Si apre con la rarissima Rita, due uomini e(t) una donna di Donizetti, la 47esima edizione del Cantiere Internazionale d’Arte. Titolo introvabile anche in registrazione, verrà presentato nel settecentesco Teatro Poliziano in sole due recite nel weekend del 16 e 17 luglio, nella trascrizione cameristica del giovane compositore Paolo Cognetti e con l’allestimento dal pluripremiato regista francese Vincent Boussard, già trasversalmente celebre per le collaborazioni con l’iconico stilista Christian Lacroix, per questa occasione affiancato invece da Domenico Franchi, storico collaboratore di Ezio Frigerio, ma anche dai giovani dell’Accademia di Belle Arti di Macerata e dal Guido Levi Lighting Lab, già noto per i suoi lavori al fianco di Luca Ronconi.
Dunque un’occasione unica per gli amanti del bel canto, che vogliano aggiungere una perla rarissima al loro curriculum d’ascolti e per giunta presentata nella cornice visivamente ed acusticamente perfetta del settecentesco Teatro Poliziano con una messa in scena che affianca, in perfetta armonia con lo spirito di Henze, artisti di chiara fama e consolidata esperienza, come Vincent Boussard e Domenico Franchi, a giovani di talento. Rita, moglie manesca di due mariti, sarà impersonata dalla voce sicura e internazionalmente apprezzata nel repertorio italiano tra fine ‘700 e primo ‘800 del soprano toscano Patrizia Ciofi, già protagonista nei migliori palchi del globo, dal Metropolitan di New York al Covent Garden, Opera Garnier di Parigi, Real di Madrid ed infiniti altri. Chiudono il piccolo ma prezioso cast altre due eccellenze: il baritono tedesco Dietrich Henschel nel ruolo del primo marito, il quale vanta un’importante carriera sulle scene più prestigiose, oltre a una solida esperienza del repertorio di Hans Werner Henze, e il giovanissimo tenore Matteo Tavini a dar nuova voce al secondo, più dolce ed inesperto marito. L’orchestra toscana La Filharmonie sarà diretta dal direttore tedesco Marc Niemann, coinvolto in una collaborazione che durerà tutto il Cantiere fino al Concerto di Chiusura in Piazza Grande.
Una scelta, dunque, di grande ricerca per aprire questa edizione del più solido e radicato festival d’arte toscano che, negli ultimi tre anni, nonostante la pandemia, ha mantenuta assai viva la sua vocazione di stimolo culturale del territorio ma anche del panorama internazionale, tanto da aver inanellato ben 34 première, fra cui 30 commissioni di nuovi lavori tra musica, danza e teatro musicale.
Il tema centrale della Rita poi, per quanto declinato su una sensibilità ottocentesca – la prima si svolse all’Opéra-Comique di Parigi nel maggio del 1860, 12 anni dopo la morte di Donizetti – e quindi volto al sorriso, rimane oggi di bruciante attualità, giacché affronta la spinosa questione della violenza domestica da parte di entrambi i coniugi ed è stata affrontata dal regista Boussard con la necessaria profondità: “Qui il soprano schiaffeggia per non essere schiaffeggiata; è lei che comanda per non essere comandata, che rinchiude per non essere abbandonata. Non è la solita figura romantica ingenua ed evanescente ma una donna che regola il suo comportamento traendo insegnamento dalla propria dolorosa esperienza con gli uomini di cui conserva una ferita ancora viva.” E aggiunge Boussard: “Qui il tenore e il baritono finiscono come sempre per affrontarsi in duello… ma stavolta per stabilire tra loro chi avrà la fortuna di sbarazzarsi del soprano. Un gioco assurdo del “chi-perde-vince”, dove ognuno di loro bara per perdere la partita. Certo un gioco le cui pedine non sono altro che il famoso trio del teatro e dell’eterna commedia sociale (moglie-marito-amante), ma un gioco che fa di un ex marito morto un nuovo amante e di una vedova la moglie di un marito picchiato o la nuova amante del vedovo… “Voi restate quel che siete: il marito della mia vedova…” conclude Gasparo a Beppe, ripristinando una parvenza di ordine… prima di andare a sposarsi per la terza volta. Un gioco perverso e sadico che innesca desideri di omicidio ma anche un gioco per inventarsi e salvarsi. Un gioco per esistere. Un gioco in cui eventi reali e eventi poetici si scontrano. Un gioco che prefigura Pirandello e Pinter. Un gioco, infine, il cui scenario naturale è il teatro e che trova un linguaggio irresistibile nella sintassi leggera, brillante e incisiva di Donizetti.”
