Quest’anno i problemi legati al clima sono stati tanti, un’estate molto piovosa, un ottobre caldo con temperature sopra le medie, hanno causato gravi danni all’agricoltura nuocendo gran parte delle coltivazioni. Purtroppo questi sbalzi climatici hanno contribuito alla proliferazione di insetti particolati che hanno infettato le colture, un esempio fra tutti, gli attacchi agli ulivi da parte della mosca olearia che sta severamente compromettendo la raccolta 2014.
Di questo e di molti altri temi riguardanti il settore agricolo in Valdichiana e nella Provincia di Siena, ne abbiamo parlato con il Presidente della CIA di Siena, Luca Marcucci, incontrato alla festa dell’Olio che si è svolta sabato 18 e domenica 19 ottobre a Trequanda e Castelmuzio
Buongiorno Sig. Presidente, allora, parliamo dell’attuale scenario agricolo della Valdichiana.
“Lo scenario agricolo in Valdichiana, in questo momento, si trova nel periodo più importante per la raccolta delle olive, ma quest’anno sarà un’annata che lascerà il segno. 1/5 della produzione normale delle olive, non sarà eccezionale. Abbiamo avuto attacchi da parte di questa mosca che sta compromettendo la qualità del nostro olio. Questa è la preoccupazione più grossa che c’è in questo momento in Valdichiana.”
Ma non si poteva evitare o arginare questo problema?
“Dunque c’è da fare una differenza tra qualità e qualità. L’olio è un prodotto molto grasso e per salvarsi dalla mosca si sarebbe dovuto intervenire con degli insetticidi pesanti. Contando la grassezza dell’olio, i pesticidi si sarebbero discostati più difficilmente e quindi se si vuole bene alla nostra salute, gli interventi si possono fare, ma ad un certo punto è obbligatorio dire basta. Quest’anno ci sono stati tre attacchi da parte della mosca e l’ultimo, che si è verificato in concomitanza con l’inizio della vendemmia, è stato quello peggiore, senza contare poi il fatto che quest’anno c’è stata anche la tignoletta, un animale simile alla mosca che ha provocato alcuni danni alle vite. Certo il fenomeno della mosca olearia si poteva anche prevenire, ma ne avrebbe risentito molto la salute.”
Cambiamo argomento e parliamo degli attacchi di ungulati all’ambiente e alle coltivazioni. Sempre di più, nell’ultimo periodo, abbiamo letto e visto fatti di colture completamente distrutte da parte di questi animali, quale pensa che sia la soluzione migliore per difendere le nostre campagne da questo problema?
“Con la mia Associazione stiamo facendo una battaglia vera e propria sul fatto che le nostre produzioni sono sempre più attaccate da questi animali. Contro gli ungulati c’è una legge nazionale ben precisa e che, purtroppo, sta impedendo, a chi dovrebbe fare prevenzione, di fare una prevenzione seria e per questo motivo noi faremo tre manifestazioni per cercare di cambiare questa legge.
Nel frattempo i nostri agricoltori, però, sono preoccupati perché devono iniziare con le semine e ad oggi purtroppo non posso dire che ci siano delle soluzioni a riguardo. L’Assessore Regionale ci ha detto che da subito si stanno formando delle squadre per fare gli abbattimenti. In più, si possono fare delle prevenzioni, non solo recinzioni, perché quando si parla di piantagioni di cereali non si può pensare di recintare migliaia di ettari, ma si possono mettere delle esche, con un odore particolare, che allontano gli animali dalle coltivazioni e questa potrebbe essere considerata una prevenzione temporanea in attesa che qualcosa cambi. La verità è che, prima di tutto, deve cambiare la mentalità della gente di questi luoghi.”
A chi si riferisce?
“Mi rivolgo alle squadre dei cinghialai, perché ormai da troppi anni continuano a dare da mangiare a questi animali, in modo da favorire la loro continua riproduzione. Inoltre, siccome loro considerano questo territorio, un loro territorio di caccia, sono tenuti a fare abbattimenti, altrimenti noi chiederemo che non ci siano più zone fisse, ma a rotazione, in modo da non far affezionare una determinata squadra al luogo di caccia. Si parla di zone dove la presenza di questi animali è zero, mentre in altre ci sono tre/quattro capi per ettaro, ed una quantità troppo alta.”
