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Sensibilizzazione uguale consapevolezza: il Comune di Montepulciano e Canvas Hub insieme contro il cyberbullismo

Sensibilizzazione uguale consapevolezza: il Comune di Montepulciano e Canvas Hub insieme contro il cyberbullismo

A inizio dell’anno 2024 a Montepulciano si è dato vita a un progetto volto alla sensibilizzazione dei giovani del territorio verso argomenti come il cyberbullismo, il revenge porn, l’hate speech e il body shaming. Il progetto dal titolo “Le idee si possono discutere, le persone si devono rispettare. Montepulciano vs Cyberbullismo” ha visto come protagonista in primis l’Amministrazione Comunale, che dopo avere coinvolto varie entità tra cui gli Istituti Scolastici Licei Poliziani e ISS Valdichiana, l’Unione Polisportiva Poliziana ASD ha selezionato, mediante avviso pubblico, un Ente del Terzo Settore operante sul territorio, individuato in Canvas Hub, che potesse dare vita e sviluppare al meglio il progetto.

Per scoprire in cosa consiste il progetto abbiamo deciso di fare due chiacchiere con i tre professionisti che hanno lavorato in prima persona a tutte le fasi dello stesso,  per comprendere con loro l’importanza di un’iniziativa come questa, le difficoltà che si possono riscontrare nella sua creazione, ma soprattutto i risultati che si sono ottenuti. 

Oggi parliamo con Roby Parissi, Malika Bamaarouf e Sara Molinari delle prime due fasi del progetto, a seguito dell’evento finale, il quale si terrà il 7 giugno dalle ore 14:30 presso la sede di Canvas Hub in Piazza Savonarola 10 a Montepulciano, parleremo dei dati e dei risultati ottenuti, riflettendo sulle necessità e sui progetti futuri da attuare.

Siete stati scelti per costruite e dare vita al progetto, ma prima di addentrarci nel dettaglio e parlane, vi va di raccontarci un po’ cosa è Canvas Hub?

“Certamente! Canvas Hub aps è un modello innovativo di incubatore di idee ad alto impatto sociale e ambientale. Animato da una rete di giovani, liberi professionisti e creativi sviluppa progetti in tre ambiti principali: servizi di consulenza e progettazione che lavorano sul community engagement per rigenerare il territorio locale, servizi educativi per sperimentare nuovi modelli che rispondano ai nuovi bisogni in modo inclusivo e organizzazione di eventi per incoraggiare progetti culturali partecipativi attraverso laboratori e rassegne culturali tematiche utilizzando la rete decentrata delle sue realtà associative. 

Il nostro è un progetto che ha l’obiettivo di stimolare la nascita di nuove opportunità di lavoro, nuove collaborazioni professionali e relazioni sociali, nuovi spazi di inclusione, di socialità e quindi di welfare.”

Canvas Hub è formato dalle persone e dai professionisti che ci lavorano, direi che a questo punto è quindi necessario conoscere anche voi…

“Io sono Roby Parissi, psicologo clinico e di comunità, con focus specifico su ricerca e  progettazione di eventi e servizi ad impatto sociale. Da oltre cinque anni sono attivo nel campo dell’ innovazione sociale con il fine di innescare processi di trasformazione migliorativa su più livelli (PA, corporate, cittadinanza) attraverso la metodologia della Ricerca-Azione (ing. Action-Research) e un approccio multi-disciplinare. Dal 2019 sono parte, come membro direttivo, di “Forwardto – Studi e competenze per scenari futuri”, think tank torinese operante nel campo trasn-disciplinare del “foresight”, occupandomi nello specifico delle innovazioni legate al mindset (“Foresight mindset”) e di processi di community-building ed engagement in ambito nazionale ed internazionale.

Nel 2021 ho fondato “Canvas Hub – Centro di innovazione sociale” nel territorio di Montepulciano e ancora oggi ricopro con orgoglio la carica di presidente. Dal 2022 sono Town Angel del Comune di Montepulciano per Smartway srl, promuovendo la facilitazione di gruppi, specialmente aziendali, in direzione di un turismo lavorativo sostenibile (sociale, economico, ambientale) attraverso i linguaggi del gioco e dell’arte”

“Mi presento, mi chiamo Malika Bamaarouf e sono un mediatrice familiare e scolastica con una lunga esperienza in contesti ad alta conflittualità come ex-cas e comunità mamma-bambino tra Roma e Bologna, e ho sviluppato competenze in progettazione nazionale ed europea collaborando con Ethic Srl e Scambi Europei. Principalmente mi occupo di co-progettazione e formazione negli ambiti della pianificazione territoriale e dell’innovazione sociale. Con un lavoro mirato sulla gestione del conflitto nella genitorialità e processi di sviluppo nell’ambito culturale, economico e sociale.”

