Vino Nobile, 150 milioni circa il valore patrimoniale dei vigneti (in media un ettaro vitato costa sui 150 mila euro) e 65 milioni di euro è valore medio annuo della produzione vitivinicola. Una cifra importante per un territorio nel quale su 16.500 ettari di superficie comunale, 2.200 ettari sono vitati, ovvero il 16% circa del paesaggio comunale è caratterizzato dalla vite. A coltivare questi vigneti oltre 250 viticoltori (sono circa 90 gli imbottigliatori in tutto dei quali 78 associati al Consorzio dei produttori) che nel 2013 hanno prodotto 56 mila ettolitri di Vino Nobile e circa 17 mila destinati a divenire Rosso di Montepulciano. Oltre mille i dipendenti fissi impiegati dal settore vino a Montepulciano, ai quali se ne aggiungono altrettanti stagionali. Nel 2013 sono state immesse nel mercato circa 7,4 milioni di bottiglie di Vino Nobile e circa 2,5 milioni di Rosso di Montepulciano Doc, numeri in linea con l’anno precedente.
Il mercato. L’export segna con il 2013 un +8% rispetto al 2012 toccando quota 76 per cento di prodotto mentre il restante 24% viene commercializzato in Italia. Per quanto riguarda il mercato nazionale le destinazioni di Vino Nobile si sono dirette al Nord (40 per cento), mentre in Toscana si sono attestate al 19 per cento, mentre resta invariata rispetto allo scorso anno la percentuale della vendita diretta in azienda, 19%. Per quanto riguarda l’estero la Germania è passata ad assorbire il 48 per cento della quota esportazioni, crescendo del 4 per cento rispetto al 2012 e tornando ad essere il mercato di riferimento per il Nobile. Gli Usa confermano l’ottimo andamento segnando nel 2013 il 17,5% (+1,5% rispetto al 2012), così come i mercati asiatici che nel 2013 hanno rappresentato un vero e proprio exploit di vendite passando dall’8,1 al 12 per cento.