Serge Latouche al Lago di Montepulciano: “Recuperare l’autonomia agricola e alimentare”
Il cielo ha minacciato pioggia per tutta la sera, e le nubi temporalesche non facevano presagire nulla di buono: e invece la nutrita platea che si era radunata al centro visite “La Casetta” del Lago di Montepulciano è stata risparmiata dall’acquazzone, e ha potuto godersi un interessante incontro pubblico con Serge Latouche. Il dibattito si è svolto all’aperto, nei giardini a fianco del Sentiero della Bonifica, e i tanti spettatori giunti per l’occasione si sono dimostrati partecipi e incuriositi, contribuendo al successo dell’iniziativa con domande e approfondimenti.
Serge Latouche, economista e filosofo francese, ha acquisito fama internazionale grazie alle sue teorie della decrescita felice. L’incontro organizzato da Legambiente e dagli Amici del Lago di Montepulciano, lunedì 7 luglio, è stato un importante momento di condivisione delle tipiche tematiche della ricerca accademica di Latouche, ma ha spaziato anche su temi quali la biodiversità, l’autonomia agricola e alimentare, i processi di costruzione di un Biodistretto in Valdichiana.
Il professor Latouche è un grande avversario dell’occidentalizzazione del pianeta e le sue opere di antropologia economica guardano favorevolmente a concetti come il convivialismo (Qui potete trovare il manifesto pubblicato dal MAUSS, il movimento anti-utilitarista per le scienze sociali) e il localismo. Le critiche ai modelli di imperialismo culturale, al predominio della crescita come motore di sviluppo e all’utilitarismo come etica predominante lo hanno reso particolarmente famoso, sia in ambienti accademici che politici, e i tanti libri pubblicati sul tema della “decrescita felice” hanno contribuito alla formazione di un dibattito per ridurre gli sprechi energetici, le disuguaglianze sociali e l’impronta ecologica.
Ma il dibattito non si è limitato a questo: il professor Latouche ha introdotto il tema della resilienza, ovvero la capacita di un ecosistema di resistere alla tensione e all’aggressione e di tornare allo stato primitivo e originario. Ritornare quindi alle buone pratiche locali, recuperare l’autonomia tipica del mondo contadino, che coinvolga non soltanto gli aspetti agrari e ambientali, ma anche quelli sociali e culturali. Per fondare una società basata sulla qualità della vita e non sulla merce, quindi, è necessario riappropriarsi delle nostre origini, recuperare la capacità di sopravvivenza e la padronanza del saper fare, soprattutto in campo alimentare. Viviamo infatti, secondo lo studioso, in un mondo che potremmo definire come un paese dell’assurdo, in cui non c’è più il senso sacro del cibo.
Per tutti i lettori interessati alle teorie della decrescita e all’evento che si è tenuto al Lago di Montepulciano, sta arrivando un servizio esclusivo e un’intervista approfondita che Serge Latouche ci ha gentilmente concesso. Continuate a seguirci!