“Io sono Sara Molinari, formatrice in Leadership inclusiva, NPL (Nati per leggere) e temi sociali. Mi sono specializzata in Comunicazione non violenta e tecniche di linguaggio paraverbale e non verbale; in un’ottica ecologico-sistemica collaboro con gli enti locali per l’implementazione di servizi inclusivi con l’obiettivo di dare supporto e assistenza alle famiglie del territorio.

 Faccio parte del direttivo di Canvas Hub e sono la project manager di questo progetto ed altri in corso d’opera. Operando sulla base del Capability approach, sto continuando a studiare e a formarmi, anche perché credo fortemente nella possibilità che ognuno possa mettere in atto le proprie potenzialità, abilità e aspirazioni, in un percorso di crescita professionale, economico e umano nello stesso tempo.”

Torniamo a parlare del progetto “Le idee si possono discutere, le persone si devono rispettare. Montepulciano vs Cyberbullismo”, come vi siete approcciati e cosa vi ha spinti a farne parte?

“Partiamo da un’analisi semplice: negli ultimi anni gli esperti nel campo della protezione dei minori e dei diritti dei bambini hanno riconosciuto i danni emotivi, psicologici e fisici che possono verificarsi a causa del bullismo. Sebbene in molti Stati membri sia stato fatto molto lavoro sul cyberbullismo e sui fenomeni annessi, l’opinione pubblica percepisce ancora questo  come una o più azioni  che si verificano in un distante mondo digitale poco comprensibile (anche se ampiamente accessibile) e con scarse ripercussioni sulla vita quotidiana. Noi invece sappiamo e siamo consapevoli del fatto che il cyberbullismo ha reali ripercussioni a lungo termine sulla vittima, sull’aggressore e sulle loro famiglie con il rischio di coltivare una cultura della violenza verso e tra i giovani. 

Ed è proprio grazie a questa consapevolezza che ci siamo approcciati al progetto. Come Associazione crediamo fortemente che la cura nelle nuove generazioni passi anche attraverso la possibilità di renderli protagonisti di un cambiamento di rotta. Il cyberbullismo ha un’influenza più che altro psicologica sulle persone, basti pensare che il 70% della popolazione giovanile ogni anno è esposta al cyberbullismo, che di solito viene perpetrato attraverso account falsi. Alcune persone, esposte al cyberbullismo, pensano al suicidio. 

Visto il ruolo professionale che ricopriamo è stato naturale accettare di offrire e dare supporto alle autorità, alle scuole e ai genitori per aprire un dialogo non giudicante in cui l’ascolto verso i/le ragazz* è incoraggiato e valorizzato.”

Per voi quale doveva essere l’obiettivo da raggiungere con il progetto?

“Per noi il progetto non aveva un solo obiettivo ma ben due, distinguibili in due tipologie: uno esplicito ed uno implicito, entrambi centrali all’interno del progetto.

Quello esplicito riguarda la promozione di consapevolezze e di sensibilità  nella volontà di arricchire gli strumenti concettuali e relazionali del panel di riferimento per saper riconoscere le molteplici sfumature (es. processi, situazioni, ruoli, partecipazioni) dei fenomeni in essere e mettere in atto le azioni preventive e di contrasto necessarie.

Quello implicito riguarda, invece, la stimolazione delle capacità di agency ed autodeterminazione di studentesse e studenti, che non solo “assorbono” informazioni ma si rendono, anche e soprattutto, protagoniste/i del cambiamento svolgendo un ruolo di “modello” (peer-education) nei confronti dei loro pari.”

Parliamo del modo: come avete strutturato il progetto?

Quando abbiamo riflettuto su come struttura il progetto abbiamo subito pensato a un modello preciso che potesse dare vita a 3 fasi (Assessment, Activation, Dissemination). Il modello nelle specifico segue una logica di costruzione dei processi di tipo bottom-up (costruzione dal basso) il cui punto di partenza è percezione stessa e “in presa diretta” delle studentesse/i stesse (vs esperte/i).

Facendo leva sulla metodologia della Peer-Education e della Ricerca-Azione, la volontà era quella di allontanarsi dal modello “passivizzante” di formazione frontale e di rendere protagonisti i soggetti stessi della formazione rimpinguando i potenziali di agency ed auto-determinazione della generazione Z. Il tutto attraverso un disegno di teoria-prassi squisitamente multi-disciplinare (e.g. psicologia, scienze sociali, mediazione territoriale, giuridico-normativo) nel quale le diverse prospettive concorrono alla composizione di una veduta comune sui fenomeni in essere.

