Ricetta ispirata alla versione proposta da FoodNRock
Per scoprire altre ricette con l’Aglione della Valdichiana, leggi il nostro speciale!
Le feste di Natale sono passate da pochi giorni e tutti sappiamo che cosa significa a tavola: pranzi infiniti, piatti pesanti e un food coma che ci accompagna, quasi costantemente, per tutta la durata delle vacanze. Le cose in Toscana, poi, si fanno ancora più complicate con piatti strabordanti di tortelli al ragù, lasagne della nonna con tanto sugo e tanta besciamella e magari, perché no, un bel cinghiale in umido per concludere il pasto in leggerezza. Non sarebbe bello cambiare, per una volta, e magari proporre un primo fresco e sfizioso, che non ci faccia provare troppi sensi di colpa per aver infranto la promessa che c’eravamo fatti – “quest’anno, a Natale, giuro di non rimpinzarmi”? Nella mia famiglia, probabilmente, sarebbe un’offesa allo spirito natalizio stesso, ma magari voi siete fortunati e i vostri commensali apprezzeranno questo risotto all’Aglione della Valdichiana con pecorino e composta di frutta.
Il Natale era sempre stato sacro nella sua famiglia: neanche nei momenti più neri di digiuno forzato e di freddo pungente suo padre aveva rinunciato a festeggiare quella ricorrenza. Non c’erano quasi mai regali neanche in quell’occasione, il massimo a cui lei e i suoi fratelli potevano aspirare erano un paio di scarpe non troppo consunte o un po’ di lana per riscaldarsi nelle notti più gelide, ma a nessuno di loro era davvero mai importato di ricevere qualcosa. Ciò che amavano di quella festa era stare tutti insieme riuniti intorno al camino, compreso il capofamiglia che, anche se solo per poche ore, si concedeva il lusso di riposarsi. Il pranzo finiva spesso per essere frugale; sua madre cercava sempre di preparare un primo e un secondo con ciò che riusciva a trovare, ma spesso il menù non variava da un anno all’altro: zuppa annacquata di cavolo nero, un paio di zampi di maiale bolliti con l’insalata e una mela cotta a testa come dessert. Non era un granché, per molti non era niente probabilmente, ma Marisa conservava gelosamente il ricordo dei suoi Natali da bambina ed era soprattutto grazie ad essi che ci teneva tanto a rendere speciali i Natali dei suoi figli e di suo marito. Certo, per lei era molto più semplice di quanto non fosse stato per sua madre, loro avevano sempre qualcosa da mettere in tavola per quanto umile che fosse. Ciononostante ,anche le loro scelte erano limitate: i suoi figli non avevano mai dovuto mangiare una zuppa annacquata quanto lo era stata la sua da bambina, ma non avevano mai neanche avuto la fortuna di provare piatti più elaborati, come quelli che la signora che abitava in fondo alla strada che portava al loro podere faceva preparare alla domestica nelle occasioni importanti. A lei era capitato di passare davanti alla casa mentre i preparativi fervevano e di prelibatezze ne aveva viste tante: anatra all’arancia, un intero maialino arrosto, torte di pasta sfoglia ripiene di chissà cosa ed una volta era assolutamente sicura di aver distinto chiaramente l’odore di tartufo sprigionarsi da un grosso vassoio di pasta lunga. Era sempre difficile tornare nella sua umile dimora per servire ai figli un po’ di pasta al pomodoro dopo aver visto tutte quelle leccornie, di cui non aveva mai fatto parola con nessuno, e si dispiaceva molto al pensiero di non poter offrire loro le stesse cose, ma quel Natale le cose sarebbero state diverse.
Dopo aver scoperto dell’allergia della figlia minore per l’aglio, uno degli ingredienti base della maggior parte dei piatti che presentava quotidianamente in tavola, Marisa si era sbizzarrita in cucina e aveva inventato diverse ricette sfiziose che a molti non sarebbero venute in mente, e per questo doveva ringraziare il suo fedele alleato Aglione, che l’aveva ispirata e continuava a ispirarla quotidianamente. Aveva progettato il menù per l’occasione nei minimi dettagli, ma il piatto forte era indubbiamente il risotto che aveva deciso di preparare, nella speranza che piacesse a tutti. All’inizio, in realtà, la ricetta era diversa, ma poi Teodosio – loro vicino e amico da tanti anni -, si era presentato al podere con una forma di pecorino, dicendo che l’annata era andata meglio del previsto e che sperava che quell’umile dono fosse abbastanza per ringraziarci dell’aiuto che gli avevamo dato quando, a causa di una sconcertante moria di pecore, non riusciva più a sfamare i suoi figli. Era stato un gesto che aveva toccato il cuore di Marisa, rammentandole di quanto sua madre avesse ragione quando diceva che i regali migliori non erano i più costosi, ma quelli fatti col cuore e che il cuore riuscivano a riempirtelo; non ricordava di aver mai avuto un’intera forma di formaggio tutta per sé, anche se suo marito aveva del bestiame e ne produceva, normalmente veniva venduto al mercato per guadagnare qualche soldo in più, ma non ebbe remore nell’offrire ospitalità anche all’uomo e a tutta la sua famiglia: il podere non era grande, ma si sarebbero stretti per poter mangiare tutti insieme, perché il Natale è più bello se si è circondati dalle persone alle quali vogliamo bene. Ma il regalo di Teodosio non fu solo una graditissima sorpresa, anzi fu anche d’ispirazione a Marisa, che decise di perfezionare la ricetta che avrebbe servito per il pranzo: così, al suo risotto con crema di Aglione e composta di frutta, aggiunse anche una bella spolverata di pecorino fatto in casa, rendendo un po’ più deciso quel Natale dal sapore tanto dolce.
Una ricetta senza pretese insomma, ideata da una mamma che voleva viziare i propri figli con un piatto semplice, ma indubbiamente diverso dal solito e d’altra parte, come ha detto Confucio: “Si può essere felici anche mangiando un cibo molto semplice, bevendo acqua pura e avendo come cuscino unicamente il proprio braccio ripiegato.”
Risotto all’Aglione della Valdichiana, pecorino e composta
INGREDIENTI
280g di riso
2-3 spicchi di Aglione della Valdichiana
1lt di brodo vegetale
100g di pecorino
1 bicchiere di vino bianco
burro qb
sale e pepe qb
composta di frutta fatta in casa (noi ne abbiamo usata una di mele cotogne e uva)
PREPARAZIONE
Senza aggiungere grassi, tostare il riso e sfumarlo con un bicchiere di vino bianco. In un pentolino preparare il brodo e versarlo un po’ alla volta nel riso con un mestolo finché il riso non sarà cotto.
Mentre il riso cuoce, sbucciate e tritate l’aglione, riducendolo poi in poltiglia con un frullatore a immersione, aggiungendo un mestolo di acqua o brodo. Cinque minuti prima che il riso sia cotto aggiungete la crema d’aglione, mescolate bene e portate a termine la cottura. A fuoco spento mantecate il riso con il pecorino tagliato a dadini e una noce di burro. Speziate a piacere e impiattate guarnendo il riso con un cucchiaio di composta di frutta.