È quasi un anno ormai che la nostra vita è cambiata; abbiamo perso l’educazione alla socialità, non perché non ci interessi più, siamo semplicemente disabituati. Alcuni mesi fa, quando si faceva una nuova conoscenza, il primo “gesto sociale” che sanciva il nuovo incontro era la stretta di mano, per salutare un amico si usava una pacca sulla spalla, un abbraccio e nel migliore dei casi qualche bacio. Prendevamo l’autobus anche quando era al completo e le facce dei passeggeri erano schiacciate ai finestrini, suscitando la compassione in chi le osservava da fuori. Aspettavamo il nostro turno in sale d’attesa che avevano sedie così vicine tra loro che ci capitava di riuscire a sbirciare sul cellulare del tizio di fianco a noi. Ovviamente erano tante altre le cose che eravamo abituati a fare, ma non le ricordo nemmeno! Ed è proprio questo il punto: se all’uomo, che è un animale sociale, si toglie la socialità, cosa succede? Io credo che rimanga soltanto l’animale e tutto ciò mi preoccupa. Si impara a vivere insieme agli altri quando stiamo in un contesto che ce lo permette e se smettiamo di allenare quelle facoltà, spesso acquisite nell’infanzia, riusciremo mai a riesercitarle quando sarà possibile?
Da queste riflessioni è nata Impluvium, anche se l’idea della compagnia era in cantiere da prima della pandemia; la crisi che ne è derivata, anziché ostacolare questo progetto, l’ha rafforzato sempre di più. Perché? Credo che le preoccupazioni precedentemente descritte siano significative, anche se non sufficienti. Il nostro gruppo è formato da ragazzi che hanno avuto precedenti esperienze teatrali nelle varie compagnie presenti nel territorio nel quale viviamo. Tutti, oltre a portarsi dietro gli insegnamenti tecnici della disciplina teatrale e di tutte le arti che ruotano attorno al grande “sistema dinamico complesso” (anche detto teatro), condividono con me che le caratteristiche più belle di questo mondo siano il confronto con gli altri, l’incontro e il senso di comunità che da questi deriva. I teatri riapriranno, così come le botteghe, i ristoranti, i cinema, le piscine, le palestre… Del resto, non siamo solo noi teatranti a soffrire le conseguenze di un anno come questo. Ci stiamo già preparando, sia psicologicamente che artisticamente, ad un nuovo incontro con il pubblico, consapevoli del fatto che non dobbiamo essere noi a dire che ci sia bisogno di teatro, ma devono essere gli spettatori a dimostrarcelo.
Il nome che abbiamo scelto per la nuova associazione è “Impluvium”. Non volevamo un appellativo banale, ma uno che ci identificasse. L’impluvium era una vasca comune al mondo greco, etrusco e romano; si trovava nell’atrio della domus e serviva a raccogliere l’acqua piovana e quella che sgorgava da i tetti e la raccoglieva in cisterne che la preparavano ad un nuovo utilizzo. Infatti accoglienza, mescolanza, unione e confronto sono le nostre caratteristiche principali. La compagnia è formata da ragazzi che hanno competenze molto diverse fra loro (dalla matematica all’ingegneria, la fisica, la regia, la scenografia, il design, l’architettura, la grafica, l’antropologia, ecc…), ma che confluiscono in un’unica grande passione: quella per il teatro.
Il gruppo teatrale che costituisce l’associazione esisteva già da un po’, ciò che cambia è che adesso esistiamo anche a livello legislativo. Possiamo considerarci una nuova realtà artistica, teatrale e culturale. Il nostro scopo è quello di contribuire profondamente alla già prolifica attività della zona e di trasformare la nostra passione in lavoro. Io studio regia teatrale e alcuni dei ragazzi hanno studiato o studiano in accademia, altri ancora sono laureati in tutt’altro ma è forte in loro l’istinto di affiancare il teatro alla vita professionale. Vogliamo essere una certezza per il futuro e una soddisfazione per i maestri che ci hanno introdotto a questo mondo. Nessuna inimicizia, selezione ed esclusività! Collaboreremo volentieri con chi si fiderà di noi, cercando un produttivo scambio di idee, facendo capire, anche a chi è più esperto di noi, che una delle cose più importanti che ci ha lasciato il momento storico che stiamo vivendo è la consapevolezza di usare bene il nostro tempo, e il tempo passato a farsi la guerra, si sa, è tempo perso!
L’associazione è nata grazie all’impegno di una ventina di persone, ma siamo aperti a tutti i nuovi associati che condividono la stessa filosofia. Siamo principalmente under 25 e originari di zone diverse: da Montepulciano ad Acquaviva, Chianciano, Sarteano, Chiusi, Torrita di Siena, Pienza, Montefollonico, Sant’Albino… Praticamente copriamo la Valdichiana senese quasi per intero e abbiamo collaborato con tante altre realtà teatrali del territorio. Il nostro gruppo è molto bilanciato, i caratteri si incastrano perfettamente e le potenzialità sono molto alte, viste le competenze e le menti creative che abbiamo messo insieme.
Questo periodo di stallo per noi è assolutamente prezioso. Ci sta servendo per confrontarci rispetto a agli eventi da mettere in cartellone presumibilmente da questa estate, per pianificare il lavoro e ci è utile anche per allestire la nostra nuova sede. Adesso l’unica attività con cui possiamo procedere è quella della “Piccola Accademia delle Arti Belline” i laboratori di recitazione e teatro danza che fino a pochi mesi fa si sono svolti al Teatro dei Concordi e che attualmente si stanno svolgendo online, per motivi organizzativi e di sicurezza. Nel frattempo, ci stiamo organizzando per trasformare la nostra nuova sede in un piccolo teatro: stiamo costruendo un palcoscenico, cerchiamo poltroncine per gli spettatori, luci, quinte, fondali, americane e tutto quello che serve per prendere – almeno in piccolo – le parvenze di teatrino.
I nostri obiettivi futuri sono molteplici. Essendo tanti, c’è sempre qualcuno che si sveglia al mattino con un’idea diversa e, poiché siamo un teatro impluvium, non si “butta” via nulla, si parla di qualsiasi progetto, ci si confronta, si esamina e si capisce se vale la pena perseguire quella strada. Nel futuro più prossimo vorremmo riproporre “Resistenza Artistica”, il campo estivo teatrale che abbiamo inaugurato la scorsa estate al Teatro dei Concordi. Tuttavia vorremmo ampliare quel progetto, permettendo ai ragazzi del liceo e agli adulti di partecipare e organizzando attività e corsi che permettano il gemellaggio con altre compagnie del territorio. Insomma, vorremmo che la nostra sede quest’estate trasformasse in un piccolo villaggio artistico, ma è ancora tutto da valutare! Non si può tuttavia parlare di come vorremo procedere in generale, ma nella nostra etica c’è sicuramente l’incontro e la voglia di imparare dall’altro, attraverso workshop, giornate dedicate a corsi di vario genere, che saremmo lieti di ospitare. Inoltre, vorremmo girare e incontrare anche nuove realtà, facendoci conoscere attraverso la messa in scena, per poi ospitare a Montepulciano quelle nuove scoperte e preparare nuovi orizzonti per il futuro.
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