A trentadue anni di distanza, nella stessa sala del Consiglio Comunale, ha visto nuovamente la luce “La parlata di Montepulciano e dintorni”, un vero e proprio dizionario del linguaggio e dei termini in uso nella patria del Poliziano, di cui è autore il docente e studioso Carlo Lapucci. Moltissimi i punti di contatto tra quella prima edizione del 1988 e questa del 2020, oltre naturalmente al luogo, il più istituzionale, scelto per la presentazione.
In realtà, invariati l’autore, l’impostazione (tanto scientifica quanto appassionata e quasi affettuosa verso l’oggetto della ricerca), ed il ruolo di primo piano di Montepulciano, sono cambiati solo il formato del volumetto, ora più maneggevole, per 335 pagine, e, ma solo di pochissimo, l’editore. La Querce Edizioni di Montepulciano si inserisce infatti, con Roberto Barcucci, in una tradizione familiare che interseca editoria, stampa, arte tipografica e comunicazione, raccogliendo l’eredità culturale degli Editori del Grifo.
Dunque torna sugli scaffali delle librerie una delle opere dedicate alla cultura locale più amate degli ultimi decenni, al punto da essere andata presto esaurita. E, come ha raccontato Roberto Barcucci, fu il compianto Fernando Nicastro, “libraio” per antonomasia del territorio con la sua Centofiori, ad insistere affinché il volume fosse ristampato.
C’è voluto un po’ di tempo perché Barcucci proponesse a Lapucci di rimettere le mani sulla “parlata” ma la risposta dell’ottantenne ricercatore fiorentino, molto legato a Montepulciano da più di un ramo familiare, è stata entusiasta. E così è nata la versione rivista e aumentata.
Alla presentazione che si è svolta sabato 3 ottobre hanno preso parte il Sindaco di Montepulciano Michele Angiolini, l’Assessore alla Cultura Lucia Musso e Silvia Calamandrei, Presidente della Biblioteca Archivio Storico comunale “Piero Calamandrei”.
Lapucci ha deliziato la platea con il proprio intervento colto, intelligente, semplice e caratterizzato da continui lampi di divertente ironia. Ha spiegato che il metodo di lavoro adottato è stato lo stesso di oltre 30 anni fa e cioè la raccolta di termini, frasi, proposte che una rete di corrispondenti (più precisamente amici, che condividono la passione per la lingua) fa periodicamente trovare all’autore. Ma a tessere il tutto è la sua straordinaria competenza.
Lapucci ha detto che parlare di lingua, un autentico patrimonio per chi la usa, è cosa delicata ed ha accennato ai rischi che ora questo “capitale” sta correndo: un dizionario ne è lo specchio come il museo lo è dell’arte o l’anagrafe della cittadinanza.
Relativamente alla “parlata” di Montepulciano (che non è un dialetto), l’ha definita ricca di capacità espressiva e ha fatto osservare che termini in uso in questo territorio, pur non figurando nel vocabolario italiano, sono, a pieno titolo, italiani.
Nella lingua c’è lo stigma, il carattere distintivo di chi la usa e, attraverso godibilissimi esempi, Lapucci ha dimostrato questa affermazione, non mancando di dedicare un interessante passaggio alla gorgia toscana, ovvero la “c” aspirata, che non si usa nel triangolo Montepulciano – Pienza – Montefollonico e che risponde a regole ben precise ma la cui dislocazione sul territorio toscano rimane non spiegabile.
Il Sindaco Michele Angiolini ha detto che “La parlata di Montepulciano” di Lapucci si presenta come uno strumento utile per interpretare i cambiamenti che, a 32 anni dalla prima edizione, ha conosciuto il territorio. Un’opera fondamentale, che mantiene viva la tradizione e la lingua, nostro maggiore elemento identificativo.
L’Assessore alla Cultura Lucia Musso ha fatto osservare come il linguaggio usato a Montepulciano sia ricco brillante, suggestivo e presenti una qualità particolare, “quella di produrre immagini che, anche ad un non poliziano, rivelano il significato delle parole e delle espressioni. L’opera di Lapucci ci fa apprezzare anche questo aspetto”.
La Presidente della Biblioteca – Archivio Storico, Silvia Calamandrei, ha proposto di offrire subito al nascente Museo della lingua italiana, che sarà collocato a Firenze, nel complesso di Santa Maria Novella, una copia della “parlata”. Calamandrei ha sottolineato il ruolo che Lapucci riveste, come autentico punto di riferimento, negli studi sull’italiano, anche a livello internazionale.
Il libro, che ha ricevuto il patrocinio del Comune di Montepulciano, è in distribuzione al prezzo di 18 Euro. Insieme alla nuova edizione, è stata creata anche la China di ferro “Vinum” di Giulio Pellegrini, riprodotta in copertina.