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Il Sentiero della Bonifica – Tappa 3: dal Lago di Montepulciano alle Chianacce

Il Sentiero della Bonifica – Tappa 3: dal Lago di Montepulciano alle Chianacce

Terza tappa della rubrica di itinerari lungo il Sentiero della Bonifica in Valdichiana Toscana


Superato il Centro visite “La Casetta” la bici scivola spedita sul tracciato del Sentiero della Bonifica, particolarmente morbido in questo tratto. Il Canale Maestro si trova a destra, delimitato su entrambi i lati da un velo di canne basse e rade. Incrocio con una strada asfaltata, poi di nuovo lo sterrato, intorno campi e colline.

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Quando in lontananza compare un grande complesso di mattoni abbandonato mancano poche centinaia di metri al Callone di Valiano, un’opera idraulica risalente al Settecento. La sua funzione era frenare o liberare i flussi d’acqua che arrivavano qui dai chiari di Chiusi e Montepulciano. I prodotti delle campagne viaggiavano anche a bordo di imbarcazioni in direzione di Arezzo e Firenze per essere venduti in città e c’era bisogno di infrastrutture che rendessero possibile e sicuro il loro trasporto via canale. Ciò che resta dello sbarramento, distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale, è affiancato al di là del percorso ciclopedonale da costruzioni malconce. L’erba è cresciuta tra un gradino e l’altro della sua scalinata, linee pulite e simmetrie danno un non so che di moderno e postapocalittico alla struttura, un po’ astronave aliena, un po’ installazione d’arte contemporanea. Un tavolo di legno con due panche posizionato in prossimità dal Callone rende più comodo e allettante il proposito di fare una sosta per studiarne i dettagli.

Oltrepassato il chilometro 22 l’itinerario si interseca di nuovo con la strada asfaltata che, svoltando a destra, porterebbe a Valiano. Un gatto calico attraversa il sentiero incuriosito da un movimento fra l’erba, mentre un treno ad alta velocità corre in senso opposto un po’ più in là, su un viadotto. La bicicletta ci passa sotto, invadendo riquadri regolari di ombra e luce. La Chiana è a sinistra ora, gli argini scendono con una pendenza dolce verso l’acqua e la pedalata continua in mezzo a una distesa di terreni coltivati. Per raggiungere il Torrione si imbocca uno stretto ponte di cemento a sinistra e si percorre un segmento breve ma insidioso di terra, erba e buche.

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Solo alla fine della deviazione la vegetazione si ritira e la visuale si apre per svelare la facciata rosso-grigiastra dell’edificio che, dalla sua costruzione in avanti, ha fatto parte prima della Fattoria di Bettolle e in seguito di quella di Abbadia. La sommità dell’immobile è occupata dalla torretta su cui si arrampicavano i tecnici alle prese con il prosciugamento della palude: usando la scala esterna laterale si accedeva ad un buon punto di osservazione per monitorare le colmate e i lavori della bonifica. Questo fabbricato di origine settecentesca vanta una citazione sia nel censimento “I Luoghi del Cuore” del FAI – Fondo Ambiente Italiano sia nelle memorie del Granduca di Toscana Leopoldo II, che raccontano di un suo sopralluogo in Valdichiana datato 1827. Alcune macchine agricole sono parcheggiate nel piazzale davanti ad uno degli ingressi e, insieme ai vetri rotti e all’intonaco scrostato, aggiungono dettagli al fascino malinconico e spettrale del Torrione.

Tornando sullo sterrato i campi e una fila di gelsi potati di recente scorrono in sequenza, rialzati rispetto alla strada. Le attività umane forniscono temporanei riferimenti nel paesaggio uniforme: un trattore accostato a un fosso, qualche tubo appoggiato vicino al canale. Un cartello punta verso destra, annunciando meno di un chilometro di distanza dalla Fattoria Le Chianacce.

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