La prima fase di ASSESSMENT, condotta con finalità esplorative, aveva come obiettivo la costruzione di una fotografia del presente – raccolta di informazioni – sui temi del Cyberbullismo, Bodyshaming e Revenge Porn attraverso la somministrazione di un questionario stilato ad hoc. Il questionario, somministrato ad un campione di circa 160 student* (3 classi 2nde dei Licei Poliziani + 4 terze dell’Ist.Valdichiana) è stato costruito prendendo spunto dalle linee programmatiche dell’Unione Europea e del OMS, nel quale vengono descritte casistiche e sfumature dei fenomeni sopracitati. Le domande, infatti, del questionario presentavano al campione una serie di manifestazioni dei fenomeni, in termini di azioni e situazioni che, anche se non immediatamente riconoscibili, costituivano parte di esse e quindi punibili secondo il quadro normativo vigente.

La seconda, denominata ACTIVATION, coltivava finalità di formazione e di attivazione delle/degli studenti, a seguito dei risultati ottenuti tramite i questionari, attraverso la partecipazione di esperti di settore (quadro psicologico e normativo). Lontano da un approccio “frontale-seminariale”, gli incontri condotti all’interno delle classe seconde dei Licei Poliziano e terze dell’Istituto Valdichiana, miravano ad incrementare la “casetta degli attrezzi” delle persone in termini di consapevolezza e sensibilità sui fenomeni sopracitati e sulle loro molteplici sfumature, attraverso una postura orizzontale tra studentesse/i ed esperti/e.

Infine l’ultima fase, denominata DISSEMINATION e ancora in corso, vede protagoniste le studentesse stesse (peer-education), a fianco ad esperti ed influencer attivi su queste tematiche, nell’ambizione di disseminare i “semi di consapevolezza e di sensibilità” raccolti e piantati nelle fasi precedenti. Diversamente da quest’ultime, il target di questa fase è la comunità intera e nello specifico la più ampia compagine giovanile.”

Quali sono state le difficoltà che avete riscontrato nell’approcciarvi ai ragazzi?

Le difficoltà che sono sorte riguardano la sfiducia diffusa non solo verso le istituzioni che cercano di contrastare il fenomeno, ma anche verso la comunità scolastica spesso spoglia di strumenti per trattare tali fenomeni. I/le partecipant* hanno spesso faticato a partecipare al dialogo, anche se si è accentuata nei vari incontri la loro volontà ad aprire un dialogo e a instaurare un rapporto di fiducia con soggetti in grado di stare in ascolto.

Con alcun* partecipant* si è discusso delle problematiche relative al cyberbullismo nelle sue declinazioni. Ad es. vi è stata una discussione sorta tra le partecipanti femminili intorno all’etichetta di “sgualdrina” (slut-shaming), alle preoccupazioni per la possibilità che si diffondano contenuti sessuali attraverso i social network digitali (ex Revenge-Porn) e alle relative molestie on e offline per fatti sessuali non realmente compiuti.

Le future risorse narrative che cercano di affrontare il cyberbullismo devono identificare e rispondere più chiaramente alle molestie sessuali e al sessismo come caratteristica persistente della cultura digitale e scolastica dei giovani. In sintesi restano restii nell’esprimere i propri bisogni , aspirazioni e dubbi ma abbiamo avuto modo di vedere che se dall’altra parte c’è ascolto i ragazzi riescono ad aprirsi, un po’ alla volta.”

Il progetto prevede una fase finale di restituzione, volta a tutta la cittadinanza che si terrà il 7 giungo, parlateci un po’ di questo evento!

“Il 7 giugno ci incontreremo dalle 14:30 presso la nostra sede a parlare del progetto e la finalità primaria di questo evento è quella  di promuovere in tutta la comunità i risultati di un importante percorso svolto con i/le ragazz*.

Nell’evento finale infatti saranno coinvolti i ragazzi degli Istituti di Scuola Superiore di Montepulciano (Licei Poliziani e IIS della Valdichiana) che avranno qui occasione di confrontarsi con figure di spicco e dialogare direttamente con chi tratta questi temi ogni giorno.

Per questa prima parte vediamo ospiti come: Valeria Fonte, content creator/divulgatrice femminista e scrittrice, Lyre, comedy content creator dal 2001 con un Master in Gender and Women studies, Lucrezia Marino, psicologa, psicoterapeuta e sessuologa. Marta Pietrelli e Marianna Martini – Fondazione Mondo Digitale.

A seguito del primo evento vi invitiamo a rimanere presso la nostra sede dove il pomeriggio continuerà con la presentazione della fanzine creata dai/dalle ragazz* coinvolte nel progetto di editoria indipendente omonimo “Do-zine Ribelli”, aperto a ragazz* dai 15 ai 25 anni, con l’obiettivo di informare e raccogliere testimonianze sui temi di genere, corpo e inclusione.

Inoltre avremo con noi Luchadora Visual Artist, che presenterà un Laboratorio sull’ elaborazione di poster live su Autodeterminazione tra femminismo, genere e corpo.

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