Racconta invece Paolo Cognetti: “La trascrizione che ho realizzato su commissione del 47° Cantiere Internazionale d’Arte vede una drastica riduzione dell’organico rispetto alla partitura originale. Dal punto di vista sonoro questo comporta una maggiore differenziazione dei timbri e un diverso bilanciamento tra le sezioni, in particolare quelle dei legni e degli archi, e, più complessivamente, tra l’intero gruppo strumentale e le voci. Sebbene, in accordo con il Maestro Mauro Montalbetti, io abbia sempre seguito il principio di maggiore fedeltà possibile all’originale, l’effetto andrà nella direzione di un suono più scarno, ruvido e, in un certo qual modo, contemporaneo.”
La giornata di apertura del 16 vedrà poi tre premiére su commissione del Cantiere per offrire subito un palco ai giovani talenti di domani: alle 16.00 per la vera e propria inaugurazione nella Fortezza di Montepulciano l’istallazione sonora Il Senso del Luogo – Montepulciano con musiche del compositore torinese Andrea Molino e l’Istituto Europeo di Design di Milano per la parte visiva; alle ore 19.00 in Piazza Grande le rituali Fanfare di Apertura con l’ensemble di fiati e percussioni dell’ISSM Franci di Siena con un impaginato da Mozart agli inediti di Piras e Vannoni.
Tra i protagonisti che continueranno ad animare la vita culturale tra Val d’Orcia e Val di Chiana in 42 appuntamenti ricordiamo le due orchestre giovanili – quella poliziana nata col Cantiere e l’Orchestra Giovanile del Conservatorio della Svizzera Italiana – e due orchestre di provata esperienza – l’Orchestra della Toscana e i Dresdner Sinfoniker, vera formazione all stars dalle collaborazioni trasversali – tutte in residenza e impegnate su palchi diversi e in progetti di vero “spettacolo musicale”, come vuole la prima definizione interdisciplinare di Henze, quindi la nippo-statunitense star del pianismo internazionale Mari Kodama, protagonista del concerto di chiusura su repertorio della compositrice Silvia Colasanti, Schumann e Prokofiev; il primo ballerino di Amburgo Alexandre Ryabko, il direttore d’Orchestra Yuman Ruiz cresciuto ne El Sistema di Abreu, lo storico ensemble milanese Sentieri Selvaggi guidato da Carlo Boccadoro, impegnato anche come pianista insieme ad Andrea Rebaudengo nell’omaggio al percorso sperimentale di Franco Battiato. Quindi il percorso dedicato all’omaggio a Pier Paolo Pasolini nel suo centenario sotto il titolo PSLN, con l’inedita drammaturgia di Roberto Paci Dalò e Benedetta Bronzini che arricchirà il totale di 15 première assolute e commissioni del Cantiere, a dimostrazione della nuova vivacità creativa fortissimamente voluta dal suo direttore artistico, il compositore italiano Mauro Montalbetti, che chiosa così le sue scelte artistiche per questa ricchissima edizione: “Evidenziamo il notevole sforzo produttivo con quattro opere di teatro musicale, di cui due espressamente commissionate a giovani compositrici, ed una di repertorio tradizionale; il gran numero di commissioni (dieci) e poi la danza, le innovazioni multimediali, ma più ancora la significativa ricostruzione della dimensione internazionale, dopo che le ultime stagioni avevano limitato la circolazione degli artisti”.