Finalmente Pitti Uomo! Ping Pitti Pong, è stato il tema-guida di Pitti Uomo 86, svoltosi a Firenze dal 17 al 20 giugno scorso. La Valdichiana, ovviamente, non poteva mancare a questa importante manifestazione, punto di riferimento per la moda maschile e del lifestyle contemporaneo, e quindi di buon’ora arrivo a Firenze pronta a scovare curiose news dal mondo frenetico della moda da poter raccontare ai nostri lettori.
Da dove iniziare? Ecco,bella domanda…da dove iniziare? 1090 i marchi che hanno esposto nella Fortezza da Basso, di cui 75 collezioni donna, 433 aziende estere arrivate a Firenze da paesi diversi, 59.000 metri quadrati di superficie espositiva, oltre 30.000 visitatori, insomma dati importanti, veramente un Ping Pong. L’avranno dedicato a questo sport perché ci si sente come una pallina da ping pong dopo una giornata al Pitti? Ovviamente NO! Il ping pong è uno sport che unisce movimento fisico e concentrazione mentale, con velocità, destrezza tecnica, agonismo e piacere, e l’86esimo Pitti rappresenta il mondo contemporaneo attraverso la lente dello sport e il suo fitto intreccio con la moda, in una partita dove la risposta è sempre diversa e la strategia e l’esito finale cambiano di continuo.
Comincio ad aggirarmi per i padiglioni, uno più appariscente dell’altro, uno più colorato dell’altro, uno più originale dell’altro, in una gara senza esclusione di colpi, come una vera partita, senza tralasciare niente al caso, perché ovviamente la moda è anche questo, attirare l’attenzione più di altri. Il primo padiglione in cui entro è quello di GAS, niente di particolare, semplice, immediato, senza tanti fronzoli come del resto è il brand. Stile tropical e soft eco per la donna, dandy e floreal pattern per l’uomo, tradotto in termini spicci, fiori e jeans sia per uomo che per donna nella prossima stagione calda, insomma niente di troppo diverso rispetto a quello già visto!
GANT, devo dire che sono stata più attratta dal padiglione che dai capi esposti. Lo stile GANT è il tipico stile sport wear in stile americano, ispirato al mondo della barca che non passa mai di moda, con righe e colori che spaziano dal blue, al rosso e al bianco. Il padiglione, forse uno dei più belli, era una ricreazione di una spiaggia di Carmel Beach in California, ovviamente la mia curiosità è andata oltre e ho chiesto agli addetti il perché della scelta, magari lo stilista è legato alla location per qualche aneddoto particolare. La loro risposta è stata: “Non saprei, forse perché lo stilista si era stancato di andare a Marina di Bibbona per cercare ispirazioni e allora è andato in California?”, lascio a voi immaginare la mia faccia.
Dopo una mezz’ora di giro, la mia attenzione viene bloccata da un duo particolare vestito con abiti a pois, verdi, bianchi, neri e tanti pois che si stavano facendo fotografare davanti ad una scenografia che ricreava il più famoso social network che conoscete. Una comunicazione formidabile. Devo assolutamente saperne di più! Entro in questo padiglione e faccio la conoscenza di Ludovica Brigante, ufficio stampa di HAMAKI-HO, azienda leader del menswear tutto italiano, punta del gruppo Sorbino che mi spiega con grande meticolosità tutta la collezione 2015.
“Urban chic, rigore nelle linee e pulizia nelle forme , questa è l’essenza di HAMAKI-HO, in sé racchiude un sapore cosmopolita, che rende il prodotto esclusivo e di forte appeal, affascinando un interlocutore dal gusto preciso e raffinato. La nostra proposta è un luxury streetwear decontractè, in cui il denim è protagonista con linee morbide e leggere per un fresco tocco estivo”. Grazie Ludovica, ma se lo propongo così difficilmente tutti capiscono che si tratta di uno stile elegante e casual allo stesso tempo casual.
E ancora Brunello Cucinelli, raffinatezza ed eleganza per il re del cashmere tutto Made in Italy, indumenti in grado di suscitare emozioni positive e che fossero alla portata di tutti per Desigual, un marchio sinonimo di pensiero positivo, innovazione e divertimento. E poi D’Acquasparta, Silvano Lattanzi, Messagerie, insomma 1090 stand espositivi da far perdere la testa e la bussola.
Continuo il mio giro, mi imbatto nell’estro e nella ricercatezza degli abbinamenti delle migliaia di persone il cui ruolo a Pitti è apparire e farsi fotografare, in costante ricerca di attrezzi fotografici di qualsiasi natura, non per niente si chiama Immagine… Pitti Immagine Uomo. Mi divido tra gli eventi collaterali, come il Pitti-Gazzetta Open 2014 protagonista la Nazionale Italiana di tennis da Tavolo, e la curiosità di vedere come Firenze si è tirata a lucido per l’evento. Il Battistero ha vestito Emilio Pucci, un enorme copertura ispirata al famoso foulard di Pucci, è andata a coprire l’impalcatura installata per il restyling, e poi, Luisa ViaRoma ha messo a disposizione il suo negozio di gigantesche farfalle di Felice Limosani, protagoniste dell’esposizione Time flies and butterflies too – Il tempo vola e anche le farfalle, ovviamente gli animalisti non si sono fatti attendere.
Tutto questo, mentre mi confrontavo con altri giornalisti italiani e non, e mentre scambiavo quattro chiacchiere mi chiedevo cosa racconteranno loro del frenetico, quanto affascinante mondo di Pitti e della moda, con tutti i suoi pro e i suoi contro, ma di cui tutti vorrebbero far parte.
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