L’associazione Nautilus Xenolid è finita al centro della cronaca recente per via degli arresti effettuati dalla Polizia di Stato, al termine di indagini durate oltre un anno. Un uomo di 46 anni di Montepulciano, considerato il guru del gruppo, è finito agli arresti domiciliari, mentre per la compagna 50enne è scattata la misura dell’obbligo di dimora a Foiano della Chiana.
L’associazione si proponeva di sviluppare l’energia positiva e superare blocchi mentali e tabù, ma in realtà gli adepti venivano indotti a frequentare costosi corsi a pagamento, a subire violenze psicologiche e una serie di abusi sessuali. Secondo le indagini, le persone che si univano al gruppo venivano ridotte in uno stato di soggezione tale da assecondare la guida spirituale in ogni decisione, finendo anche a svolgere lavori gratuiti nella sua azienda agricola e a subire degradanti punizioni in caso di errori.
Attraverso testimonianze anonime di chi ha fatto parte del gruppo e a documentazioni raccolte, possiamo finalmente ricostruire che cosa avveniva dentro Nautilus Xenolid, per capire meglio la gravità della vicenda e mettere in guardia altre persone che potrebbero rimanere vittime di situazioni analoghe.
Quali erano le credenze dell’associazione?
La prima cosa da chiarire è che Nautilis Xenolid non ha una ramificazione estesa e strutture replicate in altri territori: aveva sedi distaccate in Germania, Svizzera e Austria, oltre alla base di Montepulciano (e, in passato, anche a Chianciano Terme), con associazioni, società e ragioni sociali differenti, ma tutto faceva riferimento al presunto guru che ne ha ideato la filosofia e il funzionamento.
La filosofia alla base dell’associazione punta al raggiungimento di una “energia positiva” che dovrebbe permettere alle persone di ricongiungersi pienamente alla propria anima, raggiungere il vero amore e la felicità. Tutti noi siamo sconnessi e impossibilitati a raggiungere il benessere: attraverso i corsi “Delta Life” e i passaggi successivi, sarebbe possibile riconnettersi nuovamente con l’anima e recuperare l’energia positiva. In questo percorso gli adepti dovevano tenersi lontano dai “diavoli”, dalle persone e dalle situazioni negative che causavano squilibri e li rendevano schiavi. Attraverso le teorie energetiche, Nautilus Xenolid si proponeva di far superare agli adepti i problemi derivanti da pregresse esperienze negative avute in ambito familiare e sentimentale, purificando la propria anima per raggiungere l’equilibrio interiore.
Gli obiettivi filosofici di questo gruppo, che richiamano alcune delle più famose psico-sette, erano infarciti di elementi pseudo-scientifici, tra cui lo studio del biomagnetismo. Queste teorie vogliono apparire scientifiche, oppure prendono spunto da basi scientifiche, ma non ne rispettano i criteri e vengono usate per donare un’aura di autenticità e autorità al guru e alla sua filosofia, apparendo quindi più seria e appetibile agli occhi dei nuovi adepti.
I campi di applicazione di Nautilus Xenolid erano svariati, tra cui il marketing e i servizi digitali. Uno dei principali era l’agronomia, dal momento che molte attività si svolgevano presso un’azienda vitivinicola di Montepulciano. In questo settore, il presunto guru aveva ideato una pseudo-tecnologia innovativa in grado di sviluppare enormemente le capacità produttive dei terreni e di rendere gli alimenti più sani e nutrienti.
Nella documentazione che abbiamo raccolto viene mostrata tutta la capacità retorica di Nautilus Xenolid, che mischia con astuzia delle basi pseudo-scientifiche ad aspirazioni spirituali che nulla hanno di dimostrabile. Secondo gli ideatori, il prodotto agronomico denominato “PBC-8” dovrebbe essere utilizzato al posto del concime o dei composti chimici in agricoltura, ottenendo risultati migliori e più salutari attraverso teorie di biomagnetismo o di fisica quantistica non dimostrabili. In realtà, il prodotto approfittava delle capacità fertilizzanti e antibatteriche di alcuni elementi naturali, per dimostrarne un’efficacia immediata, ma non aveva poteri magici né soprannaturali. Il biomagnetismo, infatti, è spesso il jolly che molte pseudoscienze utilizzano per mimetizzarsi tra le reali discipline scientifiche, creando numerose bufale.
Per chiarire meglio, sarebbe come spacciare il miele (antibiotico naturale per eccellenza) come un prodotto ultra-scientifico per curare ogni forma di infezione batterica, vendendolo al triplo del suo valore: ne notiamo gli effetti benefici, nei casi più lievi, ma non possiamo pensare che possa funzionare contro la tubercolosi soltanto perché odiamo le multinazionali e le case farmaceutiche. Il meccanismo è simile a quello delle Biowashball, diventate famose una decina d’anni fa: funzionano molto peggio di quanto promettono, ma vorremmo che funzionassero davvero.
