Lo spettacolo “Risate sotto le bombe”, con le Sorelle Marinetti e Gianni Fantoni, ha fatto tappa sabato 18 gennaio al Teatro Mascagni di Chiusi.
Le vicende narrate sono ambientate nel pomeriggio dell’8 settembre 1943, in un piccolo teatro dove suona improvvisamente un allarme aereo. La compagnia di attori e cantanti si rifugia sotto al palcoscenico, per proteggersi dalle bombe, e provano i numeri del nuovo spettacolo. Un teatro dentro il teatro, quindi, in cui il tentativo dei protagonisti è quello di creare della commedia mentre fuori esplode il dramma della guerra.
Le Sorelle Marinetti sono le vere mattatrici dello show, e grazie alla loro bravura sono capaci di catapultare il pubblico nelle atmosfere degli anni ’30 e ’40, in un incanto che non abbandona neppure dopo la fine dello spettacolo. Turbinia, Mercuria e Scintilla: questi i nomi d’arte di Nicola Olivieri, Andrea Allione e Marco Lugli, trio maschile che appare sulla scena en travesti. Le Sorelle Marinetti, attive già da qualche anno sulla scena, si rifanno principalmente al repertorio del Trio Lescano e alla tecnica del canto armonizzato.
La bravura degli altri artisti contribuisce al successo dello spettacolo: da un Gianni Fantoni perfetto nel suo ruolo di capocomico alla soubrette Francesca Nerozzi, dal refrenista Paolo Cauteruccio all’aviatore Gabrio Gentilini con la sua impressionante canzone scioglilingua, la compagnia di artisti si dimostra ben assortita e coesa, ognuno con le sue caratteristiche e con le sue specialità. Nel complesso, riescono a creare quell’armonia tipica della canzone swing, capace di catturare l’attenzione dello spettatore per tutta la durata dello show e fargli dimenticare le bombe che cadono sulla sua testa.
Il punto di forza di “Risate sotto le bombe”, oltre alla bravura degli artisti, è nella capacità di far immedesimare il pubblico nell’impianto narrativo. L’atmosfera dello swing, gli ultimi mesi della guerra, l’epoca d’oro delle trasmissioni radiofoniche, l’Eiar e delle grandi orchestre: la ricostruzione è funzionale al contesto, pur nella sua semplicità, e centra l’obiettivo già nei primi minuti, con la scenografia, le battute e i motivetti ritmati.
L’impianto metanarrativo della sceneggiatura, con la compagnia teatrale che prova il suo spettacolo al riparo delle bombe, mettendo quindi in scena lo spettacolo per il pubblico del teatro, raggiunge il suo apice nei momenti finali. Il brano “Risate sotto le bombe” invita infatti a prendere la vita con allegria, a dimenticare per qualche momento i problemi e la guerra: non con la sufficienza di chi non riconosce il valore di ciò che rischia di perdere, bensì con lo spirito di sacrificio di chi cerca il lato positivo nelle difficoltà e trova nuova forza d’animo, anche con un semplice motivetto swing.
È proprio il brano finale “Risate sotto le bombe” a racchiudere il senso complessivo dello spettacolo. Il parallelo tra i momenti drammatici del 1943 e il giorno d’oggi si compie in questa fase: gli autori non hanno infatti scelto di rappresentare gli orrori della guerra, bensì i momenti di difficoltà vissuti da un gruppo di persone coinvolte marginalmente. Un gruppo di artisti in crisi, che lottano per cercare lavoro e per qualcosa da mangiare, che vivono momenti drammatici e si sforzano di andare avanti, inseguendo le loro aspirazioni, anche se il mondo attorno a loro rischia di crollare. È proprio questo il parallelo con i momenti che stiamo vivendo, di crisi economica e occupazionale, in cui un briciolo di speranza può essere rappresentata anche dai sorrisi delle Sorelle Marinetti.
L’ottimismo e l’allegria delle risate diventano quindi uno strumento di battaglia artistica contro il dramma della battaglia militare. Non si tratta soltanto di passare qualche minuto di serenità con lo swing e di dimenticare i brutti pensieri: è uno spirito diverso con cui affrontare le difficoltà di ogni giorno. Uno spirito che si contrappone a quello distruttivo della self-fulfilling prophecy, quanto mai attuale in periodi di crisi economica, in cui la sfiducia e il pessimismo delle persone accrescono quello dei mercati e della situazione sociale.
Una risata, insomma, può rappresentare la vittoria della guerra. E “Risate sotto le bombe” raggiunge pienamente il suo obiettivo, offrendo al pubblico uno spettacolo godibile e con ottimi artisti, catapultandolo nell’atmosfera dello swing e invitandolo ad affrontare la vita con uno spirito diverso. I complimenti, oltre alle Sorelle Marinetti e agli altri artisti, vanno quindi a tutti gli autori e ai compositori.
I complimenti si estendono poi alla Fondazione Orizzonti di Chiusi, che è riuscita nell’intento di offrire un cartellone teatrale di buona qualità, a cui si accompagna un’ottimo lavoro di comunicazione e di promozione. In attesa del prossimo appuntamento teatrale, quindi, godiamoci qualche momento sereno con le Sorelle Marinetti e gli altri artisti:
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