Nell’incontro promosso da Banca Valdichiana, venerdì 28 marzo, è emerso come lo scenario economico è cambiato, necessarie nuove strategie e lavorare insieme, ognuno con il proprio ruolo, per il rilancio del territorio. All’incontro erano presenti istituzioni e rappresentanti delle associazioni di categoria.
E’ un quadro a tinte piuttosto scure, ma non senza spiragli di ottimismo, quello che è emerso sulla situazione economica dell’area della Val di Chiana senese e del Trasimeno, a quasi sei anni dall’inizio della crisi, attraverso il confronto promosso venerdì 28 marzo dal CdA e dalla Direzione di Banca Valdichiana con i rappresentanti delle istituzioni locali e delle associazioni di categoria, per fare il punto della situazione e comprendere come la Banca possa dare il proprio sostegno concreto all’economia locale.
“Ogni anno – ha spiegato la presidente di Banca Valdichiana Mara Moretti, in apertura, – la nostra BCC vara plafond a sostegno di famiglie e imprese del territorio e anche per il 2014 siamo intenzionati a stanziare risorse, come il nostro ruolo di Banca locale ci impone. Ma vogliamo farlo in modo efficace cercando di capire prima, attraverso questo incontro con chi la crisi la vive in prima persona, quali sono i reali bisogni e le misure che ritenete più opportune.” “Quello che ci troviamo a stilare ogni giorno come Banca del territorio – ha aggiunto il direttore generale Fulvio Benicchi – è un bollettino di guerra: dal 2009 ad oggi abbiamo compiuto quasi 900 operazioni di ristrutturazione di finanziamenti, per un totale di quasi 100 milioni di euro, di cui il 42% solo nel 2013. E questo per far fronte a situazioni di operatori e famiglie che non ce la fanno più, perché hanno perso il lavoro, sono in cassa integrazione o hanno problemi di salute. A questo punto vogliamo e dobbiamo dare aiuti concreti.”
Un settore fondamentale per quest’area è il commercio.
“Secondo i dati del Registro delle imprese della Camera di commercio Siena – ha detto Attilio Rapicetta, responsabile locale di Confesercenti – nei mesi di gennaio e febbraio 2014 sono stati chiusi 62 esercizi commerciali e aperti 13, chiuse 49 attività e aperte 14. Il saldo è di 84 imprese in meno, ognuna con una media di 1,9 addetti che hanno perso il lavoro. Il nostro territorio è fatto di microimprese ma il risultato dal punto di vista occupazionale è paragonabile ad una grande azienda che chiude in un’altra zona, solo che questi dati passano inosservati e fanno meno notizia. Quindi: no, non stiamo uscendo dalla crisi. Per farlo è necessario cambiare modo di approcciare il problema e prendere consapevolezza del fatto che gli scenari sono diversi: le nuove aperture sono spesso effettuate da persone che hanno perso altri lavori e provano con il commercio perché non richiede formazione o struttura, ma in questo modo si traducono presto in nuove chiusure. Quello che chiediamo alla Banca è di fornire non solo strumenti finanziari ma di avviare insieme alle associazioni di categoria e alle amministrazioni un lavoro concreto che fornisca agli operatori gli strumenti per avviare attività che abbiano un futuro.” Il problema del saldo tra chiusure e aperture è stato affrontato anche da Fabio Della Ciana, responsabile locale di ConfCommercio che ha detto: “c’è un aspetto qualitativo da non trascurare. Le vecchie imprese che chiudono portano con sé la perdita di know how e di esperienza che non potranno essere recuperati; devono essere tutelate. Bisogna riuscire a trattenere il reddito in questa zona e attirare reddito dalle zone limitrofe. Per far questo la via è fare sistema, superando le distinzioni settoriali e con la collaborazione della Banca e delle amministrazioni”.
Industria e edilizia. Un altro settore importante per questa area è l’industria e in particolare l’edilizia, rappresentata all’incontro da Corrado Benocci, consigliere Confindustria e vicepresidente Ance Siena, che ha chiesto alla Banca di svolgere un ‘ruolo di ponte’ nel rapporto con le amministrazioni locali, per tutelare le imprese rispetto ad una concorrenza proveniente dall’esterno, che svuota il territorio non portando ‘ritorni’. Presente all’incontro anche Giannetto Marchettini, consigliere Ance Siena, ha chiesto alla Banca di fissare una sorta di ‘rating’ per le imprese che riescono a non licenziare, perché “chi perde il lavoro poi non riesce a ricollocarsi”. Ha chiesto inoltre di credere nei giovani: “spronateli a inventarsi un lavoro, finanziate start up, perché comincino a fare cose nuove, dal momento che i lavori tradizionali non ci sono più.” Infine ha indicato in Expo 2015 un’opportunità che anche questo territorio deve cercare di cogliere, facendo sistema e attirando visitatori.
Imprese artigiane. “Quello che manca è il lavoro, – ha detto Valeriano Mariottini, responsabile CNA Valdichiana. – Bisogna rimettere in moto la ‘piccola richiesta’ che poi potrebbe fare rete, facendo ripartire a sua volta il territorio. ‘Microprogetti’, perché le nostre imprese sono piccole, puntando in particolare su settori quali il turismo e l’agricoltura”. “Il problema di questa crisi – ha aggiunto Alessandro Brilli, responsabile CNA Chiusi – è che non è locale ma globale e necessita interventi a livello nazionale ed europeo. Questo territorio tra l’altro sconta anche la crisi MPS e la sfida più grande che ora deve affrontare è la ricerca di una nuova identità economica. Bisogna lavorare in difesa del territorio ma anche investire sul futuro”. Franco Maglioni, Confartigianato Siena, ha sottolineato infine le difficoltà da parte delle piccole imprese locali a sostenere il peso delle imposte e la necessità di tutelarle rispetto all’esterno.
Le Amministrazioni locali. All’incontro, che tutti i presenti hanno chiesto alla Banca di mettere a sistema e ripetere con cadenza almeno semestrale, erano presenti Chiara Lanari, assessore a Chiusipromozione, in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Chiusi e Francesco Landi, sindaco di Sarteano. Entrambi hanno sottolineato come, in qualità di amministratori che vivono a diretto contatto con i territori sono consapevoli delle difficoltà che imprenditori, operatori e cittadini stanno vivendo e per questo sono attivi nel sostenere l’economia locale, cercando di tutelarla dove possibile e cercando risorse ovunque siano disponibili (regione, ministero, unione europea) per far ripartire lavori e attività. Entrambi inoltre si sono detti d’accordo sull’idea di puntare in particolare sui settori di turismo e ambiente e sulla necessità di fare sistema a livello di area. Idea confermata anche da Giorgio Cioncoloni, imprenditore di Chiusi e consigliere comunale, che ha chiesto esplicitamente un grosso piano di rilancio turistico e ambientale.
”Ci impegniamo – ha detto a conclusione la presidente di Banca Valdichiana Mara Moretti, – a tener conto di tutte le indicazioni emerse nella definizione dei nostri plafond e a fare da unione tra le varie parti per mettere a sistema incontri periodici.” “La Banca – ha detto infine il direttore Benicchi – come Banca locale, intende fare la propria parte al meglio per dare aiuti concreti, ma è necessario che ci sia da parte di tutti la volontà di lavorare insieme e fare sistema per affrontare le difficoltà.”