I prodotti per l’agricoltura di Nautilus Xenolid erano una delle possibili applicazioni della filosofia dell’associazione, che poteva però adattarsi a tanti altri settori, sempre con l’obiettivo di vendere beni o servizi che avrebbero dovuto riconnettere le persone alla loro energia positiva, migliorare l’armonia e il benessere, ma senza elementi scientifici a supporto.
Come si finiva dentro al gruppo?
La struttura di Nautilus Xenolid ricorda uno dei tanti esempi di multi-level marketing o sistema piramidale, con diversi gradi da raggiungere tra i nuovi adepti (sempre però sotto la rigida gerarchia con in testa il guru) e dei metodi di convincimento che passano per livelli successivi.
Secondo le testimonianze, la nuova vittima veniva avvicinata principalmente con il passaparola e con la presentazione da parte di conoscenti o persone fidate; le esperienze positive degli adepti che già erano presenti all’interno dell’associazione e il loro apparente stato di benessere erano infatti un ottimo biglietto da visita per chi si avvicinava a Nautilus Xenolid.
Il primo obiettivo del presunto guru era quello di far partecipare ai corsi “Delta Life“, apparentemente innocui e ispirati alla ricerca del benessere e dell’armonia: potevano durare circa nove giorni e costare oltre duemila euro, si svolgevano in agriturismi della zona affittati per l’occasione e riunivano più di dieci partecipanti. Durante queste giornate i nuovi adepti venivano a conoscenza della filosofia di Nautilus Xenolid, svolgevano attività di training autogeno, esercizi per migliorare il rilassamento e le relazioni con gli altri. Assomigliavano a tanti altri corsi, legali e innocui, adatti a persone sotto stress o in cerca di armonia: alcuni video di questi corsi propedeutici possono essere trovati nel canale YouTube dell’associazione, assieme alle testimonianze di alcuni nuovi adepti.
Tuttavia, i corsi “Delta Life” erano il primo passo, con cui i nuovi adepti raggiungevano un livello di connessione con la loro anima, ma non erano mai sufficientemente adeguati al livello di energia positiva da raggiungere. Era quindi necessario entrare in un meccanismo di corsi e ritiri spirituali successivi, sempre più costosi e sempre più manipolatori. All’interno di questi corsi si potevano svolgere prove di coraggio come il passaggio sui carboni ardenti, l’immersione in laghi ghiacciati, oppure la pratica di arti marziali ideate dal capo: il condizionamento mentale poteva rendere gli adepti capaci di effettuare azioni che sembravano sovrannaturali, come l’incapacità di sentire il dolore o il bruciore durante la camminata sui carboni ardenti.
Le tecniche di manipolazione erano molteplici: secondo le testimonianze, il guru aveva una spiccata capacità di manipolare le persone più fragili, magari avvicinandosi in momenti di difficoltà (perdita del lavoro, nascita del figlio, momenti di passaggio della vita, problemi di coppia o di felicità personale) con metodi di programmazione neuro-linguistica, tecniche di marketing e di ipnosi, oltre a uno spiccato carisma personale. Informandosi a sufficienza sulla vita precedente dell’adepto, poteva capirne debolezze e aspirazioni, adattando il suo messaggio di conseguenza e puntando sui diversi campi di applicazione della pseudo-filosofia alla base del gruppo: insistendo quindi sulle incredibili capacità agronomiche dei fertilizzanti Nautilus Xenolid per chi credeva nello sviluppo sostenibile, sui corsi di benessere per chi era stressato, sulla liberazione sessuale per chi aveva problemi di coppia e così via.
Una volta dentro ai meccanismi associativi, il presunto guru aveva la capacità di controllare pienamente gli adepti e manipolarli secondo i suoi scopi. Uno dei primi passi era quello di isolarli dagli altri: i familiari, gli amici stretti, le persone che avrebbero potuto far capire loro le incoerenze e la pericolosità di Nautilus Xenolid, venivano dipinti come “diavoli”, interessati soltanto al profitto personale, cause dei loro squilibri. Una volta isolati, gli adepti trovavano nell’associazione una nuova famiglia, una nuova comunità che riempiva completamente la loro esistenza e da cui non riuscivano facilmente a sfuggire.
I corsi successivi a cui venivano costretti a partecipare potevano costare migliaia di euro al mese: chi non partecipava subiva la pressione sociale da parte degli altri, l’onta di rischiare l’isolamento dal gruppo e lo scherno del guru, che li accusava di essersi allontanati dall’energia positiva. I membri del gruppo venivano messi in competizione tra di loro e “addestrati” a subire punizioni o a ricevere premi in base alle scelte del capo, che penetrava in tutti gli aspetti della loro vita.
C’è stato chi ha lasciato il lavoro, chi ha abbandonato dei contratti precedenti da dipendente e ha cominciato a lavorare nell’azienda agricola del guru, magari avviando imprese collegate a Nautilus Xenolid in cui cercare di vendere i prodotti e i servizi della “casa madre”, pagandoli a loro volta all’ideatore. C’è stato chi ha venduto beni o proprietà per effettuare sostanziose donazioni all’associazione, in diretta gestione del guru.