E invece per difendersi dai predatori che attaccano le nostre stalle, qual è la strada più giusta da percorrere?
“Intanto, sono ripartiti da parte della Regione contributi per fare recinzioni e assicurazioni. La vera scommessa, però, è il fatto di iniziare a fare le catture. Capisco che un lupetto in gabbia intenerisce, però penso anche che debba intenerire anche un agnellino ucciso o meglio ancora un agnellino senza la madre che lo possa allattare. Non so quale sia l’immagine peggiore!
In un mondo fatto di consumismo e biodiversità, la biodiversità va salvaguardata, ma dobbiamo anche salvaguardare un certo equilibrio e alla luce dei fatti, non parliamo più una biodiversità, ma siamo davanti ad una invasione. “
Questo problema c’è perché prima non è stato fatto niente?
“Si, non è stato fatto niente prima e con questo non voglio fare allarmismi. Ma mi domando: ad oggi ci sono i pastori con le pecore, andando avanti, quando le pecore non ci saranno più, sarà sicuro andare nel bosco a cercare i funghi? Questo è per dire che va presa una decisione quanto prima. La specie lupo ci deve essere, ma non qui, nelle Alpi.”
La disoccupazione è arrivata a toccare delle percentuali imbarazzanti nel nostro Paese, se un giovane volesse investire in una attività agricola in Valdichiana o in Provincia di Siena, cosa Le direbbe e quale sarebbe il suo consiglio?
“Quando sono venuti da me dei ragazzi, che avevano manifestato la voglia di investire nel settore agricolo, io gli ho detto: “Siete dei pazzi!”, ma poi ho aggiunto, “Io sono stato pazzo prima di voi!”. Ad oggi gli dico che sì, sono ancora dei pazzi, ma sicuramente è un’ opportunità di lavoro da sviluppare. Non sarà una vita milionaria, ma sicuramente c’è la possibilità di crescere, di andare avanti e di svilupparsi.”
E per quanto riguarda, invece, l’aspetto governativo di questo settore?
“Per quanto riguarda l’aspetto governativo, stanno mettendo in piedi delle economie importanti. Sul nuovo PSR si parla di 170mila euro a fondo perduto per un giovane al di sotto dei 40 anni, che vuole investire in attiva agricola. Con un investimento di almeno 300mila euro, un giovane si impegna veramente a investire su un lavoro e su un’attività, dove è vero che ci sono sacrifici, ma anche tante soddisfazioni. In Valdichiana, vedendo lo scenario attuale, credo proprio che sia possibile, perché l’agricoltura è un’attività veramente rinnovabile, è quella che tutti giorni ti porta nel piatto le cose che mangiamo e quindi c’è sempre bisogno di produrre e di fare cose. Purtroppo negli anni ’70 quando un giovane aveva un podere o una stalla veniva puntualmente allontano, ci sono voluti venti anni, per capire che chi possiede queste due cose ha in mano un grande potenziale da sfruttare.”
Per concludere, se io Le dicessi Energie Alternative, Lei cosa mi risponderebbe?
“Purtroppo ancora vengono viste troppo da lontano. La gente ancora non capisce cosa possono o non possono essere. Oggi come oggi, in Italia ci sono tantissime imprese che producono elettricità, ma non abbiamo chi la utilizza. Siamo arrivati al paradosso di avere tanta energia e non sapere come usarla. Attualmente ci sono tante energie rinnovabili ma dobbiamo sempre di più conoscerle e provarle, poi dopo forse le potremmo sfruttare. Ti lascio con un paragone, visto che siamo alla festa dell’olio: vent’anni fa l’olio faceva male, invece oggi si dice che ci si può curare il cancro… e con questo lascio a te la conclusione”.
Ringraziamo il Presidente Luca Marcucci per questo quadro generale sulle condizioni agricole della Valdichiana e per questa sua intervista molto minuziosa ed esauriente.
Materiale a cura di Valentina Chiancianesi e Maria Stella Bianco
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