In una stracolma Aula Magna della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli studi di Siena, ieri 31 marzo, il conduttore, attore e regista, Pierfrancesco Diliberto, in arte PIF, ha incontrato gli studenti nell’ambito del progetto “Legalità organizzata” promosso proprio dall’Università di Siena. Pif, oltre a rispondere alla domande di giornalisti e studenti, ha dialogato con la giovane giornalista Ester Castano, vincitrice del prestigioso premio “Pippo Fava 2014” per aver contribuito a svelare i legami tra le mafie e gli amministratori del Comune di Sedriano, nel milanese. “La mafia uccide solo d’estate”, l’ormai famoso film di Pif è stato poi oggetto di importanti spunti per parlare di legalità e cultura. Al dibattito hanno partecipato il rettore Angelo Riccaboni e il docente di Sistema politico italiano Luca Verzichelli
Pif si è detto stupito del successo che sta riscuotendo la sua opera prima“La mafia uccide solo d’estate”:
“Non è facile traslare al cinema il linguaggio stilistico della ‘mia’ televisione, ma i dati dicono che ha funzionato. Anche se il film affronta un argomento a cui la gente si sente vicino, non era scontato il successo soprattutto perché io vengo dalla televisione e questo avrebbe potuto creare un pregiudizio. Ho sempre voluto fare cinema, è il mio amore ancora prima della televisione, ho provato ed è andata bene”.
Spiegare come è nato il film, non è semplice per Pif:
“Tutto è nato quando mi sono trasferito a Milano: mi facevano domande talmente ingenue da sembrare assurde. In realtà era normale, la gente non sa cosa è la mafia. Tentavo di spiegare che la mafia non è solo Totò Riina, ma anche quella di Stefano Bontade e Michele Greco, che è inserita nel tessuto della città, della Palermo ‘bene’. A forza di ripeterlo mi è venuto spontaneo fare un film. Mentre giravo il film non pensavo a come giustificare la nascita del film, lo giravo e basta e le riflessioni mi sono venute a posteriori. La mafia non è solo cosa del Sud”-“Nella vita quotidiana, chiunque può essere Paolo Borsellino: lui non aveva i superpoteri. Smettiamo di crearci degli alibi. Per noi palermitani esiste un ‘prima’ e un ‘dopo’ il 1992, soprattutto per la mia generazione. E questa è la prima volta, infatti, che la mafia è vista da un quarantenne.” – ha aggiunto Pif.
Insieme a Pif anche la giovane giornalista precaria Ester Castano, capace di individuare e denunciare le infiltrazioni della ndrangheta nel Comune di Sedriano. L’amministrazione comunale di Sedriano, infatti, è stata sciolta per infiltrazioni mafiose, prima con l’arresto dell’allora assessore regionale alla Casa della Giunta Formigoni, Domenico Zambetti, accusato di voto di scambio con la ‘ndrangheta, poi con i domiciliari per il sindaco di Sedriano, Alfredo Celeste che, secondo l’ordinanza, avrebbe asservito “sistematicamente le proprie funzioni pubbliche agli interessi dei privati corruttori”. L’inchiesta è ufficialmente partita nel 2003, ma Ester è partita molto prima e ha dato un contributo fondamentale all’indagine. Ester Castano ha combattuto una battaglia isolata, subendo intimidazioni e minacce e la sostanziale indifferenza dei media e degli altri giornali. Esempio tangibile che la mafia ha ramificazioni in tutta Italia e come ancora, per alcuni, è difficile parlarne.
“La mafia uccide solo d’estate” è stato definito un film coraggioso, capace di affrontare il tema della lotta alla mafia sotto un profilo nuovo, ironico e impegnato al tempo stesso e ricco di dettagli. Cosa nostra tende sempre a rialzare la testa e noi aiutiamo a tenere viva la memoria. Il film ha ricevuto il premio giornalistico Mario Francese, per la prima volta nella sua storia, questo riconoscimento legato alla memoria del cronista del Giornale di Sicilia ucciso da Cosa nostra il 26 gennaio 1979, è stato assegnato all’autore Pif, che ha raccontato in modo diverso, ma con l’efficacia e lo scrupolo documentaristico del cronista, cosa è stata la lotta alla mafia negli anni di piombo di Palermo, riscuotendo un gran bel successo.
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