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Polvere di Cipria – Prima Parte

Polvere di Cipria – Prima Parte

Polvere di Cipria – Prima Parte

Ho sempre immaginato il Tempo come una figura femminile, molto affamata e smagrita, che, inspiegabilmente, rosicchia il passato – un passato particolare, fatto di figure femminili, mentre gran parte degli uomini li ha lasciati scorrazzare liberi lungo la linea della Storia. Sì, mi chiedo perché si parli poco di principesse, di donne comuni, di eroine di tutti i giorni, ma dal cuore grandissimo. Per non parlare di quelle musiciste, pittrici, scrittriciArtiste che in qualche modo, credo che abbiano avuto il piccolo problema di essere nate donne, perché talvolta non avevano proprio niente da invidiare ai propri colleghi. E sono state ingiustamente messe in ombra, appena accennate o giusto nelle note dei libri di storia e di letteratura. A volte proprio ignorate.

Un’ulteriore precisazione: in questa rubrica mi sentirò come Doctor Wholibera di vagare nel tempo. Non avrò un ordine rigoroso – che sarà totalmente aperto a suggerimenti esterni, e spero di farvi conoscere meglio qualche figura che prima non conoscevate. Così come spero che voi mi facciate conoscere un’artista a me sconosciuta prima. Buona lettura.

Clara Wieck Schumann (1819 – 1896)

Forse a qualche appassionato di musica classica il secondo cognome non suonerà totalmente nuovo. Infatti, Clara Josephine Wieck era la moglie di Robert Schumann (1810 – 1856), ben più noto compositore e pianista tedesco. Quello che può essere noto è il suo volto sulla banconota da 100 marchi tedeschi – per chi li ha visti, utilizzati o toccati con mano; può essere noto che fosse una musicista anche lei: di solito però, si tende a pensare che una musicista – specie una pianista – a quei tempi fosse nettamente inferiore, per estro e abilità, rispetto a un uomo, anche per le possibilità educative che una donna poteva avere. Quindi andava da sé che, una volta accasata, la mediocre artista lasciasse lo strumento da parte e si dedicasse ai numerosi figli. Al contrario, la Wieck ebbe un’ottima ed eccezionale educazione musicale, seguita in maniera intensiva e rigorosissima dal padre Friederich Wieck, che sin dalla tenerissima età ha sottoposto la figlia al proprio metodo pedagogico, rigoroso, troppo rigoroso – ma efficace, perché la prodigiosa Clara – troppo spesso rimbeccata di non esercitarsi abbastanza, di essere negligente, pigra e disordinata – sin dai 10 anni inizia ad esibirsi in concerto, riscuotendo un grande successo, che la porterà a esibirsi anche di fronte a un vecchio (e poco interessato) Goethe, ma anche di fronte a dei veri titani della musica romantica: Mendelssohn, Chopin, Liszt. Ovviamente, il repertorio era rigorosamente scelto dal padre, che controllava con attenzione i pianoforti e i compensi della concertista, ma ben presto Clara iniziò a sviluppare un interesse verso Beethoven, Bach, e la musica di Robert Schumann, l’allievo che suo padre aveva preso a vivere in casa.

Bene, quello che mi piace di più di questa storia, è questo lato un po’ sentimentale (ma ha il suo perché): che Robert e Clara – più piccola di lui di nove anni – vissero sotto lo stesso tetto e il padre, gelosissimo del possibile legame che avrebbe potuto instaurarsi, cercò di mandarla in giro per la Germania il più possibile, per concerti, per studio, al fine di tenerla lontana da Robert. Non solo, la gelosia si rivolse anche al talento immenso di Robert nelle sue composizioni, che Clara aveva iniziato a suonare e a proporre in pubblico, sebbene quest’ultimo non fosse ancora pronto a capire composizioni come i Carnaval. In tutto questo, Clara fu una splendida interprete delle opere dell’amico (non ancora marito), non priva di espressività, dato che Robert ebbe problemi alla mano destra e decise di dedicarsi alla composizione. Schumann, poi, aiutò la giovane a scrivere e a perfezionare i primi concerti per piano scritti da lei. In questo senso, il connubio artistico e poi sentimentale, fu importante per entrambi: Clara si rivelò una prolifica compositrice in gioventù (qui il catalogo, a fondo pagina); meno da sposata, una volta aver infranto il divieto imposto dal padre, perché la famiglia, i numerosi figli, e il fatto di avere un altro compositore in casa fu sicuramente un bell’impiccio. In tutto questo, il quadro si complicò con i problemi finanziari e i problemi di salute di figli e del marito, morto a 46 anni a causa della sifilide, contratta anni prima.

Un altro lato molto bello della figura di Clara Wieck Schumann? A parte la sua immensa bravura, testimoniata anche dal fatto che era stata la prima a suonare il proprio repertorio a memoria, che aveva affascinato Germania, Austria (e relativo imperatore), Danimarca, Inghilterra (dove però le composizioni del marito non avevano ricevuto altrettanto favore), era proprio la sua testardaggine, durata per decenni di carriera, durata una vita, fino alla fine, nel voler far riconoscere le opere del marito, che sicuramente aveva conosciuto molta meno fortuna rispetto alla moglie e aveva rincorso lavori e incarichi disperatamente e con più difficoltà rispetto a Clara. Non ha mai smesso di proporre qualcosa di Robert nei suoi concerti, rivelandosi anche un’ottima insegnante – dando molto peso all’espressività nel suonare il pianoforte, alla quale era sottomessa la tecnica e non il contrario, come si può sentire nei suoi Notturni e nelle sue Romanze e Valzer Romantici – e un’ottima mentore, di nientemeno che Johannes Brahms (scoperta sua e del marito – e decisamente non un giovane compositore a caso). Clara Wieck Schumann aveva anche un carattere molto fermo e deciso – e non si poteva chiedere altrimenti a una donna così attiva e così decisa a suonare fino al 1891, cinque anni prima della sua morte avvenuta per ictus. Un’artista non angelica e perfetta, ma con tutte le sue antipatie e simpatie: la simpatia e l’affetto fortissimo per il giovane Brahms, che Robert considerava il suo erede nel mondo della musica, l’antipatia in età adulta per Lizst, eliminato poi da qualsiasi suo programma e il disprezzo per Wagner, per i suoi Tannhäuser, Lohengrin e per Tristano e Isotta.

Una pianista affascinantissima nelle sue opere, che credo che non vengano suonate molto, oggi. Vi consiglio caldamente questo link su YouTube, se volete avere un’idea, ben selezionata, della sua musica. Purtroppo, di filmografia c’è veramente ben poco e a mio avviso, non così meritevole di essere visto – soprattutto il bruttissimo “Geliebte Clara”. Posso sempre consigliarvi un bel libro, romanzato, ma godibile, anche se non sempre scorrevole, nella lettura: “Struggimento” di J.D. Landis, anche se sinceramente, il finale proprio tragico da film-polpettone poteva risparmiarselo.

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