Le cronache del vino e del picio: le impavide avventure della Redazione Valdichiana alla 57° edizione del Palio dei Somari
Madame e messeri, è con sommo gaudio che andiamo ad annunciarvi l’inizio della 57° edizione del Palio dei Somari di Torrita di Siena, l’evento più atteso dell’anno tra le mura cittadine. Con le estrazioni nella piazza dei castelli, alla presenza degli armigieri e dei porporati, sono state stabilite le batterie della corsa, in cui le contrade di Torrita arriveranno a pugnarsi in un epico scontro in groppa ai valorosi ciuchi della chiana.
Ma l’impavida corsa è soltanto il degno finale di queste cronache, che segnano la fine di un inverno che per lunghe settimane ha vessato le terre e il contado. Prima della corsa dei somari, i nostri eroi devono sopravvivere a una lunga notte di epiche cerche e di sfide audaci. Stiamo parlando delle Taverne, il regno del vino e del picio, capaci di fiaccare anche gli animi più intrepidi e gli stomaci più capienti.
Ci mettiamo in viaggio dal borgo della Valdichiana, coi vessilli che garriscono al vento. La nostra Redazione, armata delle migliori intenzioni e protetta da corazze temprate nel fuoco, ha raggiunto le antiche strade di Torrita nell’ultimo sabato d’inverno, pronta ad affrontare la calca degli aspiranti cavalieri in cerca del leggendario Graal Di Vino. Solo i veri cavalieri possono sopportare tutte le prove delle taverne, superando uno dopo l’altro ogni piatto messo sul loro tavolo e raggiungendo il dolce calice sotto gli applausi scroscianti delle dame e dei menestrelli.
La nostra Redazione è avida di gloria ed è pronta ad aggredire ogni piatto con impavida ferocia, che sia un picio al sugo di nana o una salsiccia alla rosticciana. Che nessuno osi arretrare di fronte alla minestra di pane o ai cantucci col vinsanto, o non potrà mai cancellare l’onta di una simil disfatta!
Ma i nostri propositi vengono meno già alla piazza centrale della turrita cittadina, laddove i primi banchi ci assalgono con un esercito di dolci che attentano alla nostra linea cavalleresca. Una truppa di deliziose torte, creme e frittelle, capaci di mettere in rotta qualsiasi drappello di valorosi cavalieri. E allora ci disperdiamo, per impedire al nemico di vincerci tutti. Da soli possiamo cadere sotto gli strali della buona cucina, ma il gruppo deve trionfare!
Chi si dirige al Passo del picio impavido, chi combatte nella Valle della grigliata diabolica. Chi si arrampica per la Fortezza del salame impervio, chi affronta la Palude della ribollita in fiamme. Ognuno sceglie una sfida e la affronta con onore, superando le taverne con sprezzo del pericolo, in cerca del leggendario Graal Di Vino.
Ahinoi, gli sforzi furono vani! Le cucine delle taverne erano avversario troppo abile per la nostra esperienza. Con le pance piene e il passo barcollante, non ci rimase che dirigerci alla piazza principale. I musici allietavano gli eroi che avevano tentato l’impresa, mentre i giullari scherzavano sui nostri fallimenti. Una moltitudine di dame e cavalieri sorseggiavano vino speziato e vinsanto alla salvia, in attesa di riprendere la cerca.
Ma la notte giunge al termine, e nessun eroe è riuscito a sconfiggere le famigerate Taverne. Il regno del vino e del picio aveva vinto ancora una volta, e non restava che seguire l’intera manifestazione fino alla corsa finale, laddove la pugna sarebbe divenuta decisiva e l’eroe più valoroso avrebbe conquistato il trofeo finale.
La nostra Redazione torna al borgo della Valdichiana satolla e rinfrancata, convinta di aver dato fondo a ogni sua energia. Soltanto un ultimo avversario si frappone tra le loro stanche membra e l’agognato giaciglio: un malefico drago dal pelo tigrato, creatura mostruosa uscita dagli incubi più terrificanti…