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Pillole di benessere psicologico: l’anuptafobia, la paura di essere single

Pillole di benessere psicologico: l’anuptafobia, la paura di essere single

Per la rubrica “Pillole di benessere psicologico” con le psicologhe Agnese Mangiabene ed Elisa Berti oggi parliamo di anuptafobia, la paura di essere single.

Abbiamo tutti in mente le vicissitudini di Bridget Jones, trentenne londinese che narra attraverso le pagine di un diario le proprie disavventure di single coatta, nevrotica e frustrata, dilaniata dal rapporto compulsivo con sigarette, alcool e cibo. Il film di grande successo è la trasposizione cinematografica del bestseller di Helen Fielding, pubblicato nel 1995.

Nell’immaginario, il personaggio di Bridget Jones rappresenta quell’esplorazione di sfide emotive delle relazioni amorose e della vita da single e ha dato il nome alla paura di restare soli in amore che è proprio il significato di “anuptafobia”. Si parla infatti di sindrome di Bridget Jones come sinonimo del termine di derivazione latina che, letteralmente, significa “paura di restare senza moglie”. L’incidenza di questa condizione sembra essere prevalente nelle donne e negli uomini di età compresa tra i 30 e i 40 anni.

Chi soffre di anuptafobia può sperimentare una preoccupazione persistente e pervasiva di vivere senza una relazione di coppia, temendo di essere soli o non amati. Questa condizione, che porta con sé una forte carica ansiogena, può influenzare notevolmente la vita di una persona, condizionando le sue relazioni interpersonali, il benessere emotivo e la percezione di sé. 

Secondo l’Istat, in Italia, i single rappresentano una percentuale maggiore della popolazione, rispetto alle famiglie. Tuttavia questa realtà non riflette necessariamente una scelta consapevole. Solo per un terzo degli italiani essere single è veramente una decisione, mentre oltre il 60% afferma di essere influenzato da altri fattori, come lo stress o l’insicurezza lavorativa.

L’anuptafobia può impattare negativamente sulla salute mental e sul benessere generale di chi ne soffre, manifestandosi spesso attraverso attacchi d’ansia, esperienze di fobia socialedisturbi dell’umore e depressione.

Le cause di questa condizione possono essere complesse e variegate, influenzate da fattori psicologici, sociali e personali. Una di esse è rappresentata dalle pressioni sociali e culturali: l’imposizione di aspettative sulle persone affinché trovino un partner e formino una famiglia possono portare alla paura di essere giudicati o emarginati se ciò non accade. Spesso è proprio per questo motivo che si teme di abbandonare una relazione non più soddisfacente.

Un ruolo importante è giocato dalla paura della solitudine o dell’abbandono, legata sia ad aspetti personali che ad eventuali esperienze passate traumatiche. Un’ulteriore causa risiede nella bassa autostima che rischia di innescare un processo che termina con la paura di non essere in grado di trovare un partner che ci possa amare per quello che siamo.

In alcuni casi può essere presente una forte dipendenza emotiva dalle relazioni che porta a sperimentare una maggiore ansia da separazione. La dipendenza da un partner perciò può alimentare la paura di rimanere soli. Infine essere single potrebbe significare affrontare l’ignoto e l’incertezza del futuro, il che può essere molto spaventoso per alcune persone che trovano maggiore sicurezza e conforto in relazioni esistenti.

Ma come si può manifestare questa paura?

Esistono dei comportamenti ricorrenti nelle persone che soffrono di anuptafobia, come ad esempio il passare freneticamente da una relazione all’altra per evitare la solitudine o evitare in generale situazioni in cui si teme di rimanere soli. Spesso chi ha paura di essere solo potrebbe sviluppare una dipendenza emotiva dalle relazioni, sentendosi completo e sicuro solo con la presenza di un partner. Una persona che teme la singletudine potrebbe restare in una relazione non appagante anche se non ne è più innamorata.

L’essere umano è un animale sociale e, pertanto, rimane innata la tendenza a ricercare legami affettivi. E’ importante però tenere presente le varie declinazioni del concetto di relazione significativa, al di là dell’esclusiva connotazione romantica.

Esistono infatti diverse possibilità che ci permettono di guardare con maggiore flessibilità il mondo relazionale, superando la dicotomia tra “essere solo” o “essere in coppia”. Per questo è utile differenziare il concetto di solitudine e la vita da single. Le relazioni significative non sono solo quelle romantiche, ma tutte quelle che includono varie reti di supporto, dalla famiglia, alle amicizie, contribuendo al benessere dell’individuo e contrastando la paura di rimanere soli. In questa prospettiva essere single può diventare un’opportunità per la crescita personale, l’autonomia e la scoperta di se stessi.

Diventa pertanto utile andare oltre certi modelli interiorizzati e volgere lo sguardo all’intero mondo relazionale, per poter affrontare l’anuptafobia. E’ importante riconoscere che la soluzione non è sempre la ricerca spasmodica di una relazione romantica, ma piuttosto il trovare un senso di appartenenza e soddisfazione all’interno di se stessi, cercando di non far dipendere la propria realizzazione e autostima dalla sola condizione di essere in coppia.

Il primo passo per far fronte alla paura di essere single è accettare e comprendere le proprie paure, riconoscere che è normale sentirsi preoccupati o ansiosi per il futuro. Investire nel proprio benessere, in una vita soddisfacente, coltivare interessi, passioni, cose che ci permettono di stare bene, rappresenta un importante aiuto nella propria crescita personale e nell’esplorazione di un mondo relazionale che vada al di là della relazione romantica.

Una buona autostima, come già accennato, rappresenta una risorsa personale molto importante per superare questo tipo di paura. Apprezzare le nostre qualità e riconoscere il nostro valore, al di là dello stato della nostra relazione sentimentale e del riconoscimento sociale ci permette di lavorare su noi stessi ed essere indipendenti nella propria realizzazione. La capacità di essere emotivamente indipendente può aumentare la nostra sicurezza e ridurre la paura della solitudine.

E’ fondamentale concentrarsi sul proprio benessere personale, darsi degli obiettivi e lavorare per raggiungerli, sia personali che professionali, scoprire nuovi interessi, riflettere sulla propria visione della vita ed esplorare veramente chi siamo.

In conclusione, affrontare la paura di essere single è una realtà che tutti possiamo sperimentare. Richiede tempo, impegno e auto-riflessione, ma è possibile superarla e vivere una vita soddisfacente e appagante, indipendentemente dallo stato della tua relazione sentimentale.

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