Spesso partire dalle domande elementari è una buona strategia di evoluzione. Cortona On The Move lo fa da anni, anche nella sua dodicesima edizione. Fino al 2 ottobre Me, Myself and Eye pone al pubblico la versione fotografica dei grandi interrogativi esistenziali. Che rapporto c’è tra autore e soggetto di un’immagine? Cos’è legittimo per un fotografo?
Niente di nuovo sotto il sole, per un verso. Nel periodo di accelerata trasformazione che l’umanità sta attraversando è quasi naturale che un festival di fotografia cerchi di frenare per vedere meglio, ritagliare pezzi di ciò che succede e sforzarsi di mettere a fuoco. Così si torna all’essenza e a darsi un alfabeto. Il COTM ci investe tantissima poesia. Ce n’è più del solito, miscelata ad una raffinata sobrietà formale e alla ricerca di un rapporto più intimo e vero con gli spazi della sua città.
L’occhio menzionato nel titolo dell’edizione in corso guarda i continenti e le genti del mondo. Palazzo Baldelli, la sede più ricca di mostre, custodisce i report fotografici di questa osservazione incessante di cui ognuno di noi è volontario contributore. Gabriele Galimberti ci scorta a casa dei privati cittadini possessori di armi da fuoco negli Stati Uniti, a contatto con una declinazione di libertà dilatata, per alcuni distorta, potenzialmente distruttiva. In un divertente ribaltamento di prospettiva rispetto al modello della fotografia coloniale, Jan Banning è l’autoironico “soggetto sudante” dei ritratti di gruppo con membri di tribù africane. Una giocosità provocatoria che affiora pure dagli scatti di Nicolas Righetti. La sua investigazione sul decorum del potere in Paesi come Corea del Nord, Siria, Bielorussia e Turchia è l’occasione per reinterpretare l’uso politico dell’immagine del leader.
I progetti di Alessandro Cinque, Alexander Chekmenev e Martina Bacigalupo si somigliano per la loro origine fortuita, da “quelle cose che capitano”. Si parla della relazione tra percezione e rappresentazione di sé. Di questi tre lavori potentemente evocativi, sbocciati dall’aneddoto, colpisce la capacità di svelare l’umanità delle persone, ciò che ci contraddistingue dal resto degli esseri viventi. E infatti con le fotografie ci raccontiamo nei grandi stravolgimenti e nei momenti speciali. Lo fanno Niccolò Rastrelli tramite le mascherine di Covid-19 Face Wear, Izaak Theo Adu-Watts durante la sua transizione dal sesso femminile a quello maschile e i fan di Diego Armando Maradona nella strepitosa antologia raccolta da Carlo Rainone.
L’ex magazzino delle carni e la Stazione C, lo stabile a lato della stazione ferroviaria di Camucia – Cortona, sono dedicati interamente ad un autore (rispettivamente Christian Lutz e Jacob Holdt). Poi la caccia alle farfalle Painted Lady documentata da Lucas Foglia scandisce la passeggiata lungo la Via Crucis, dalla Chiesa di San Marco alla Fortezza del Girifalco. I maestosi paesaggi naturali popolati di turisti di Jessica Auer e gli spezzoni visivi di Gregory Halpern dall’arcipelago caraibico della Guadalupa lasciano addosso un turbamento piacevole, come il reportage dalla regione mineraria degli Appalachi firmato da Stacy Kranitz. Più sottile, difficile da definire è il fascino cristallizzato nel progetto di Jojakim Cortis e Adrian Sonderegger, costruito intorno al significato che certe foto iconiche della Storia rivestono nell’immaginario collettivo.
Moltissimo da vedere ma soprattutto da sentire in questa edizione 2022 del festival. È fatto così Cortona On The Move, dove lo sguardo serve per ascoltare.