In questi giorni, a causa di una forte dose di stress cui la vostra autrice è sottoposta, questa stessa rifugge la televisione, la radio volgare (vi farò qualche esempio adatto: Radio Deejay o Radio 105, irritanti ed estremamente volgari nel linguaggio), i telegiornali, onde evitare travasi di bile e gare di lancio della televisione, e la vostra stressatissima autrice evita il più possibile l’uso di smartphone, social network e quant’altro. Ma, c’è sempre una piccola oasi di pace, garantita da un’artista che non può fare a meno di sentire, e che è sempre adatta a qualsiasi situazione e a qualsiasi stato d’animo. Per chi mi conosce, sa bene che è Tori Amos sul primo gradino del podio, ma vorrei farvi conoscere un’altra significativa artista, che non manca mai nella mia personale playlist.
Loreena McKennitt
Ho avuto il piacere di incontrare Loreena McKennitt e di parlarci tre volte. Tutto è iniziato nel 2007, con la promozione del suo album, “An Ancient Muse”, che ha segnato il suo ritorno sulle scene, dopo nove lunghi anni di silenzio. Ho visto due suoi concerti – purtroppo saltando il magnifico concerto tenutosi a Brescia l’anno seguente – negli ultimi sei anni – e ancora fatico a dire che questi siano “solo” concerti, ma veri e propri viaggi musicali, e non. Ma chi è Loreena McKennitt? Evitando il gossip becero e grossolano, provo a offrirvi un piccolo scorcio su questa magnifica artista canadese, aggiungendo solamente che è una persona splendida, gentile e affabile, e dalla voce gradevolissima, che stia parlando o che stia cantando.
Loreena McKennitt nasce nel Manitoba – per poi trasferirsi a vivere in Ontario – nel 1957. Ha discendenze irlandesi e scozzesi, difatti, ho sempre supposto che il suo cognome potrebbe derivare dall’irlandese McKenna (probabile evoluzione del cognome Mac Cionaoith). La canadese ha sempre sostenuto che, mentre studiava per diventare veterinario, la musica l’abbia scelta, piuttosto che il contrario. La sua vita prevedeva piani differenti, e, come è accaduto più di una volta, anche lei, come tutti, se li è trovati sconvolti, sparpagliati e rimescolati. I suoi primi passi nella musica riguardano strettamente la musica celtica. La giovane artista impara a suonare la fisarmonica e l’arpa celtica, oltre al pianoforte e al canto, di cui ha già svariati anni di formazione alle spalle. Il suo debutto, “Elemental”, porta la data del 1985 e il marchio della label da lei stessa fondata e gestita, la Quinlan Road. Qua, così come nei seguenti “To Drive The Cold Winter Away” e “Parallel Dreams”, la musica ha ancora una fortissima connotazione celtica, e rimane piuttosto semplice negli arrangiamenti. Il vero salto di qualità arriva con “The Visit”, nel 1991, il primo vero album di Loreena McKennitt a regalarle un meritato successo e una maggiore visibilità. Buona fetta dei suoi fan più affezionati, lo reputa il suo miglior album, personalmente, rimango combattuta nell’aggiungervi pure i due album seguenti, gli eccelsi “The Mask And The Mirror” e “The Book Of Secrets”.
Loreena McKennitt ha saputo allargare i propri orizzonti non solo personali, ma anche della propria musica, man mano che viaggiava e scopriva il mondo, appassionandosi al Medio Oriente, alla Spagna, al Marocco, e alle loro tradizioni musicali. Infatti, negli ultimi tre album citati poco più sopra, è percepibile non un distacco netto dalla musica celtica, che la canadese considera sempre come “sue radici musicali”, quanto più un’interessante mescolanza e alternanza tra celtico e musica ispirata all’Oriente, aggiungendovi pure scorci di Spagna del quindicesimo secolo, la Galizia e l’Andalusia… Con significative fonti di ispirazione, da un punto di vista testuale, come William Shakespeare (“Cymbeline”, “Prospero’s Speech”) o Alfred Tennyson (“The Lady Of Shalott”) o William Butler Yeats (“Cé Hé Mise le Ulaingt?/The Two Trees”), ma anche da parte di mistici come Giovanni della Croce (“Dark Night Of The Soul”). L’influenza dell’Oriente è decisamente più marcata nel suo ritorno discografico nel 2007, con il già citato “An Anicent Muse”, dopo nove anni di silenzio, dovuti alla perdita del compagno in un incidente navale e una serie di viaggi in tutto il mondo, e di pochissime, se non proprio nulle, apparizioni in pubblico; così come in un tour nel 2009, proprio il Mediterraneo e la propria tradizione musicale è stato protagonista del percorso voluto dalla McKennitt. Tra 2011 e 2012, inoltre, c’è stato un piccolo ritorno alle origini, con “The Wind That Shakes The Barley” e il tour che n’è seguito, ricco di tradizionali della musica celtica e brani spiccatamente appartenenti a quel genere.
Se volete regalarvi dei momenti di puro viaggio musicale, dove la mente è in grado di immaginare affascinanti luoghi che vorreste visitare nel mondo, ascoltatevi Loreena McKennitt: al di là dell’eccezionale qualità della propria musica, è in grado di prendervi per mano e farvi sentire a casa in qualsiasi luogo lei abbia visitato, senza essere invadente con i propri ricordi personali (la discrezione e la riservatezza sono due delle sue grandissime qualità). Un viaggio in tutti sensi, emozionante, che non smette mai di stupire ascolto dopo ascolto, sebbene la canadese sia quasi vicina ai trent’anni di carriera.