Spesso mi dico che uno dei grandi problemi del mondo del lavoro, oggi, è la mancanza di fantasia. Sono sempre troppo pochi quelli che trovano il coraggio di perseguire i propri sogni, osando su sentieri poco battuti e sconsigliati. Ma che felicità ci può portare la paura?
Ho pensato quindi che sarebbe stato interessante intervistare qualcuno che, invece, ha scelto di intraprendere una carriera atipica. Subito ho realizzato di avere la persona giusta: Maria Dotti, in arte PinkMary, artista circense specializzata in tessuti aerei.
Io e lei siamo andate all’asilo assieme, abbiamo abitato a 500 metri di distanza l’una dall’altra per quasi 20 anni, anche se non ci siamo mai frequentate, e mi ha incuriosita il fatto che una persona dalle mie stesse origini avesse intrapreso un tipo di carriera così inusuale (più insolita della mia!). La cosa mi affascinava molto, e mi sono detta che forse là fuori c’è un sacco di gente che, come me, nemmeno prende in considerazione l’idea che esistano scuole di circo e forse sarebbe un bene farglielo sapere.
1. Ciao Maria, grazie per averci concesso questa intervista. Innanzitutto, come ti sei avvicinata al mondo del circo e dello spettacolo aereo?
Ho iniziato quando ero molto piccola, verso i 4 anni, a fare ginnastica artistica a Como, dove sono nata.
A 15 anni mi sono accorta che la cosa che mi piaceva di più nella ginnastica era il momento del saggio, quindi lo spettacolo. Ho frequentato corsi di danza, teatro e circo tra Como e Milano; nel frattempo ho conosciuto degli artisti di strada e con loro ho iniziato a fare spettacoli.
Un giorno sono arrivata alla Piccola scuola di circo di Milano, dove facevo un corso, e ho visto un sacco di ragazzi che giocolavano, si arrampicavano, facevano acrobazie, equilibri… Erano i ragazzi del secondo anno della Flic scuola di circo di Torino. In quel momento ho deciso che avrei voluto fare questo nella vita: ho aspettato che ci fossero i provini, fatto il provino, AMMESSA!
Felicissima, ho dato le dimissioni come impiegata dallo studio professionale dove lavoravo e l’avventura è iniziata!
2. Qual’è la situazione del settore circense, oggi, in Italia?
Oggi la situazione è in fermento, nonostante siamo ancora all’Era Paleozoica in confronto a tanti altri Paesi, europei e non.
Da parte degli artisti italiani sta nascendo la voglia di trovare un’identità al Circo Contemporaneo Italiano, cosa che negli altri paesi è già accaduta molti molti anni fa. Per ora ci sono stati due incontri per trovare definizioni e caratteristiche che distinguano questo ‘movimento’ dal circo tradizionale e dall’arte di strada. Alcuni minimi comuni denominatori identificati finora sono:
Che il circo contemporaneo non è uno zoo;
Che è caratterizzato da una modalità di scrittura dello spettacolo particolare, che integra altre arti e la drammaturgia;
Che l’artista sviluppa un rapporto particolare, creato anche grazie alla ricerca, con la propria disciplina.
A mio avviso sarà un cammino molto lungo e tortuoso, che potrà anche cambiare direzione rispetto a quella intrapresa finora, ma il fatto che ci si incontri per parlare e discutere per definire i come e i perchè è già segno che la voglia c’è, eccome!
3. Tra i giovani non è molto diffusa la consapevolezza che esistano lavori fuori dagli schemi come il tuo. Quanto coraggio serve per seguire le proprie passioni e farne un vero lavoro?
Non so se si tratta di coraggio o incoscienza; l’unica certezza che ho è che ho sempre voluto fare questo e sono molto fortunata ad avere dei Super Genitori che, nonostante si siano un po’ preoccupati per il mio cambio di vita, mi hanno sempre sostenuta e incoraggiata a correre fino in fondo, ad impegnarmi al massimo e a credere in quello che faccio, stringere i denti e sorridere dei risultati ottenuti con l’impegno.
4. Puoi dirci quali sono i lati positivi e negativi di fare questo lavoro?
Partiamo da quelli negativi: intanto è difficile trovare posti dove allenarsi e creare gli spettacoli, così come è difficile farsi pubblicità, vendersi, contrattare e badare agli aspetti fiscali. Non ci sono certezze sugli stipendi, quindi malattie, maternità, infortuni sono dei gran problemi. È facile trovare gente che ti vuole fregare, stringere accordi che poi però non vengono rispettati (parlo di cachet dimezzati o mai pervenuti, o location o eventi completamente diversi da quanto era stato comunicato).
Parlando dei lati postivi: si è liberi di scegliere dove e quando andare a lavorare e ho la possibilità di portare in giro un mio spettacolo. Dopo molti eventi c’è la festa! Si possono conoscere tantissime belle persone e si può girare il mondo lavorando; si può scegliere l’ambiente in cui lavorare, e spesso le persone ti vengono a ringraziare perché le hai emozionate. Poi ci sono i bambini che ti vogliono salutare, che vogliono una foto insieme e a volte anche darti un bacino! Infine, è un lavoro che permette di poter continuare a crescere e studiare.
5. Quali sono i tuoi progetti e impegni futuri?
Nel mese di Dicembre tornerò a Como per lavorare in un circo tradizionale. Dal 25 dicembre all’11 gennaio 2015 dovrei tenere degli stage, uno a Como e uno in provincia di Pisa, e poi partirò per Barcellona per un paio di mesi per fare formazione e creazione per il nuovo spettacolo che porterò in Italia primavera/estate prossima.
Grazie per la disponibilità, Maria, e tanti auguri!
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