Nella Domenica del 22 Febbraio Bettolle ha risvegliato gli animi giovanili della popolazione vestita in maschera per festeggiare il Carnevale. I travestimenti, sia di adulti che di bambini, che hanno allietato Piazza Garibaldi, purtroppo travolta dal forte vento di tramontana, sono stati numerosi e di grande rilevanza, pur non raggiungendo gli alti picchi dei Carnevali di fine anni ’90, quando la manifestazione bettolina coinvolgeva interamente il paese e anche le zone circostanti.
Dietro ogni maschera vi era impegno e tante ore di lavoro, e gli sforzi non sono stati vani : i risultati sono stati di una intrigante creatività, che ha positivamente impressionato il pubblico, il quale ha calorosamente accolto ogni forma espressiva dell’arte della travestimento.
Non solo singoli, ma anche gruppi hanno fatto il giro della piazza esibendo i loro lavori, tre quelli di notevole considerazione.
Vi ricordate i giocattoli che la Hasbro mise in produzione nel 1984? Bene, allora sareste rimasti più che affascinati dal gruppo Transformers, macchine da guerra che nel tempo libero assumono anche funzione di semplici veicoli. L’ambientazione italica e contemporanea ha reso possibile che un corriere Bartolini si trasformasse in un pericoloso calciatore di nome Nicola Bizzi, oppure una macchina della polizia mutasse nella cuoca provetta e giurista in divenire Camilla Roghi.
Un veicolo vero e proprio, poi, è veramente entrato in piazza. Si tratta di un carro armato di dimensioni reali costruito interamente con del cartone e poi colorato per assumere effettivamente le fattezze di una delle più grandi macchine di distruzione mai realizzate. Il messaggio, però, non era di guerra, bensì di pace. Dal cannone del carro armato non escono bombe, ma un mazzo di fiori, a simboleggiare la pace che sovrasta la guerra.
Per ultimi ad esibire la propria vena fantasiosa sono stati quelli de “Se i quadri fossero vivi.”. Prendendo spunto da una nota pagina facebook e dall’autore Caparezza (Mica Van Gogh la canzone di entrata), i ragazzi hanno impersonato ben 8 quadri tra i più famosi. La costumista Adua Panichi ha reso possibile che Alessandro Mozzini e Antonio Ugolini fossero rispettivamente “Il figlio dell’uomo” di Magritte e “Ragazza con l’orecchino di perla” di Jan Vermeer; mentre la sceneggiatrice Chiara Corsano ha realizzato tutte le cornici impreziosendo così l’idea. A capitanare la formazione l’autoritratto del fu Van Gogh, messo in opera da Andrea Ravagni.
Tra i più piccoli merito ad alcune bambine che strappano sorrisi mascherandosi da giocatori del Milan, portando a galla ricordi fastosi grazie alle maglie dei grandi dei tempi passati come ad esempio Manuel Rui Costa.
Infine un plauso anche per Renzo Capitani, che porta a Bettolle una vera aria d’oriente divenendo una geisha giapponese.
(articolo a cura di Giovanni Marchi)