Cosa significa essere lgbt in Valdichiana? A questa domanda abbiamo cercato di rispondere con le interviste di Valdichiana Arcobaleno. Come è nato questo progetto? Sebbene possa aiutare a indagare come vivano le persone lgbt in Valdichiana, il suo scopo è tutt’altro.
Questo articolo forse sarebbe dovuto arrivare all’inizio del progetto, ma come abbiamo visto nel corso delle interviste nemmeno in questo tipo di attività le cose vanno sempre come pianificato. Quindi: perché Valdichiana Arcobaleno? La risposta più evidente è che articoli di questo tipo permettono di far incontrare alle persone possibilità dell’essere umano che non conoscevano: in una parola, sensibilizzare. Però il progetto è nato prima di tutto per far sentire meno sole le persone lgbt che in Valdichiana ci abitano.
Crescere lgbt in Valdichiana
“Come è stato per te crescere in Valdichiana?” è una domanda che ho fatto a chiunque abbia intervistato. La risposta a volte non è finita nell’articolo per questioni di spazio, ma la domanda era un punto irrinunciabile. Il motivo è presto detto: io, crescendo, mi sono sentito solo – e volevo scoprire se fosse un’esperienza condivisa. Ovviamente sei persone (cinque intervistate più me) non fanno un campione rappresentativo: ciò che è venuto fuori non può rappresentare la condizione generale delle persone lgbt in Valdichiana.
Però tra le persone che ho incontrato io la solitudine ha fatto da filo rosso nelle risposte a quella domanda. A volte era più presente, altre meno, ma c’era sempre, sia in città che nei piccoli paesi.
Lgbt in Valdichiana: una storia di solitudine?
Valdichiana Arcobaleno sta per giungere al termine, almeno per ora. Nei nostri piani, questo articolo sarebbe dovuto essere una sorta di auto-intervista. Non avremmo parlato di me per ragioni egocentriche, ma perché avremmo avuto l’occasione di affrontare molti temi che ancora non abbiamo incontrato: le identità di genere non binarie, la fluidità, lo spettro aromantico1. Un articolo del genere, però, non funzionava – ho provato a scriverlo. Quindi non mi intervisterò.
Mi limito a dire che, dal momento in cui ho capito di non essere eterosessuale, la solitudine, quella brutta, è stata mia compagna. Non solo perché potevo dire a pochi chi fossi, ma soprattutto perché non sapevo con chi confrontare esperienze e dubbi. Queste persone non c’erano tra quelle della mia età, o magari c’erano ma io non lo sapevo. Però non ne vedevo nemmeno tra gli adulti! Questa cosa mi logorava: possibile che nel mio mondo non ci fosse nemmeno un esempio da seguire? Possibile che non ci fosse nemmeno una persona a testimoniare la possibilità di sopravvivere?
Probabilmente c’era, ero io a non saperlo. Speravo che almeno tra i grandi ci fosse la possibilità o la forza di vivere allo scoperto: speravo male, perché non capivo ancora quanto fosse complesso il mondo e non sapevo molto della storia delle persone lgbt. Figuriamoci delle persone lgbt in Valdichiana.
A un certo punto ho capito che se volevo un mondo in cui le persone potessero vivere liberamente dovevo essere io il primo a farlo. Questa conclusione vale per me, non significa che sia l’unica possibile. Dopo essere venuto più o meno pubblicamente allo scoperto ho conosciuto altre persone lgbt in Valdichiana: conseguenza, coincidenza, destino o quello che volete.
La solitudine è scomparsa? Magari! Nel frattempo ho scoperto di essere una persona non binaria, ho iniziato a farmi domande sul mio orientamento romantico… e di nuovo mi sono trovato nella situazione in cui sono l’unica persona con queste caratteristiche nel mio mondo fisico (per fortuna esiste Internet).
Quindi essere lgbt in Valdichiana significa sentire solitudine? Credo – ma è una mia supposizione, non un dato statistico – che questa sensazione sia delle persone lgbt in generale, non di quelle della Valdichiana nello specifico. Non è comunque una solitudine di poco conto, si avvicina più all’isolamento, e credo che come società dovremmo farci i conti.
Come intervenire?
Un problema di questo tipo si risolve cambiando la società. Sul breve termine non ho risposte. Provo a darne un paio, senza la pretesa che siano esaustive.
Se sei una persona lgbt che si sente sola, abbiamo fatto questo progetto per te: speriamo sia arrivato a destinazione e magari ti abbia dato un po’ di “comunità”. Se sei della Valdichiana scrivici/scrivimi! Rendiamo anche fisico questo avvicinamento.
Se non sei una persona lgbt, è importante stare accanto a chi lo è in atteggiamento di ascolto e apertura. A meno che tu non faccia parte di un’altra minoranza isolata potresti non comprendere la qualità e la quantità della solitudine di cui sto scrivendo. Cerca di non pensare che sia “semplice” o “una cosa da niente”. C’è, e probabilmente puoi fare poco per farla scomparire dalla vita della persona che hai davanti. Però puoi impegnarti a lottare per una società più giusta.
Conclusioni
Cosa significhi essere lgbt in Valdichiana non è una cosa definibile una volta per tutte, almeno non in un singolo articolo (e certamente non in questo). Però con le storie di cinque persone che ho intervistato, più l’accenno della mia qui sopra, ci possiamo almeno fare un’idea. Ricordandoci sempre che ogni persona è diversa e che la comunità lgbt non è un blocco unico.
Presto arriverà un ultimo articolo di Valdichiana Arcobaleno con alcune riflessioni e consigli per il futuro. Intanto, persone lgbt in Valdichiana o meno, la nostra posta (virtuale, ma anche fisica se volete) è pronta a ricevere i vostri messaggi.
Note
1Quei concetti sono accennati nel primo articolo del progetto. Credo che sia comunque importante conoscere più sfumature possibile del mondo, allora ecco qualche pagina da seguire per approfondire: Guida all’arcobaleno, Aroacefox, Enraged Aces, C_thubante, Allsohuman (quest’ultimo sono io).