Quando ero piccola, leggere fumetti non era considerata una cosa ‘cool‘, specialmente quando si parlava di manga. Noi che li leggevamo eravamo, agli occhi della società, un gruppetto di disadattati sociopatici che amavano intrattenersi con giochi da bambini.
Eppure, la nicchia degli appassionati di fumetto si è ingigantita, anno dopo anno, tanto che adesso il nostro Paese ospita la terza più grande fiera del fumetto al mondo: il Lucca Comics & Games.
Lucca Comics & Games è la fiera del fumetto più grande d’Italia, seconda in Europa dopo Angoulême e terza nel mondo dopo Tokyo. Nata nel 1993, giunge quest’anno alla sua ventunesima edizione, dopo che quella dell’anno scorso ha registrato oltre 380.000 visite. La sola edizione del 2011 ha generato introiti per la città di Lucca per circa 24 milioni di euro. L’edizione di quest’anno si svolgerà dal 30 Ottobre al 2 Novembre 2014.
La prima edizione alla quale ho avuto la possibilità di partecipare è stata quella del 2005. Al tempo per me era una sorta di Mecca, un raduno di gente con le mie stesse passioni, con la quale si poteva parlare una lingua comune. Lì c’era tutto: fumetti, artbook, giochi in scatola, CCG, miniature, gadget, abiti, parrucche, strumenti per il disegno…tutto. Per me, che leggo e disegno fumetti, era il paradiso.
È bellissimo camminare per questa città ordinata e pittoresca e incontrare cavalieri, demoni, supereroi e streghe che magari si sono soffermati a prendere un caffè o posano assieme per un passante. È bello voltare l’angolo e trovare Batman che tiene per mano Usagi Tsukino.
Per gli appassionati di fumetto, al Lucca Comics & Games c’è veramente tutto. Decine e decine di stand di fumetti di ogni tipo e nazione, dai comics americani, ai manga giapponesi, al fumetto d’autore italiano e francese: la scelta è immensa, e c’è chi si porta dietro zaini belli capienti per riuscire a portarsi a casa tutto quello che intende leggere. Ci sono i collezionisti, i lettori occasionali, anche diverse famiglie che si aspettavano di trovare un festival decisamente diverso. Chiunque metta piede al Lucca Comics si accorge che il fumetto non è un prodotto per bambini, come ci dicevano erroneamente a inizio anni ’90. Il fumetto è per tutti, i giochi sono per tutti.
Giustamente, però, i bambini sono una parte importante di questo regno, e l’organizzazione del festival non dimentica mai di dedicare loro padiglioni appositi, mostre e workshop creativi, tutto racchiuso sotto il nome di Lucca Junior. Ci sono eventi riservati alle scolaresche e alle famiglie, in modo che tutti possano trovare un posto adatto a loro nell’immensità dell’evento.
Per me, il padiglione dedicato ai giochi di ogni tipo (videogiochi, Gdr, giochi di narrativa, giochi in scatola e via discorrendo) è una vera fucina delle idee, uno showcase di artigiani fantastici e un luogo dove si va per scoprire cose nuove, più che per comprare qualcosa. In questo padiglione ci sono talmente tante cose che ci si sente storditi. Se non troviamo nulla di quello che cercavamo, scopriremo sicuramente qualcosa di nuovo, o conosceremo qualcuno a un tavolo di gioco. L’unico grosso problema di questo stand è che verso sera l’ossigeno comincia a finire e l’aria diventa irrespirabile, ma per fortuna l’organizzazione sta cercando di ovviare al problema suddividendo il Lucca Games in più tendoni tematici. Quest’anno, ad esempio, ci sarà un padiglione completamente dedicato all’universo di Star Wars.
Il Lucca Comics & Games è anche un’occasione importante per rivedere i propri amici, che per l’occasione migrano da tutta Italia per visitare la fiera. È un’occasione per incontrare i grandi maestri: nel 2005 ho avuto la fortuna di cenare con George R. R. Martin (che ci ha anche ringraziati nella prefazione del suo ultimo libro, A Dance with Dragons), nel 2010 ho cenato con Terry Brooks (tra l’altro sono riuscita a fare figuracce con entrambi). Ho stretto la mano a Brian Froud, ho parlato con Andrzej Sapkowski e ho ascoltato Michael Moorcock parlare del multiverso.
I quattro-cinque giorni del Lucca Comics sono come una parentesi nello scorrere del tempo, è come fare un viaggio in una dimensione a parte, dove la fantasia è celebrata come una vera regina. È la rivincita di noi, che negli anni ’80 e ’90 venivamo visti come alieni dai nostri coetanei; è la rivincita delle arti ludiche, che in questa fiera trovano la dignità che si sono sempre meritate.