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Il gioco del Panforte: una tradizione delle feste

Il gioco del Panforte: una tradizione delle feste

Le festività di fine anno sono il momento perfetto per passare una serata in compagnia di amici e familiari, rispolverando giochi della tradizione popolare per scaldarsi accanto al camino: non soltanto la tombola o il mercante in fiera (o la nostra versione, il Mercante in Chiana) ma anche un’usanza particolare chiamata il “Gioco del Panforte”.

Protagonista assoluto del gioco è il Panforte, dolce tipico di Natale diffuso a Siena e dintorni, la cui origine risale addirittura all’anno Mille con il nome di Panpepato. Quello che inizialmente era un pane dolce e speziato, destinato ai palati nei nobili e del clero, diventò uno dei prodotti tipici senesi più famosi e apprezzati. La sua grande popolarità è cominciata nel 1879, anno in cui la regina Margherita si recò in visita a Siena e ricevette in dono una versione “bianca” del Panpepato, con una copertura di zucchero vanigliato al posto del pepe nero. Il Panforte Margherita, così chiamato da quell’evento, si diffuse in tutta la popolazione.

Il gioco del Panforte è antico quanto il dolce, diffuso nelle campagne e negli strati sociali più bassi della popolazione, divenuto un intrattenimento tipico del freddo periodo invernale. Poteva infatti essere praticato nei poderi, durante le veglie contadine, attorno alle tavolate in cui si riunivano le famiglie oppure nelle osterie dei borghi.

Per giocare servono pochi elementi: un Panforte incartato alla vecchia maniera (coperto da carta gialla o di giornale, quindi, e non dentro una scatola), un lungo tavolo e un mestolo di legno da cucina per calcolare la distanza (oppure di un metro “a stecca” nelle versioni più moderne) che viene utilizzato da un arbitro per stabilire le misure dei lanci. Al torneo partecipano delle squadre di più giocatori, in cui ogni componente è chiamato a lanciare a turno il Panforte sul lato opposto del tavolo, cercando di arrivare il più vicino possibile al bordo. Similmente al gioco delle bocce, il valore più alto è attribuito al Panforte che si avvicina di più al bordo rispetto ai concorrenti; tuttavia, se il dolce cade oltre il bordo, il tiro è nullo. Il massimo obiettivo è fare una “capanna”, che accade quando il Panforte supera il bordo del tavolo, rimanendo in bilico senza cadere: tale distanza diventa la nuova misura da superare per aggiudicarsi il punto.

Alla fine del gioco, nella tradizione contadina, il Panforte veniva tagliato a spicchi e suddiviso tra i partecipanti, e il suo costo veniva pagato dalla squadra perdente. Si tratta quindi di un gioco perfetto per promuovere la socialità durante le fredde serate invernali, in cui viene utilizzato un dolce che diventa il premio stesso della contesa, che non ha bisogno di accessori complicati o di regolamenti difficili da imparare.

Proprio la semplicità ha favorito la diffusione del Gioco del Panforte a Siena e provincia, e in molte occasioni questa tradizione è sopravvissuta all’abbandono delle campagne. Nel corso degli ultimi anni è infatti diventato un appuntamento abituale a Pienza e in Val d’Orcia, assieme alla tradizione del “Gioco del Cacio al Fuso”

A Torrita di Siena la tradizione è stata ripresa dalla Contrada di Porta Gavina, che porterà il Gioco del Panforte nel centro storico della cittadina dal 12 al 16 dicembre 2018. Il torneo prevede la partecipazione di 32 squadre, formate da cinque lanciatori e una riserva; i gironi eliminatori si terranno da mercoledì al sabato a partire dalle ore 20:30, mentre domenica pomeriggio si svolgeranno le fasi finali dalle 15:00 in poi. I vincitori porteranno a casa i panforti e altri prodotti tipici locali.

L’idea di recuperare il gioco popolare partì nel 2007, da un’idea di alcuni contradaioli durante le veglie invernali: l’impegno a valorizzare le tradizioni locali ha portato la contrada di Porta Gavina a organizzare il torneo, giunto quest’anno alla 12esima edizione. Il Gioco del Panforte si tiene in Piazza Matteotti, nei locali della Fondazione Torrita Cultura, accompagnato da dolci fatti in casa e vin brulé, in una calda atmosfera di festa che vuole richiamare le veglie contadine.

2 comments

  1. wow,non conoscevo questo gioco 🙂

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