Quinta tappa della rubrica di itinerari lungo il Sentiero della Bonifica in Valdichiana Toscana
Il Sentiero dei Principes Etruschi collega il territorio di Cortona al Sentiero della Bonifica più o meno all’altezza di Foiano della Chiana. La deviazione comincia con una curva a sinistra in direzione del ponte in ferro sul canale di Montecchio.
Questo tipo di infrastrutture comparve in Valdichiana negli anni vicini al cambio di secolo, tra Ottocento e Novecento, per potersi spostare in un’area profondamente modificata dall’intervento umano. Si chiamano anche ponti zorès e la loro struttura modulare poteva essere completata in poco tempo. Ancora oggi nelle strade poderali ce ne sono alcuni rimasti tali e quali all’epoca in cui sono stati costruiti, mentre tutti quelli della viabilità principale sono stati distrutti durante la Seconda Guerra Mondiale e rimessi in sesto successivamente.
Chiazze di ruggine macchiano il reticolato di metallo chiaro rendendo più interessante il profilo del ponte, che rimane a destra dello sterrato. Davanti alla bici si spalanca una distesa di campi molto vasti; se tira vento l’erba oscilla con un movimento ipnotico che vale la prima sosta panoramica dell’itinerario. Il verde intenso del paesaggio resta perfettamente uniforme fino ad una fascia di canne scure. Dopo un incrocio con l’asfalto il sentiero si piega bruscamente in una discesina parecchio ripida. Ai piedi della china una leopoldina diroccata regala un altro scorcio da cartolina al percorso ciclopedonale. Un uccello grigio-nero si solleva in aria dal campo dove si trova il rudere con un volo sorprendentemente lento e, dietro alla casa colonica e al vecchio edificio al suo fianco, si scorge già distintamente la collina di Cortona.
Superato un viadotto ferroviario serve una marcia bassa per scavalcare una salita corta e decisa; manca poco al prossimo incrocio, stavolta in corrispondenza di un ponte di mattoni a tre archi sull’allacciante Esse Mucchia. Di fronte al manubrio qualche metro di erba alta separa il portone di un casello idraulico dall’asfalto e i tonfi dei cannoncini scacciavolatili sono l’unico suono che arriva dai campi circostanti.
A circa sette chilometri dalla partenza un bivio segnalato da un cartello marrone offre un’alternativa di percorso o, volendo, un tour ad anello nel territorio cortonese. A destra, passando sopra un ponticello stretto, si va verso la stazione ferroviaria di Camucia, mentre proseguendo dritto ci si dirige verso il Parco Archeologico in località Sodo. Seconda opzione: si deve proseguire ignorando un secondo ponte a destra. Si scende di pendenza in modo quasi impercettibile, ma occhio agli attraversamenti con la rete viaria locale (soprattutto ad uno, a metà di una brutta curva per chi guida un mezzo a motore).
Prima di arrivare alla meta, la strada ciclopedonale si interrompe temporaneamente. Stop alla fine dello sterrato; bisogna svoltare a sinistra sull’asfalto e percorrerlo per alcune centinaia di metri per poi spostarsi sulla sinistra e imboccare un sentierino rialzato, indicato da un cartello e riservato a pedoni e persone in bicicletta. Attraversato un ponte con la ringhiera verde si svolta a destra e avanti, fino ad immettersi nella Sr71. Il Parco Archeologico di Cortona è veramente vicino ormai.
Che fare con l’altro ramo della deviazione? Il tragitto più breve per arrivarci passa per la strada regionale per Camucia. Arrivati alla stazione ferroviaria si scendono con la bici a mano le scale del sottopassaggio, in direzione del binario 2. La segnaletica del Sentiero della Bonifica è subito all’uscita del mini tunnel. Girare a sinistra e un po’ più avanti a destra porta a riprendere lo sterrato, che si alza in una lunga salitina. Dà sollievo all’udito ritrovare il silenzio della campagna pedalando a ritmo rilassato con da un lato un pendio d’erba, dall’altro appezzamenti coltivati di dimensioni ridotte. Quando si raggiunge un incrocio di strade bianche si deve prendere la più arretrata a sinistra. I campi di prima lasciano il posto ad una vegetazione fitta da cui provengono fruscii continui e repentini. Presto le piante si diradano un po’ e si prosegue su sassi grossi e abbastanza appuntiti: attenzione a non bucare.
Un piccolo edificio sviluppato in verticale sta più in alto del livello della strada, in corrispondenza di una curva a destra, dopodiché si va ancora dritto per prendere il ponte a sinistra. Gli spaventapasseri a guardia dei terreni a fianco dell’itinerario anticipano l’arrivo all’origine della biforcazione. Forza e coraggio, il Sentiero della Bonifica è a pochi chilometri da qui.
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