Solo pochi giorni fa, la Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici di Lecce ha pubblicato un corposo report che evidenzia in maniera esaustiva quali sono gli scenari di cambiamento climatico attesi per l’Italia e quali sono i rischi che tali cambiamenti potrebbero determinare.
“Ciascuno di noi, che lo sappia o no, è abituato a vivere quotidianamente con il rischio, a valutarlo e, in qualche modo, a gestirlo. Il rischio fa parte delle nostre vite forse più di quanto non siamo abituati a riconoscere: le polizze assicurative, gli investimenti finanziari, la scelta di una terapia per curare una malattia, la decisione su l’acquisto o l’affitto di un immobile, una nuova offerta di lavoro da accettare o rifiutare, perfino la decisione se prendere o no l’ombrello quando si esce di casa. A vari livelli, tutte queste attività (e molte altre), dai piccoli gesti alle scelte che possono avere ripercussioni a lungo nel tempo, hanno a che fare con il rischio e con un nostro ragionamento ad esso associato che culmina in una decisione, in una scelta tra le diverse possibili.“
Così si apre l’introduzione al rapporto, ricordandoci quanto il rischio sia qualcosa che la nostra specie ha imparato a prevedere e prevenire: ma è impossibile farlo se prima non se ne prende coscienza.
È ormai scientificamente assodato che il cambiamento climatico di origine antropica si stia manifestando in quei fenomeni atmosferici sempre più intensi e devastanti che interessano tutto il mondo, inclusa l’Italia. Negli ultimi anni, la probabilità di rischio connesso agli eventi estremi in Italia è aumentata del 9%: non è poco, e la situazione tenderà a peggiorare.
Quindi cosa possiamo fare, per prepararci ad affrontare l’incertezza del futuro?
Bisogna innanzitutto imparare a convivere con la situazione già in essere: i temporali violenti, le alluvioni, i nubifragi e le trombe d’aria non se ne andranno. Abituiamoci a staccare le spine degli elettrodomestici durante le tempeste, evitare il contatto con l’acqua e gli oggetti metallici, non sostare all’aperto, tenere a distanza tralicci e alberi ad alto fusto che potrebbero attirare i fulmini.
Se un nubifragio ci sorprende mentre siamo alla guida, la cosa più saggia è sostare in un luogo riparato. In spiaggia teniamoci lontani dalla riva e da qualsiasi oggetto appuntito, lasciare la tenda se siamo in campeggio e scendere di quota se siamo in montagna. Nel 2018 si è registrato un aumento del 40% dei fulmini caduti sul territorio nazionale, con un conseguente aumento del rischio per persone e cose.
Il cambiamento climatico sta rendendo il clima italiano sempre più caldo, e l’aria calda a livello del suolo, scontrandosi con quella fredda proveniente da nord, genera quei nubifragi che colpiscono rapidi e improvvisi e spesso causano alluvioni nei centri abitati.
In questi casi bisogna sempre seguire le indicazioni della Protezione Civile e delle allerte meteo, evitare di scendere al di sotto del livello del suolo (per esempio in scantinati o, se in strada, evitare i sottopassaggi) e tenersi lontani dai corsi d’acqua; non toccare le apparecchiature elettriche e limitare l’uso del cellulare alle situazioni di reale necessità per tenere libere le linee e facilitare eventuali soccorsi in atto. Serve fare molta attenzione anche quando si transita per strade precedentemente allagate, che rischiano di cedere.
Anche il vento è sempre più protagonista di eventi meteorologici avversi: solo nel 2018 in Italia si sono verificate 52 trombe d’aria, soprattutto in estate e in autunno. Si tratta di fenomeni pericolosi, in quanto impossibili da prevedere.
In caso di vento forte, la cosa migliore da fare è restare al riparo in modo da non essere esposti alla caduta di oggetti, evitare le aree verdi e tenersi lontani dagli alberi che potrebbero cadere o perdere rami, e per strada evitare di guidare mezzi alti come camion, furgoni e camper che possono essere spostati dal vento.
In diminuzione sono invece le nevicate, che però sono diventate più intense. Il buon senso insegna che in caso di neve bisogna assolutamente evitare di mettersi alla guida e possibilmente mettere l’auto in garage così che non intralci le operazioni di pulizia delle strade; se si è costretti a prenderla, è bene sapere come comportarsi: non fare manovre brusche perché le gomme potrebbero slittare, aumentare la distanza di sicurezza, rimuovere tutta la neve dall’automobile senza limitarsi ai finestrini, tenere sempre le luci accese, andare piano e non frenare mai in salita. Viaggiando con temperature molto basse, dopo pioggia o nevicate, è fondamentale stare attenti alle lastre di ghiaccio e ai lastroni di neve o stalattiti che potrebbero staccarsi da tetti e pareti.
In Italia, il 91% dei comuni è a rischio frane e alluvioni. Per quanto riguarda la Valdichiana, ne abbiamo parlato in maniera più approfondita nel nostro reportage sull’impermeabilizzazione del suolo e rischio idrogeologico focalizzato sulla nostra zona.
I rischi dovuti al cambiamento climatico non si possono evitare del tutto, ma le conseguenze di un imprevisto si possono limitare e ammortizzare, sia agendo a livello personale che sociale. Possiamo assicurarci, informarci ed educare i nostri familiari ai comportamenti corretti da tenere in casi di pericolo; ma come cittadini possiamo anche intraprendere iniziative per incentivare la nostra comunità ad adottare stili di vita e comportamenti più sostenibili, che contribuiranno al raggiungimento dell’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C (anziché i 2°C considerati come la temperatura di non ritorno) e permetteranno di contenere i danni sociali, ambientali ed economici nel lungo termine, riducendo in maniera significativa alcuni rischi e dando maggiori possibilità di adattamento a persone ed ecosistemi. L’Europa e l’Italia hanno messo a disposizione ingenti risorse economiche: acquisirle con competenza e una giusta dose di innovazione, e a volte ingegnosità, sarà la sfida per il prossimo trentennio.