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La Femme, l’elettropop francese sul palco del Live Rock Festival

La Femme, l’elettropop francese sul palco del Live Rock Festival

“La Femme” è un gruppo musicale originario dei Pirenei francesi, formatosi nel 2010 con il chitarrista Sacha Got e il pianista Marlon Magnée, a cui si sono poi aggiunti gli altri membri: il bassista Sam Lefevre, il batterista Noé Delmas, il percussionista Lucas Nuñez e le cantanti Clémence Quélennec, Clara Luciani, Jane Peynot e Marilou Chollet. Il nome del collettivo deriva da un concetto misterioso che vede la figura della donna come enigmatica ed elegante, tanto da essere rappresentata nel gruppo dalle diverse voci femminili presenti.

Grazie alle loro atmosfere elettropop curate in ogni dettaglio, combinano nei loro pezzi vari generi e stili musicali tra cui rock psichedelico, punk, il krautrock, musica new wave e musica yéyé. Il gruppo “La Femme” si è affermato in tutto il mondo, fino a condividere le scene con Red Hot Chili Peppers e James Blake. Il loro album “Psycho Tropical Berlin” ha vinto il premio rivelazione dell’anno 2013 ai Victories de la musique, mentre l’ultimo album è “Teatro Lúcido“, pubblicato nel giugno 2022.

“La Femme” si sono esibiti durante la prima serata dell’edizione 2022 del Live Rock Festival con un concerto entusiasmante che ha scatenato il pubblico di Acquaviva. Prima dell’esibizione, abbiamo scambiato alcune parole con il chitarrista del gruppo.

Come è stato il vostro soggiorno in Valdichiana? Avete visitato i dintorni?

“Abbiamo passato tre giorni a Firenze, da degli amici che vivono lì. Abbiamo avuto qualche giorno libero ma siamo rimasti a Firenze, quindi non abbiamo avuto modo di visitare questa zona. Siamo arrivati qui il giorno prima dell’esibizione al festival, non abbiamo avuto il tempo di fare altro se non di riposarci e prepararci per il concerto.”

Come vi sembra il Live Rock Festival di Acquaviva?

“Fico! Guardando la line-up non conoscevamo gli altri gruppi, ma per un piccolo paese come questo è molto particolare trovare un festival di un tale livello!”

Provenite da un piccolo paese della Francia, per voi è stato difficile emergere in un contesto del genere?

“Sì, in effetti è stato così, ma in questo momento è bello suonare nelle grandi città ed essere apprezzati in ambito internazionale. Pur venendo da contesti più provinciali è importante emergere anche in palcoscenici più grandi.”

Se non avessi intrapreso la carriera di chitarrista nel gruppo, che cosa avresti fatto nella vita?

“Probabilmente sarei finito schiavo dell’eroina. – (ride) – Non lo so, però un mestiere che mi sarebbe sempre piaciuto fare è il critico culinario e alberghiero. Non solo in Francia ma ovunque, per poter viaggiare gratuitamente e per poter mangiare dappertutto. Un po’ come i musicisti, insomma!”

(intervista a cura di Ana Hoxha – fotografie di Andrea Veroni)

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