Gli storici stivaletti con le cuciture gialle, simbolo della cultura punk, e attualmente adorate dai vip di tutto il mondo, dopo cento anni cambiano padrone. Di quali stivaletti sto parlando? Di quelli che sicuramente ognuno di noi ne avrà posseduto un paio o ne possiede tutt’oggi, e chi non ce l’ha mai avuti ne avrà sicuramente sentito parlare, loro sono i mitici stivaletti Dr. Martens.
È notizia di questi giorni che il fondo londinese Permina le ha comprate per 355milioni di euro. Ma facciamo un salto nel passato, circa al 1901, quando inizia la storia dello scarponcino dalla cuciture gialle, simbolo di molte generazioni e di molte correnti culturali. Benjamin Griggs e Septimimus Jones cominciano a produrre scarponi per i minatori e l’esercito britannico, questi accessori erano neri a dieci buchi con una suola chiodata e una cucitura sulla punta. La ditta che produceva queste scarpe era collocata a Northamptonshire, in Gran Bretagna, contea storicamente nota per le manifatture di scarpe, appunto.
Nel 1943 un medico tedesco, Klaus Maertens, si ruppe un piede mentre stava sciando sulle Alpi Bavaresi, e a seguito di questa caduta, non riusciva, e trovava scomodo camminare con scarpe le cui suole erano di cuoio classico e allora cominciò a pensare ad un innovativo tipo di suola. Quello che gli venne in mente era un tipo di suola ammortizzata da un cuscinetto d’aria e quindi ad uno scarpone costruito con una pelle più morbida. Il Dr. Maertens cominciò a realizzare questo tipo di scarpa in solitaria, rifacendosi ai modelli degli scarponi presenti sul mercato e realizzò così uno scarponcino marrone a 8 buchi. Il modello però non ricevette il successo sperato, ma nel 1947, il dottore incontrò a Monaco un suo vecchio compagno di università, Herbert Funck, che rimase molto colpito dal design degli scarponcini. A questo punto i due decisero di aprire insieme una nuova attività di produzione scarpe, utilizzando scarti di gomma della Luftwaffe, l’aviazione militare tedesca, per la suola, mentre per la tomaia venivano usate vecchie divise dismesse dell’esercito tedesco. Ottimo esempio di riciclo nel dopoguerra. Le scarpe risultavano essere molto comode e durevoli tanto da piacere anche alle casalinghe tedesche, fino ad arrivare all’80% delle vendite pervenute dalla clientela femminile. Nel 1952 i due amici decisero di aprire una nuova fabbrica a Monaco, la quale produceva oltre 200 diversi modelli e nel 1959 Martens e Funck decisero di rivolgersi ad un pubblico più ampio ed internazionale per vendere la licenza. Ed è proprio a questo punto che le storie dei due tedeschi e dei due inglesi si intrecciano.
Nel 1959 Griggs, che nel frattempo aveva avuto cospicue commissioni da parte dell’esercito inglese per la Guerra di Corea, notò l’annuncio di Maertens e Funck tra le pagine si Shoe & Leather News, una pubblicazione specialistica per gli addetti ai lavori del mercato calzaturiero londinese. Immediatamente il marchio inglese ne acquista in brevetto, optando per il nome Dr. Martens, anglicizzando il nome tedesco del dottore Maertens, e tralasciando il nome del dr. Funck perché troppo simile al gergale inglese fuck. La Griggs, inoltre, apportò alcune sostanziali modifiche, ne ridisegno la suola, arrotondò il tacco e aggiunse la fettuccia posteriore con il marchio Air Wair, e aggiunge la storica e riconoscibile cucitura gialla tra suola e tomaia, tratto distintivo di una vera Dr. Martens. Nel 1960 viene immesso sul mercato il primo modello, il 1460: classico anfibio a 8 buchi di colore rosso ciliegia. Queste diventano molto presto le scarpe di postini, operai e poliziotti, ma quest’ultimi dovevano annerire la cucitura gialla perché il loro regolamento non lo consentiva. Nel 1961 viene lanciato sul mercato il modello 1461: scarpa a 3 buchi, che verrà indossata soprattutto dagli impiegati delle poste, divenendo il simbolo del sindacato e successivamente della sinistra inglese.
Durante gli anni sessanta i mod, (“moderm jazz”), subcultura giovanile londinese e caratterizzata dal look curato ed innovativo, amanti della musica beat, rhythm and blues, si dividono in varie correnti, tra cui gli hard mod, che iniziarono a vestirsi in modo più comodo, utilizzando jeans e anfibi. Da questa corrente si svilupperanno gli skin, i testa rasata, che non basavano la loro identità su di una ideologia politica, ma su elementi legati alla musica e all’abbigliamento. Gli skin fecero loro le Doctors e le sdoganarono da scarpe per lavoratori, borghesi e benestanti a simbolo della loro sottocultura. Essi prestavano un’attenzione quasi maniacale per le Doctors, le lucidavano sempre e il loro modello preferito era quello da 10 buchi con la punta d’acciaio.
Nei tardi anni sessanta i punk, soliti usare le Converse All Stars, adottarono anch’essi le Doctors come calzatura e successivamente gli stivaletti diventano popolari anche tra le culture giovanili quali ska, new wave, grunge, fino a divenire un simbolo di appartenenza alla cultura underground. A partire dalla metà degli anni novanta, però, cala l’interesse dei giovani nei confronti di queste sottoculture e di conseguenza inizia anche il calo delle vendite delle Dr. Martens, fino alla decisione, arrivata nel 2003, di cessare la produzione nel Regno Unito spostandola in Cina e in Thailandia.
Nel 2007 la compagnia decide di tonare a produrre di nuovo una linea di calzature in Inghilterra e tornano prepotentemente, rilanciati sulle passerelle di moda come accessorio glamour da stilisti del calibro di Jean Paul Gaultier, Vivienne Westwood, Jimmy Choo e Yohji Yamamoto, nel 2008 inizia a realizzare nuove varianti dei modelli classici e di nuove linee. Nel 2012 il lancio di una campagna pubblicitaria virale “First and Forever”, stile rarefatto, atmosfere senza tempo, periferia della East London, palazzoni, vecchi juke box, bowling, risate, macchine d’epoca, è con questo che il brand vuole giocare sui ricordi e su quello che ha rappresentato lo stivaletto più conosciuto al mondo. Fino ad arrivare al 2013, storia di oggi, quando il fondo londinese Permira compra il marchio, l’acquisizione riguarda in particolare R.Griggs Group Limited, società di controllo del marchio Dr. Martens, l’acquisizione verrà completata secondo le attese nel gennaio 2014.
«L’autenticità del marchio – afferma David Suddens, ceo della Dr Martens – e i milioni di clienti che hanno usato le Docs come simbolo di espressione per oltre mezzo secolo, sono quanto rende Dr Martens unica. Dr Martens è un marchio iconico con una convinta base di fan seguaci. I fondi Permira hanno una vasta esperienza nel supportare i marchi globali, come dimostrato con Hugo Boss e Valentino, e siamo lieti di supportare il team gestionale in questa entusiasmante prossima fase di sviluppo societario». L’operazione ha visto Barclays impegnata come advisor finanziario, mentre Rothschild ha fatto da consulente per R Griggs.
Insomma una nuova fase storica sta per iniziare per le Dr.Martens, magari fatta di nuovi modelli con tratti e materiali diversi, oppure nuove linee di prodotti ma comunque sempre legate allo stile Doctors. Vedremo cosa avrà in serbo per noi la nuova acquirente di Dr. Martens!