C’era poi la questione degli abusi sessuali, al centro delle indagini della polizia e già uscite sui giornali. Secondo le testimonianze da noi raccolte, la filosofia del gruppo prevedeva il raggiungimento dell’unico amore perfetto: le persone si trovano spesso in relazioni squilibrate, che le fanno soffrire, e devono liberarsi da tabù e pudori per raggiungere la pienezza dell’anima, unendo le energie positive con persone che hanno la stessa sintonia dell’anima. In questo senso, durante i corsi avanzati, la guida spirituale li convinceva a effettuare atti sessuali, arrivando persino a dividere familiari o coppie pregresse e a formarne di nuove. Alcune corsiste, secondo le accuse, sono state costrette con la coercizione mentale a unirsi carnalmente al guru e a subire abusi sessuali (solo le femmine, perché l’omosessualità era invece considerata come un abominio innaturale). L’obiettivo nel raggiungimento del vero amore, per i maschi, era quello di assomigliare al guru, considerato “Il Prescelto” oppure “L’Uno”, mentre per le femmine era quello di assomigliare alla compagna della guida spirituale, considerata come “L’Irrazionale”, al pari di una divinità.
Come si esce da una situazione del genere?
In una situazione in cui il controllo e la coercizione mentale sono così forti, è difficile abbandonare il gruppo, soprattutto per chi rimane al suo interno per più tempo. Se gli adepti sono stati isolati con successo da familiari e amici, rischiano di non trovare persone disposte ad aiutarli all’esterno della cerchia ristretta.
Nel caso specifico, quello che ci hanno raccontato i testimoni diretti è stato frutto di un percorso personale che è durato molti mesi e che ha permesso loro di recuperare, lentamente, la vita precedente. L’incoerenza di fondo della filosofia del presunto guru si è rivelata agli occhi di chi iniziava a nutrire alcuni dubbi: nonostante parlasse di libertà dalla schiavitù, esercitava su di loro un potere tale da renderli schiavi; nonostante predicasse il raggiungimento della felicità, all’interno del gruppo vigeva un sistema di sospetto reciproco e di delazione dei ribelli, per sostenere il culto del capo; i supposti benefici del biomagnetismo non trovavano riscontri scientifici dopo le apparenze iniziali.
Le consulenze, i corsi e i percorsi pseudo-terapeutici offerti da chi gestiva l’associazione creavano ulteriori dubbi agli adepti: secondo le testimonianze, infatti, venivano svolte terapie abusive su familiari affetti da patologie gravi (come asma, infarto, ictus o SLA), approfittando delle situazioni di vulnerabilità. A questo si univa la promiscuità sessuale della guida spirituale nei confronti delle corsiste, che contravveniva con la filosofia della ricerca dell’unico amore perfetto.
Le situazioni ingestibili e l’ingerenza del guru nella vita degli adepti ha portato alcuni di loro ad allontanarsi dal gruppo e a denunciare gli abusi subiti. Questo passo non è stato semplice, secondo i racconti di alcuni di loro, perché liberarsi dall’autorità del guru non è così facile e immediato. Non tutti se la sentono di denunciare e di affrontare anni di processi, perché magari preferiscono buttarsi tutto alle spalle; altri, invece, possono sentirsi impauriti dalle conseguenze sociali di rendere pubblica una situazione del genere, tra chiacchiere di paese e dicerie da bar. Infine, bisogna considerare i possibili disturbi da stress post-traumatico che alcune vittime possono patire, con sentimenti di colpa, paura e vergogna.
Le indagini e le accuse
Le prime testimonianze hanno fatto partire le investigazioni, soprattutto da parte della squadra anti-sette di Firenze e della squadra mobile di Siena. Le indagini di polizia hanno portato agli arresti della cronaca recente e al processo in corso.
Secondo gli inquirenti, sono state compiute violenze sessuali tra il 2016 e il 2018 a Montepulciano, Volterra e Castiglione del Lago. Il guru e la compagna, con violenza, inganno e approfittandosi della situazione di vulnerabilità delle vittime, avrebbero ridotto e mantenuto in uno stato di soggezione le persone che erano entrate a far parte del gruppo, costringendoli anche ad acquistare oggetti o frequentare corsi a pagamento. Il guru si sarebbe quindi arricchito grazie alle donazioni degli adepti, riducendoli in uno stato assimilabile a quello della schiavitù.
Le accuse inoltre riguardano l’esercizio abusivo della disciplina di “psicologo psicoterapeuta”, in assenza di titoli abilitativi; una ulteriore accusa nei confronti del presunto guru è quella di aver esercitato abusivamente la professione di medico.
Il processo è in corso: saranno gli organi di giustizia, nel rispetto della legislazione, a stabilire colpe e responsabilità degli indagati e a fare maggiore chiarezza in questa terribile vicenda.
“Se al termine del processo avremo diritto a un risarcimento in denaro – ha dichiarato uno dei testimoni – non voglio trattenere neppure un euro. Tutte le somme verranno donate alle vittime in difficoltà e a chi può mettere in guardia le persone ignare, impedendo che altri casi simili possano accadere”