Al Palio dei Somari di Torrita di Siena i veri protagonisti insieme ai colori della contrade, al rumore dei tamburi, allo sventolare delle bandiere e all’odore dei piatti delle taverne, sono i famosi somari.
I “chiuchini” di Collodi, durante questa festa, diventano il fedele amico delle contrade, colui che porta il fantino alla conquista della vittoria e ad innalzare il palio; i somari così, nella loro naturalezza, sfatano antichi miti e favole, versando un po’ di sana ironia verso un altro un più ben noto Palio che vede come eroi i loro nobili parenti.
Dietro ogni protagonista che si rispetti c’è sempre un fedele aiutante e in questo caso i somari hanno i loro “somarai”.
Durante la giornata di domenica 17, proprio in mezzo alla folla di bambini curiosa di conoscere i loro eroi animali, abbiamo avuto il piacere di intervistare Meocci Silvano e Tufo Pierino, che da anni si prendono cura dei somari scelti per la gara.
“Ci teniamo particolarmente a prenderci cura dei somari e lo facciamo da sempre, da quando ne abbiamo avuto la possibilità. Questi animali hanno la caratteristica di attrarre a sé tante persone, probabilmente per il loro aspetto bonario e semplice, e proprio grazie a questo ci insegnano il rispetto per tutte le specie animali.”
Parlando di rispetto, Il Palio dei Somari prevede un regolamento da attuare durante la gara…
“Esattamente, l’animale infatti deve essere trattato con rispetto e con determinati modi che lo garantiscano durante tutto lo svolgimento della gara e non solo. Il nostro regolamento è molto rigido, il fantino non può usare frustini, non può toccare il somaro in maniera aggressiva tirando il pelo o magari picchiandolo, non solo mentre è in groppa ma anche nelle fasi di preparazione. Anche le scarpe dei fantini non possono essere di materiali rigidi, ma in materiali morbidi, che non causino abrasioni agli animali nel momento in cui questi vengano spronati. Il danneggiamento del somaro, sia fisico che psicologico non è ammesso in alcun modo. Il regolamento è infatti stato realizzato coinvolgendo figure professionali come i veterinari, che accompagnano noi somarai anche nel momento della scelta del somaro, in modo da aiutarci nel comprendere quali possano essere i più adatti a sopportare lo sforzo della gara.”
Quanto prima e come vengono scelti i somari?
“Il processo di selezione ha inizio circa due settimane prima della gara effettiva, ma per organizzare una festa come il Palio si ha bisogno di un impegno costante che va a coprire quasi tutti i mesi dell’anno. Grazie a dei contatti costanti riusciamo a individuare un’azienda del territorio, con la quale ci confrontiamo per mesi prima dell’inizio del Palio, fino a che poi, quindici giorni prima della gara, ci rechiamo lì.
Noi “somarai” andiamo a selezionare i somari insieme a una commissione scelta dall’Associazione Sagra San Giuseppe a cui si aggiungo i presidenti delle contrade, i fantini e dei veterinari. I fantini procedono a provare il somaro in maniera casuale, sotto la guida dei veterinari, e vengono selezionati dei somari che abbiano delle caratteristiche simili in modo da non agevolare in alcun modo una singola contrada. I fantini non sanno infatti chi sarà il loro fedele compagno fino al giorno della gara, si va così a dare vita a un rapporto fondato totalmente sulle sensazioni e sull’esperienza.”
Di cosa si occupano quindi i somarai e perché sono importanti?
“Ci prendiamo cura del somaro in maniera attiva per tutto il periodo che va dalla scelta al momento della gara, ma siamo noi i primi che si attivano nella loro ricerca. La parte più importante del lavoro che facciamo è però lontana dalla semplice preparazione e cura dell’asino, per noi basilare e quindi non eccezionale.
La nostra figura è necessaria soprattutto perché cerca di tramandare a tutti il rispetto per gli animali, che in qualche modo è uno dei messaggi più importanti che cerca di fare passare il Palio. Iniziamo a farlo proprio con l’organizzazione di “Somarando”, una giornata di attività volta a fare avvicinare i più piccoli agli animali. È importante rendere partecipi e insegnare cosa vuol dire avere un contatto rispettoso con un animale alle persone sin dalla tenera età, e sicuramente il somaro è uno degli animali più adatto. È stato presente nelle nostre case e attività quotidiane per anni, e non ha nulla da invidiare ai cani o ai gatti. Noi cerchiamo di fare da tramite, di fare capire ai bambini, ma spesso anche ai genitori, come toccare il somaro per non dargli fastidio e come rispettare i suoi spazi non alzando la voce e non facendo movimenti bruschi.
Siamo in qualche modo i loro angeli custodi e per tutto il Palio cerchiamo di dargli l’importanza e il riconoscimento che si meritano. La soddisfazione più grande che proviamo è sapere di potere rendere un animale ,semplice e spesso denigrato, il protagonista di una festa così importante nel nostro territorio.”
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